C64ANABALT
di @Luca Abiusi

Ci avevano persuasi che il videogioco dovesse montare lo sfarzo del microprocessore a basso consumo, per assidui affermare un’idea di sovrabbondanza et sovraesposizione di grafiche al di fuori del normale tali da addestrare il calco della realtà, e tanto vale di cessare di braccare la carne accorpante buchi, ché si è trovato questo gioco simulatore di buchi dove si spara, dopo che hai fatto buchi. Perché si rinsavisse, e si tornasse al pixel, bisognava fuggire. Lasciarsi dietro le macerie del nuovo mondo e senza un domani proiettarsi sul bordo del grattacielo, verso la rovina del già scritto schianto, che arriva sempre, presto o tardi, nel richiamo ultimo di una sopravvivenza che si cercherà di afferrare, sospesi in alto all’interstizio. Niente da fare. Ci voleva più spazio. Ci voleva una di nome Faith eppure questo è C64anabalt, l’imponente conversione a otto bit del Canabalt di Adam Saltsman, contrassegno della caduta della razza umana.

L’omino elegge il dogma dell’accelerazione e non si ferma, né si stanca di dover saltare e saltare, soltanto quello; viene concesso di urtare le casse del rallentamento, non proprio ostacoli, non del tutto nel disegno di contrazione e dilazione comminato a schermi la cui eccedenza di spinta orizzontale deve occasionalmente essere arginata sul limite di avvistabilità, allorché il trasmodare la sveltezza competa a scostare la retina dal bulbo e per cui, onde rimanere a ferro sul tracciato del metraggio, verrà utile d’inciampare, di ruzzolare al necessario ristoro e di concordanza ritornare a macinare ultraveloci finché allo scarto del margine non sia manco richiesto lo stacco, di slancio la corsa a reazione che ne allunga l’ellisse difronte i finestroni infrangibili che pure vanno in frantumi, al contatto, trapassati da proiettili di umana parvenza. Il deflusso monodirezionale. La scienza del restare vivi. Saltsman fa sapere che questa sua catastrofica visione di undici settembri, palazzi che vogliono su loro stessi collassare all’attacco di stirpi aliene e di robot quanto almeno La guerra dei mondi, L’invasione degli ultracorpi, L’ultimo uomo della terra, sia da osservare come plausibile e oltretutto imminente scenario di collusione alla civiltà del consumo. Inoltre, rende nota l’apertura alle iscrizioni per i corsi estensivi di Suicidio Avanzato DUE, che si terranno presso la facoltà di Lettere e Filosofia in Bari.

L’originale codice in flash si insedia munifico, su Commodore 64. Nientemeno si provvede a conservare lo scorrimento al parallasse e l’avatar, possibilmente graziato dal reticolo del raster, mostra superiore l’intagliatura al contorno, sulla scorta delle icone di grande animazione della Epyx di Impossible Mission; la fotografia, in bianco e nero, precede l’innesto di una appendice infrastrutturale di oggetti che si aggirano al sessantesimo di secondo, astromissili traversanti a strappo fra terrazzi e svolazzi di bianche colombe, lo spostamento tellurico al novantaduesimo piano del Financial Trade, all’iniziale sequenza dell’apocalisse heavy metal di “I Disappear”, Lars Ulrich che si lancia nel vuoto alla testa di un’onda d’urto che calerà in ogni caso, ma che irriducibili si vuole (si deve) sovrastare, prossimi all’impatto. Prima della cessazione dei mondi. Il suono trattiene l’enfasi della pazzia. Meticoloso trascrive le trame del caos e al pari di un segugio rincorre il caustico Armageddon di questo SID che si apre, il quale chiede che venga al Commodore 64 restituita la grandezza delle sue annate migliori, e se non era per l’assenza degli effetti ingame quasi non si rileva le dissomiglianze rispetto a un sound del 2009 che invero esalta ancora lì dove innescato, che si impugni l’iPad o dispositivi Android sfusi. Presi a caso. C64anabalt, film di cui si conosce il finale ma che si rimette a ciclo di bobina al bisogno di sovvenirsi gli archetipi del gamedesign, descrive il grado zero dell’intrattenimento e concede di avvicinare l’assillo della dipendenza a singolo tasto mediante l’uso della mistificazione.










  Piattaforma Commodore 64
  Titolo C64anabalt
  Versione World
  Anno immissione 2011
  N. Giocatori 1
  Produttore RGCD
  Sviluppatore Paul Koller
  Designers Paul Koller, Adam Saltsman
  Compositori Mikkel Hastrup, Andreas Slotte
  Sito Web www.rgcd.co.uk
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 1
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Laterale
  Formato Cartuccia
  Numero supporti 1
  Multiload No
  Genere Cinematic platformer
  Rarità
  Quotazione 20 €
  OST [Canabalt OST, 2012, Humble Bundle] [Android]

 

C64anabalt viene ultimato da Paul Koller attingendo su via diretta al codice sorgente dell’originale versione in flash [Canabalt], sviluppata nel 2009 da Adam “Atomic” Saltsman. La conversione, specificamente pensata per il supporto cartuccia a 16KB, è consegnata all’interno del progetto di promozione del videogioco indipendente di RGCD [RGCD C64 16KB Cartridge Game Developer Competition], benché il Commodore 64 non sia in effetti l’unica piattaforma di sviluppo. Del titolo esistono due versioni. La prima – la Encore Version, quella oggetto del test – contiene la colonna sonora originale di Danny B., adattata al SID da Mikkel Hastrup . La seconda – la Ghormak Version – utilizza la traccia musicale dell’indie game per PC ThrustBurst. Come tutti i titoli in cartuccia prodotti da RGCD, C64anabalt risulta universalmente compatibile, ma tuttavia pensato per girare su sistemi Pal. Quindi in NTSC si ravviserà l’assenza dello scrolling parallattico, nonché la sensibile diminuzione di fluidità sull’aggiornamento orizzontale. L’artwork di copertina è opera dello stesso Saltsman.