Il
processo distributivo dell’edizione nipponica di Dead or Alive 2 versante
Dreamcast fu abbastanza tribolato. Sussisteva difatti un vincolo sui diritti di
sfruttamento della versione coin-op giapponese secondo cui il gioco sarebbe
dovuto restare una esclusiva arcade non prima della scadenza di certuni termini
contrattuali fra Tecmo e Sega. Ciò si tradusse in un avvenimento abbastanza
unico per quei tempi, che portò i programmatori a distribuire inizialmente in
Nord America, seppure in regime di esclusività temporanea. Sicché per poter
allungare le zanne su Kasumi, Helena e compagnia il prototipo del videogiocatore
giapponese consumatore di hentai si vide costretto ad attendere che Tecmo fosse
legalmente svincolata, ma possiamo dire che l’attesa valse i contenuti che vi
furono poi aggiunti in discreto stile sulla via della Millennium Edition,
l’aggiornamento del coin-op che inseriva nuovi quadri e personaggi non presenti
nella precedente versione (come Leon del primo
Dead or Alive).
Ciò detto, sul Dreamcast giapponese la massa ulteriore finisce per
ridimensionare in modo definitivo il precorso adattamento americano.
Dead or Alive 2 persegue
la pratica che aveva reso a SoulCalibur il revisionamento del
rispettivo coin-op, benché in questo caso la manovra di sovrapporto risulti alleggerita
dalla rispondenza tra l’hardware Naomi e il Dreamcast; il finale affresco può comunque
dirsi superiore a quanto visto in sala giochi. Ma a parte la predominanza – e prominenza
–
delle grafiche Naomi, è la meccanica a definire l’evoluzione, a evolvere esponenzialmente
rispetto al primo Dead
or Alive in costruzione di una tridimensionalità aperta, che rende
praticabili gli spostamenti laterali e semplifica la performazione delle
mosse. Non si è ancora sulla magistrale fluidità dell’8 Way Run System di
SoulCalibur, ma il
sistema di movimento ben si adegua alle urgenze di esplorazione spaziale (degli spazi)
derivanti le nuove motherboard arcade della Sega. A ogni modo la struttura
delle contromosse fulminanti, di parate al limite del contorsionismo, di
intuizione e
velocità mnemonica è ancora ben riconoscibile in questo seguito, che opportunamente non
snatura il gameplay innovatore e provocatoriamente contrapposto alle dottrine
della Namco. Per lo scrivente Dead or Alive 2 non si riferisce ad alcuno dei picchiaduro
in 3D realizzati dalle case concorrenti tanto in dinamica che per una questione di concept.
Ed è questo il fattore che ha consentito alla saga del
Team Ninja di preservarsi
la sua identità pure a raffronto con Virtua Fighter
3.
Per quanto potesse apparire insidiata dall’immissione di
Dead
or Alive 2 Hardcore (PlayStation 2) la versione Dreamcast Jap. di Dead
or Alive 2 dispone del turgidume difficilmente visto sulla linea delle tessiture ad alta
risoluzione, sul profilo della presenza dei combattenti, che apprestano un
grado di rifinitura e un antialiasing a pieno schermo non ravvisabili su
territori Sony. I prodigi estetici sostenuti ingame dal performante motore poligonale
del Team Ninja tengono tranquillamente testa a
SoulCalibur in atto di frame
rate a 60, pure a gestione di uno sfondo da un milione di poligoni e passa.
E il
tecnicismo scatena il voyeurismo, l’erotismo. Erotico (eretico)
Dead or Alive 2 edizione Giappone. I leotard di Tina sono un film porno.
Lesbicismi. Si fa a mazzate solo per sbloccare i nuovi costumi attillati di
Helena e Kasumi. Che sono belle. Allora si pensi a cosa determina la mistura
tra questa marzialità di grande esplosione fra strutture che si piegano e
inquadrature che si avvicinano e si allontanano e cotanta generosità di
anatomie di impressionante realismo, a quel che comporta in misura di
sovraesposizione (sovrapposizione) delle immagini il rapporto (sessuale) tra
protesi silicee rimbalzanti e geografie monumentali estratte dall’oriente
dei mausolei buddisti. È meraviglioso quando si piomba giù da trenta metri
e si continua a combattere come nulla fosse e poi ancora giù d’altri venti
metri muniti di supervestimenti che svolazzano e mostrano il mostrabile, e a
pensarci potevano anche evitarsi di inserire elementi maschili tanto non li
usa nessuno. Evviva la carne. Dead or Alive 2 millennio è un supergioco. Ne
sono usciti seguiti interessanti ma no. Questo per Dreamcast resta l’apogeo
della saga anche dopoché s’è sbattuto il membro sugli episodi in HD
alimentati a plutonio, che avranno anche l’online ma che possono
dimenticarsi l’estetica “hardcore” del due.