MALDITA CASTILLA
di @Luca Abiusi

Si è deciso che dai ginocchi venga a crearsi l’abilità di voltarsi verso l’inverso, ché vossìa non vorrà dire a noialtri di non aver buscati alli giorni di baruffa i martiri di Sodoma a sorpresa di quando si doveva lanciare dal basso e si credeva d’aver vinto mentre intanto il Sovrintendente di Gondor arrivava da dietro a rinfacciare a Vostra Eminenza reverendissima di non aver mai chiesto allo scudiero che gli procurasse una di quelle cinture prudenziali utili al conservamento della virtù; ma comunque Capcom aveva ragione, da che è francamente improbabile che un cavaliere aggravato del peso dell’armatura esercitasse la rotazione in due fotogrammi preservando equilibrio, per questo Capcom altro non fece che applicare scientificamente i suoi studi sullo spostamento di una massa mobile in funzione della reazione di una sottostante superficie X, e difatti si può dire che Ghouls’n Ghosts fosse più realisticamente affine a un programma di fisica comportamentale che alla biografia del cavaliere errante, come Vostra Altezza eminentissima sicuramente saprà.       

Stante la sovrastante scrittura, Maldita Castilla risulta consistere in una simulazione del calcio riuscita generalmente a metà a causa del migliorabile sistema di controllo e per colpa di una riscontrabile condizione di mancanza di porte ciò nondimeno, Maldita Castilla è un signor videogioco arcade. Il suono Yamaha YM2203 viene tirato fuori dalla terra intatto. Non sembra gravare su di lui la Guerra dei Trent’anni alle forze del male che ancora si consuma sul territorio del revival in videogiochi come Xtreme Warrior 7, Invisible Sword ver. 1.2, Nights and Roses Revenge, ma di contro si cattura acustiche a camera di profondità su di un rumore che ritorna attraverso il filtraggio di fanfara, attacchi d’orchestra itinerante da ballare alla luce dei fuochi, l’accampamento di guarnigione presso le mura del castello. La palla chiodata è un fatto nuovo. I morti. Essi camminano. Juan Antonio Becerra introduce un listato di oggetti e strumenti del medioevo che intende trasmettere la cultura del coin-op in cui si balza di piattaforma a chi però ne sia geneticamente premunito; Juan Antonio non mira a educare. Questi determina immodificabile il suo manifesto dove anco s’intuisce che il medesimo affatto intende d’inserire i componenti di queste sbarazzine nuove idee social network di guasconeria giovanile e di categoria kickstarter nel videogioco bidimensionale “dei tempi che furono” (brrrrr) in quanto di grazia il catalano – e ce l’ha fatto sapere di suo pugno su messaggio portante Sigillo Reale legato con lacci d’oro agli artigli di un corvo – avrebbe piacimento di non barattare la sua nobiltà coi denari di Loro reverendissimi.

Maldita Castilla è videogioco per dieci, a voler esser larghi quindici esseri pensanti. I restanti indegni illustrissimi, e pur quand’anche questi per una qualche inspiegabile coincidenza astrale si dovessero d’improvviso scoprirsi amatori dei grandi classici della letteratura di Japan Capsule Computers, dovrebbero conservarsi tali se non altro poiché priverebbero Nostra Grazia del divertimento di puntare il dito verso la di loro quantomeno discutibile utilità. Vi sono momenti in cui il programmatore dice Castlevania consegnando qualche cosa di uguale a Rondo of Blood nella fase della corsa sul carro. I guardiani sembrano all’inizio esser buoni. Le grafiche, sinceramente, devono essere guardate. Il gioco, e Vostri magnificissimi saranno in accordo, è fornito di un gameplay che all’avvio cavallerescamente domanda se è il caso di procedere a rilento con l’intrusione di pause di rilassante defalcazione dello zombie ma che tuttavia allo scorrimento sui tre quarti inizia a intravvedersi arguto quanto un Super Castlevania IV sul percorso di un consumo a interclassi di resistenza che sa interloquire col giostrante concedendo a questi il minimo sindacale di condiscendenza per poi alzare verticalmente il misuratore della pressione a rendere al caso lo sgretolamento del gigante più impegnativo di quanto non apparisse nelle previsioni di Vostra Nobilissima Santità dell’ordine dei Cavalieri di Santo Stefano Papa e Martire. Maldita Castilla è stato evidentemente scritto da uno che conosce il significato del neologismo “level design”; il videogioco si schiera dalla parte degli arcade a interlocutore singolo e diventa motivo d’interesse per chi usa fare i disegnini con l’Unreal Engine pensando di saper programmare.








  Piattaforma Windows PC
  Titolo Maldita Castilla
  Versione World
  Anno immissione 2012
  N. Giocatori 1
  Produttore Locomalito
  Sviluppatore Locomalito
  Designers Juan Antonio Becerra
  Compositore Gryzor87
  Sito Web www.locomalito.com
  Sist. di controllo Digitale/Analogico - Joystick/Joypad
  Numero tasti 2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Multidirezionale
  Formato Digital Download
  Capienza 10 MB
  Compatibilità Windows 2000/XP/Vista/7
  Requisiti tecnici Pentium 1.0GHz, 128MB Ram, DirectX 8
  Genere Platform
  Rarità Liberamente scaricabile
  Quotazione / /
  OST Sì [Maldita Castilla SOUNDTRACK, 2012, Gryzor87]

 

Dopo un periodo di sviluppo di circa due anni Maldita Castilla debutta il 12 dicembre del 2012 sotto forma di digital download gratuito. Si tratta dell’ottavo titolo di Locomalito. Dal sito ufficiale è possibile scaricarsi, oltre all’archivio di Maldita Castilla (di 10 MB appena), un certo numero di pdf utili alla creazione di una copia di gioco fisica, nonché di un eventuale cabinet arcade. Il videogioco è altresì disponibile su piattaforme Linux e Ouya.