Si
è deciso che dai ginocchi venga a crearsi l’abilità di voltarsi verso l’inverso,
ché vossìa non vorrà dire a noialtri di non aver buscati alli giorni di baruffa
i martiri di Sodoma a sorpresa di quando si doveva lanciare dal basso e si
credeva d’aver vinto mentre intanto il Sovrintendente di Gondor arrivava da
dietro a rinfacciare a Vostra Eminenza reverendissima di non aver mai chiesto
allo scudiero che gli procurasse una di quelle cinture prudenziali utili al
conservamento della virtù; ma comunque Capcom aveva ragione, da che è
francamente improbabile che un cavaliere aggravato del peso dell’armatura
esercitasse la rotazione in due fotogrammi preservando equilibrio, per questo
Capcom altro non fece che applicare scientificamente i suoi studi sullo
spostamento di una massa mobile in funzione della reazione di una sottostante
superficie X, e difatti si può dire che Ghouls’n Ghosts fosse più
realisticamente affine a un programma di fisica comportamentale che alla
biografia del cavaliere errante, come Vostra Altezza eminentissima
sicuramente saprà.
Stante la sovrastante scrittura, Maldita
Castilla risulta consistere in una simulazione del calcio riuscita
generalmente a metà a causa del migliorabile sistema di controllo e per
colpa di una riscontrabile condizione di mancanza di porte ciò nondimeno,
Maldita Castilla è un signor videogioco arcade. Il suono Yamaha YM2203 viene
tirato fuori dalla terra intatto. Non sembra gravare su di lui la Guerra dei
Trent’anni alle forze del male che ancora si consuma sul territorio del
revival in videogiochi come Xtreme Warrior 7, Invisible Sword ver. 1.2,
Nights and Roses Revenge, ma di contro si cattura acustiche a camera di
profondità su di un rumore che ritorna attraverso il filtraggio di fanfara,
attacchi d’orchestra itinerante da ballare alla luce dei fuochi,
l’accampamento di guarnigione presso le mura del castello. La palla chiodata
è un fatto nuovo. I morti. Essi camminano. Juan Antonio Becerra introduce un
listato di oggetti e strumenti del medioevo che intende trasmettere la
cultura del coin-op in cui si balza di piattaforma a chi però ne sia
geneticamente premunito; Juan Antonio non mira a educare. Questi determina
immodificabile il suo manifesto dove anco s’intuisce che il medesimo affatto
intende d’inserire i componenti di queste sbarazzine nuove idee social
network di guasconeria giovanile e di categoria kickstarter nel videogioco
bidimensionale “dei tempi che furono” (brrrrr) in quanto di grazia il
catalano – e ce l’ha fatto sapere di suo pugno su messaggio portante Sigillo
Reale legato con lacci d’oro agli artigli di un corvo – avrebbe piacimento
di non barattare la sua nobiltà coi denari di Loro reverendissimi.
Maldita Castilla è videogioco per dieci, a voler
esser larghi quindici esseri pensanti. I restanti indegni illustrissimi, e pur
quand’anche questi per una qualche inspiegabile coincidenza astrale si dovessero
d’improvviso scoprirsi amatori dei grandi classici della letteratura di Japan
Capsule Computers, dovrebbero conservarsi tali se non altro poiché priverebbero
Nostra Grazia del divertimento di puntare il dito verso la di loro quantomeno
discutibile utilità. Vi sono momenti in cui il programmatore dice Castlevania
consegnando qualche cosa di uguale a Rondo of Blood nella fase della corsa sul
carro. I guardiani sembrano all’inizio esser buoni. Le grafiche, sinceramente,
devono essere guardate. Il gioco, e Vostri magnificissimi saranno in accordo, è
fornito di un gameplay che all’avvio cavallerescamente domanda se è il caso di procedere a
rilento con l’intrusione di pause di rilassante defalcazione dello zombie ma che tuttavia allo scorrimento sui tre quarti
inizia a intravvedersi arguto quanto un Super Castlevania IV sul percorso di un
consumo a interclassi di resistenza che sa interloquire col giostrante
concedendo a questi il minimo sindacale di condiscendenza per poi alzare
verticalmente il misuratore della pressione a rendere al caso lo sgretolamento del
gigante più impegnativo di quanto non apparisse nelle previsioni di Vostra
Nobilissima Santità dell’ordine dei Cavalieri di Santo Stefano Papa e Martire.
Maldita Castilla è stato evidentemente scritto da uno che conosce il significato
del neologismo “level design”; il videogioco si schiera dalla parte degli arcade
a interlocutore singolo e diventa motivo d’interesse per chi usa fare i
disegnini con l’Unreal Engine pensando di saper programmare.