THE NEED FOR SPEED
di @Luca Abiusi

Menzionarono di un gioco di macchine che secondo alcuni poteva confrontarsi con la verità dell’asfalto: «il gioco è meglio dei giochi della sala giochi, me l’ha detto uno che l’ha provato a casa dell’amico di un amico su di un PC che funzionava coi floppy disk Shugart 850 e il modem. Questo mago dei computer si collega ai telefoni della NASA e se vuole è capace di scatenare una guerra missilistica tra Russia e Italia». Se non altro, l’argomento era interessante. Lo stesso giorno ci comprammo “Microcomputer” per vedere se qualcuno ne scrivesse, ma vi trovammo una recensione della versione Commodore 64 di Power Drift. Ci comprammo Power Drift. Dimenticammo di indagare su questo gioco di corse del quale manco si conosceva il titolo finché non si passò all’Amiga e non s’incominciò a frequentare un tizio brufoloso che si comprava i dischetti pirata dal negozio di elettrodomestici di Via Piccinni; il gioco era sicuramente lui. Stava esposto in vetrina sul monitor 1084s col suo cruscotto e il volante che ruotava in curva con le macchine che arrivavano dal senso opposto di marcia proprio come ci avevano al tempo raccontato. Si chiamava “Test Drive”.

A dire il vero sì, The Need for Speed svolta verso una direzione più arcade ma la sua nicchia di concepimento resta Test Drive. Se ne ottiene testimonianza partecipando del visore interno e assumendone il picture in picture dell’innesto delle marce – tale e quale al corsista Accolade – alla partenza, e anche se Scrotum asserisce di ricavare miglior manova in condizione di allargo è dall’abitacolo che si conduce la precisione delle traiettorie di aggiustamento della virata digitale in vicinanza del guard rail, contigui al dosso o al caso in discesa dove è essenziale che si osservi stabilità all’uscita di un tornante manovrando attraverso controsterzi brevi per non dover invadere la corsia a favore di una collisione frontale col furgone verde che perviene; nel ’94 The Need for Speed è un racing anomalo. Prevede che il duello avvenga nel merito di un procedimento di scuola guida sul modello americano dell’istruttore munito di Ferrari Testarossa che usi chiedere al partecipante di concorrere a superamento con la macchina che si vuole – tra i mezzi disponibili compare una Lamborghini Diablo VT – per entro a territori montuosi o balneari e a condizione che il partecipante suddetto abbia a prerequisito la disposizione per l’infrazione stradale comportante il ritiro e/o la sospensione della patente, l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale, l’arresto per danni a terzi. L’equilibrio non è opzionabile: The Need for Speed è videogioco fuorilegge d’inseguimento e di inseguitori con la sirena e di tamponamento a catena, ma non come gli ultimi corsisti di confusione giovanile in cui fai gli incidenti e ti metti a ridere. Volendo, siamo più sullo stile di uno Special Criminal Investigation cui si è requisita la pistola.

Il videogioco rivela un’estetica di tessuto fotografico. Le strutture reggono la diversione verticale e il pop-up conviene assente anche in asse di boscaglie a vallamento, nel mezzo di una filiazione di lunghezze visuali che oltre il chilometro e mezzo si prolungano a dispiegare un mantello di poligoni espulsi con brutalità; la scocca delle auto vorrebbe deunciare finiture tissurali mancanti a livello di traslucenza, ma è anche improbabile che il 3DO potesse spingersi oltre la generica simiglianza del colore in quel manifesto di fine programmazione dell’hardware dove non veniva risparmiato manco il fusibile. Il videogioco è veloce. PlayStation e Saturn avrebbero dimostrato che si poteva essere più veloci ancora ma non prima del ’96, quando a esser veloci erano buoni tutti. L’originale è meglio. Al tempo s’era visto qualcosa di tecnicamente simile in arcade ma giusto grazie alle superschede di Namco e Sega, e se si deve proprio trovare un cavillo che adombri anche solo marginalmente il lato visivo del videogioco di EA Canada si potrebbe intavolare comizio sull’utilità reale dei full motion video di fine gara. Da studio si è inciso un marchevole suono di campionature ambientali e sgommatura, di collisione fra elementi e l’esecuzione tecnica delle musiche altresì convince. A convincere di meno sono semmai proprio le musiche, nel rimando a certe produzioni hardcore degli anni ’80 di fornicazione tra Ilone Staller e cavalli. Notevole corsismo. Malgrado il tempo trascorso, messi di nuovo al volante della Lamborghini Diablo – ma non della Testarossa, che riconsegnamo a Suzuki – si è deciso che The Need for Speed è rimasto intonso.     









  Piattaforma 3DO
  Titolo The Need for Speed
  Versione Americana
  Anno immissione 1994
  N. Giocatori 1
  Produttore Electronic Arts
  Sviluppatore EA Canada
  Designers Brad Gour, Wei Shoong Teh, Paul B. Diamond, Dave Lucas, D.M. Abrahams-Gessel [....]
  Compositori Alistair Hirst, Ian Macanulty, Koko Productions
  Sito Web www.ea.com/ca
  Sist. di controllo Digitale - Joypad
  Numero tasti 3
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling 3D scaling
  Formato CD-Rom
  Numero supporti 1
  Compatibilità Region free
  Genere Driving
  Rarità
  Quotazione 35 - 40 €
  OST No

 

Nel dicembre del ’94 si traduce per formati PC MS-Dos di fascia alta. Il gioco è più veloce ma perde in definizione. Nel ’95 The Need for Speed Speed: Special Edition, stampato unicamente su CD-Rom, estende la compatibilità al sistema operativo Windows ’95 inserendo per l’occasione due tracciati extra. Nel ’96 il videogioco viene convertito per Saturn e PlayStation: su ambidue i sistemi si avvistano i contenuti esclusivi della Special Edition, ma si usufruisce anche di un frame-rate ancorato sui trenta; i filmati col famigerato “X-Man”, che i possessori di 3DO avevano imparato a detestare, risultano qui mancanti. Nel 2014 Electronic Arts figura tra i co-produttori di “Need for Speed”, film appunto ispirato alla serie corsista.