Lo
sai ravvisare il valore fulgente delle opere del Wolf Team il coefficiente, il
valore HTML
del colore che rinfranca il character design, e viene al caso a
soccorrerti Arcus Odyssey in figura di pseudo-RPG con visuale diagonale,
ambiente fantasy
persone in pixel dal disegno manga aggraziato; il cielo scala sul
purpureo graduando verso il bluastro per menzionare Cadash su diversi stadi nella zona
del rifinimento, come accaduto con Granada, che è un giuoco diverso
ma il punto non è questo perché il discorso del grado del colore resta, l’opera
di intrattenimento visuale che fa uso di effetti inerenti lo scrolling che va in
differenziale resta, e il riferimento artistico e la velocità dell’azione
restano come missione, marchio di fabbricazione di questa software house che negli anni Novanta
utilizza il
Mega Drive come sua risorsa espositiva primaria anche se l’X68000 è più bello, lì
dove lo stesso Arcus Odyssey risuona meglio, ma solo per i giapponesi e meno
male che ci sta il Mega Drive, nel Novanta, a diffondere la parola del Wolf Team,
compagnia di valore.
Mutsumi Inomata trasfonde. Sono eleganti le sue
illustrazioni di front cover e metti che non ci fossero state, si sarebbero a Noi
palesati ruolismi tanto discreti quanto anonimi.
Si racconta che mille anni orsono la maga
Castomira detenesse il potere sulle lande di Arcus, e che stesse meditando
di raderne al suolo le popolazioni per erigervi sopra un regno di oscurità e
morte. Ma non aveva fatto i conti con la principessa Leaty, sorella del Re
della Luce. Ella si oppose al folle proposito di Castomira ingaggiando
contro la stessa una epica battaglia che ad oggi è raccontata come la più
cruenta da che esiste Arcus. Per giorni le due si sfidarono e tutto quel che
vi era intorno fu polverizzato, ma alla fine il potere della luce prevalse e
Leaty confinò Castomira nel Mondo Oscuro. Venne forgiata una spada magica – The Power
of Leaty – che avrebbe dovuto impedire al male di ritornare, e per i
mille anni successivi fu così. Su Arcus regnò la prosperità fino al giorno
in cui gli oppositori del retaggio di Leaty trafugano la spada al fine di
riportare in vita Castomira. Ma un gruppo di eroi si muove per impedirlo.
Comincia così la Odissea di Arcus, con questi quattro guerrieri – Jedda
the Swordsman, Diane the Archer, Erin
the Warrior-Maiden e Bead the Mage – chiamati a
proteggere Arcus e quindi votati a recuperare la spada magica. Action RPG. Più action
che RPG a distinguersi dai due Arcus avventurosi usciti su X68000,
appartenenti alla medesima saga ma differenti in quanto ordinari nella di
loro struttura a turni.
Arcus Odyssey vuole al contrario asservirsi a una ampia fascia di utenti e così
disporre
un gameplay arcade e una gestione degli oggetti strettamente ruolista.
Arrivano i personaggi con le armi. Jedda
spara un fascio verde dritto ma dannoso, Erin possiede invece una catena
estendibile che ha la facoltà di roteare all’atto del confliggere il nemico,
Bead lancia delle sfere di fuoco e poi infine Diana scaglia frecce a
rimbalzo. La mossa in comune a tutti e quattro è una barriera protettiva che
si attiva alla pressione del pulsante primario. Notevolissimo titolo. Wolf
Team, che la meccanica a ruoli potrebbe insegnarla anche a Squaresoft, suggerisce un’azione da
coin-op potente e immette, ma senza calcare, quegli elementi di graduazione e potenziamento comuni
all’RPG tradizionale così da fare evolvere il singolo guerriero in punti esperienza e
istruirlo alle sfide pesanti. Il dialogo coi popoli è concesso, talvolta
consigliato visto che tendono a fornire indicazioni preziose sulla posizione
di un particolare oggetto o una galera e oltretutto, la linea di condotta di Arcus Odyssey
viene notevolmente condizionata dal rastrellamento delle pozioni; ottenuti
per cui da queste ultime i poteri di attacco, e in ragione del fatto che il game over
riconduce il giocatore allo schermo d’inizio, sarà bene di tenersi i
sortilegi migliori in vista dell’esplorazione dipartimentale di classe
Nintendo, benché quest’ultima avvenga in misura meno esasperante rispetto
agli standard del JRPG spurio e comunque il gesto, com’è giusto
che sia, andrà ultimato. Invero ripetute volte se si vuole avvicinare l’interezza degli
upgrade. C’è da considerare il fattore cooperazione. Il gioco a due
simultaneo si concede come azione di completamento dell’action adventure,
il quale conserverebbe il suo profilo anche deprivandosene, ma visto che la
modalità è corpulenta la si consideri qualora il Mega Drive dovesse
improvvisamente rilevare attività umane ausiliarie di vicinanza. Arcus
Odyssey è attrezzatura di prestigio. Lo si realizza dalle estetiche, dai
metallici suoni a bassa tecnologia Yamaha, e da una infrastruttura che vuol
cogliere – e mettere in convergenza – le branche arcade e ruoliste del
videogioco giapponese.