DEAD OR ALIVE 2 Limited Edition
di @Luca Abiusi

Il processo distributivo dell’edizione nipponica di Dead or Alive 2 versante Dreamcast fu abbastanza tribolato. Sussisteva difatti un vincolo sui diritti di sfruttamento della versione coin-op giapponese secondo cui il gioco sarebbe dovuto restare una esclusiva arcade non prima della scadenza di certuni termini contrattuali fra Tecmo e Sega. Ciò si tradusse in un avvenimento abbastanza unico per quei tempi, che portò i programmatori a distribuire inizialmente in Nord America, seppure in regime di esclusività temporanea. Sicché per poter allungare le zanne su Kasumi, Helena e compagnia il prototipo del videogiocatore giapponese consumatore di hentai si vide costretto ad attendere che Tecmo fosse legalmente svincolata, ma possiamo dire che l’attesa valse i contenuti che vi furono poi aggiunti in discreto stile sulla via della Millennium Edition, l’aggiornamento del coin-op che inseriva nuovi quadri e personaggi non presenti nella precedente versione (come Leon del primo Dead or Alive). Ciò detto, sul Dreamcast giapponese la massa ulteriore finisce per ridimensionare in modo definitivo il precorso adattamento americano.

Dead or Alive 2 persegue la pratica che aveva reso a SoulCalibur il revisionamento del rispettivo coin-op, benché in questo caso la manovra di sovrapporto risulti alleggerita dalla rispondenza tra l’hardware Naomi e il Dreamcast; il finale affresco può comunque dirsi superiore a quanto visto in sala giochi. Ma a parte la predominanza – e prominenza – delle grafiche Naomi, è la meccanica a definire l’evoluzione, a evolvere esponenzialmente rispetto al primo Dead or Alive in costruzione di una tridimensionalità aperta, che rende praticabili gli spostamenti laterali e semplifica la performazione delle mosse. Non si è ancora sulla magistrale fluidità dell’8 Way Run System di SoulCalibur, ma il sistema di movimento ben si adegua alle urgenze di esplorazione spaziale (degli spazi) derivanti le nuove motherboard arcade della Sega. A ogni modo la struttura delle contromosse fulminanti, di parate al limite del contorsionismo, di intuizione e velocità mnemonica è ancora ben riconoscibile in questo seguito, che opportunamente non snatura il gameplay innovatore e provocatoriamente contrapposto alle dottrine della Namco. Per lo scrivente Dead or Alive 2 non si riferisce ad alcuno dei picchiaduro in 3D realizzati dalle case concorrenti tanto in dinamica che per una questione di concept. Ed è questo il fattore che ha consentito alla saga del Team Ninja di preservarsi la sua identità pure a raffronto con Virtua Fighter 3.

Per quanto potesse apparire insidiata dall’immissione di Dead or Alive 2 Hardcore (PlayStation 2) la versione Dreamcast Jap. di Dead or Alive 2 dispone del turgidume difficilmente visto sulla linea delle tessiture ad alta risoluzione, sul profilo della presenza dei combattenti, che apprestano un grado di rifinitura e un antialiasing a pieno schermo non ravvisabili su territori Sony. I prodigi estetici sostenuti ingame dal performante motore poligonale del Team Ninja tengono tranquillamente testa a SoulCalibur in atto di frame rate a 60, pure a gestione di uno sfondo da un milione di poligoni e passa. E il tecnicismo scatena il voyeurismo, l’erotismo. Erotico (eretico) Dead or Alive 2 edizione Giappone. I leotard di Tina sono un film porno. Lesbicismi. Si fa a mazzate solo per sbloccare i nuovi costumi attillati di Helena e Kasumi. Che sono belle. Allora si pensi a cosa determina la mistura tra questa marzialità di grande esplosione fra strutture che si piegano e inquadrature che si avvicinano e si allontanano e cotanta generosità di anatomie di impressionante realismo, a quel che comporta in misura di sovraesposizione (sovrapposizione) delle immagini il rapporto (sessuale) tra protesi silicee rimbalzanti e geografie monumentali estratte dall’oriente dei mausolei buddisti. È meraviglioso quando si piomba giù da trenta metri e si continua a combattere come nulla fosse e poi ancora giù d’altri venti metri muniti di supervestimenti che svolazzano e mostrano il mostrabile, e a pensarci potevano anche evitarsi di inserire elementi maschili tanto non li usa nessuno. Evviva la carne. Dead or Alive 2 millennio è un supergioco. Ne sono usciti seguiti interessanti ma no. Questo per Dreamcast resta l’apogeo della saga anche dopoché s’è sbattuto il membro sugli episodi in HD alimentati a plutonio, che avranno anche l’online ma che possono dimenticarsi l’estetica “hardcore” del due.










  Piattaforma Dreamcast
  Titolo Dead or Alive 2 - デッドオアアライブ2 -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 2000
  N. Giocatori 1/4
  Produttore Tecmo
  Sviluppatore Team Ninja
  Designers Tomonobu Itagaki, Takeshi Kawaguchi, Hiroaki Ozawa
  Compositore Makoto Hosoi
  Sito Web teamninja-studio.com
  Sist. di controllo Digitale/Analogico - Joystick/Joypad
  Numero tasti 3
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling 3D scaling
  Formato GD-Rom
  Numero supporti 1
  Compatibilità NTSC-J [] NTSC-U/C [No] PAL [No]
  Genere Beat ’em up
  Rarità
  Quotazione 15 €
  OST Sì [Dead or Alive 2 Original Sound Trax, 2000, WAKE UP]

 

Dead or Alive 2 Dreamcast viene distribuito in Giappone in edizione regolare e limitata. Quest’ultima, oltre a presentare una cartella di artwork nel GD-Rom – che ha anche una differente stampa – dispone un esclusivo disegno di copertina. La prima versione PlayStation 2 del videogioco esce nel marzo del 2000 in Giappone, esattamente un mese dopo l’edizione Dreamcast americana. Una seconda versione PlayStation 2, rinominata Dead or Alive 2: Hardcore, verrà tuttavia immessa sui mercati europei e americani dietro volontà di Itagaki – che di fatto sarà artefice di tutte le versioni arcade e domestiche di Dead of Alive 2 – per riparare all’approssimazione del precedente port giapponese. Questa revisione, che introduce otto nuovi scenari e capi d’abbigliamento inediti e che va quindi ad ampliare ulteriormente i contenuti dell’update giapponese versante Sega (in recensione), non può tuttavia ancora dirsi la più completa in termini di quantità, dal momento che la localizzazione giapponese della stessa (rinominata Dead or Alive 2: Hard*Core) avrebbe in effetti inserito un (pur marginale) numero di nuovi componenti di gioco. Ciò nondimeno, e a causa di un riscontrabile impoverimento in sede di tessitura e risoluzione, nessuna delle versioni PlayStation 2 avrebbe raggiunto le originali visuali Dreamcast/Naomi. Traguardo che il Team Ninja avrebbe conquistato quattro anni dopo su XBox, grazie al raccoglitore Dead or Alive Ultimate.