Si accusa
l’assenza di tracce-remix da incidere in favore dei contributori, ma che il Cotton
Original Soundtrack fosse più nello specifico inteso sotto funzione di
compilation era estraibile dal logo del trentacinquesimo anniversario della
Success stampato su cover. Il suono è di Ken-ichi Hirata. Del quale si è perduta
traccia dal 2000 – dopo Crossraid Crisis la sua produzione musicale sembra
essersi estinta – ma il cui lavoro di componimento per la serie dei Cotton
rimane esemplare a fine anni ’80 verso la stessa emancipazione del chiptune di
categoria fantasy, un’intenzione di multiformità che delinea al livello cinque
il microsound Yamaha del basso e dell’estro direzionale stereo ben
inquadrabile in un insediamento arcade affollato per due terzi, alle venti e
zero sette. Il CD uno detiene inoltre la OST di statura MIDI di Cotton Original
(PlayStation), che tuttavia manca il visus di tecnica di sottofondo coin-op e la
sua profondità.
Si vedrà come
Cotton Original Soundtrack intenda innescare soluzioni di frivolezza in un
retroterra distinto e non di fuori del suo contesto – sarebbe difficile: il
disco è chiaramente strutturato per felicitare i consumatori di videogiochi
Success a tema di streghe – anche contando taluni fenomenali stacchi di
armonica al quarto CD (Rainbow Cotton, Dreamcast) che al contrario vorrebbero
affermare il talento creativo di Hirata, che è indiscutibile ma pure irretito
dal prodotto di significato parziale; va detto, a sostegno della qualità
strettamente tecnica delle composizioni iniziali, che il contenitore
effettivamente si presti all’ascolto condizionato. Nel merito dei primi tre CD
Cotton OST dà il meglio di sé dietro preesistenti incroci con i titoli cui si
rapporta, e risulta per lo spirito edificante tornare a un Panorama Cotton o un
Cotton 100% e a questi rumori campionati che chiedono di essere sorbiti tutti
d’un fiato in quanto gustosi, non eccelsi ma gustosi, trattati per diventare
compagni di gioco compagni di scuola, dalle elementari fino a Cotton 2, che
evolve solo a metà, ma che si ferma per merenda. Pane e marmellata. La perduta
infanzia. E poi si diventa grandi poiché è uscito il Dreamcast e con lui Rainbow
Cotton. I microchip sonori a largo bittaggio consentono la creazione di nuove
acustiche e infondono margine di sperimentazione teoricamente illimitato
difronte ai sessantaquattro canali, e si sente: Hirata sfodera l’exploit, la
colonna sonora della vita sulla coabitanza tra le librerie antiche del Cotton
X68000 e il moderno scanzonare dello strumento a corda. L’antico e il moderno.
Sussiste una convincente fusione tra le due epoche del videogioco anche traverso
l’innesto di frasi melodiche parallele, dal Castlevania Rondo of Blood a cenni
di un Sexy Parodius lasciato mantecare per due minuti e cinquanta. Non ti
abbiamo dimenticato, Hirata. Ovunque ti trovi adesso. Dovevamo dirlo.
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