Da
longitudine ignota guardi il pianeta invertire il suo spostamento verso i raggi
di un sole che a osservarne il contrasto si vede che è blu, e si vedono i raggi
del sole blu deflettere luminescenze sugli specchi oceanici di una superficie
antica, ti costruisci una visione di colonizzatori antichi, pelle a squame,
occhi spenti attraccare tot miliardi di anni orsono su questa Terra senza terra,
solo scaglie di rocce sommerse su questi luoghi a Noi sconnessi ma da Nettuno
concessi a che la stirpe dei Belsar a sguazzi proliferasse, quella che feroce
avrebbe mosso armi al pianeta Darius e iniziata una diatriba secolare di eroi
dello spazio che portano eroiche gesta alla causa della sopravvivenza
dell’umanità, raggi laser che arrivano come se piovesse, cetacei giganti che in
formazione di ariete trapassano le barriere di Sagittarius e che vengono poi
indietro ricacciati da improvvise sacche di resistenza, episodi leggendari di
salvazione estrema e di strenuo coraggio che le Cronache di Darius ambiscono a
tramandare, nel duemila e sedici, per non lasciare che il tempo dimentichi le
azioni di chi ci rese liberi.
Dariusburst Chronicle Saviours assume
portanza nel mezzo di un’iniziale sequenza di spiegamento radente oceani, la
quale cade alla fine in una esplosione di gamma e un cantato trasversale di
configurazione Zuntata, un “poison-jazz” asincrono quanto lo scorrere del
quadro al distaccamento di cinepresa, presso il combattimento col granchio;
si introducono ampi caricatori di luce da utilizzare contro specie di
ragni-pesce in via di estinzione correnti a banchi di installazioni
geometriche, e si concorre lì in Tokyo Nishi-Shinjuku a disegnare cose che
possiedano il movimento perpetuo degli organismi multicellulari
galleggianti, un tipo di alga che si trovava in Antartide quando c’erano i
dinosauri volanti e gli insetti giganti, e i pesci volanti. Il Burst System
che lancia il satellite semi-autonomo di persistenza è argomento che
richiede studio. Ne richiedeva invero anche su PlayStation Portable ma sulle
nuove console di adesso il meccanismo di scarico direzionale acquista nuovo
attrito e tutto occorre espanso nello spazio di Chronicle Saviours sinché
arrivano numerosi i pod di allargo del fuoco delle armi e sin dove il
punteggio moltiplica in proporzione, e non v’è motivo che questo non accada
in ciclo, a meno che non si scelga di volare in pace e cadere di
conseguenza. Another Chronicle EX consiste nel port diretto
dell’omonimo coin-op ultrawide del 2012 e sapete cosa: la forzatura
del nuovo aspetto ridiscute al più marginalmente la significativa virulenza
genocida di Chronicle Saviours anche sul display minimo di PS Vita, in
quanto interviene questa impagabile manovra capace di ricalcolare le
distanze dello shooter orizzontale e di farti ritornare in men che
non si dica alla versione Saturn di Darius II, che conteneva ferro.
Chi sei, Zuntata. Sto fatto che devi sempre
arrivare a farci arrivare alla deriva, la maschera dell’ossigeno piena di
idrogeno il neclueo di una turbolenza, punti infinitesimali invisibili nel cielo
ceduti alla forza di un vento mai visto prima violento assoluto si porta
appresso quel che dev’essere avanzato del Nostro spirito nero nero ci fai
diventare niente l’incisione in vicinanza dello sterno fiotti di un liquido che
non è sangue, è un sentiero traslucido, senti il fiume verde rigonfiarsi
straripare sul pavimento che non esiste, è trattenuto un rimasuglio di ricordo
di qualcosa che non sai spiegarti, ché non sai spiegarti da dove arriva Splendid
Form s’intitola così il suono dio mio, Zeus diccelo tu, da dove. Si è istituito
il metodo di avanzamento. Il punteggio viene omologato solo quando ti dicono che
la missione è conclusa. Le navi si comprano con i crediti del punteggio. Sei
obbligato a continuare. Ritornano i bivi. I livelli sono tanti. In EX se ne
sbloccano tremila. I mostri si ripetono. Ma i mostri sono diversi. I mostri si trasformano.
Da principio intervengono sotto figura di nave spaziale. Dopo tramutano in pesci
si deve sottolineare in Dariusburst Chronicle Saviours l’invenzione di un grande
momento fantascientifico un sistema di sistemi canalizzatori sotterranei che
sembra essere testimonianza di precedenti crimini contro la pescità, cambiamenti
di temperatura senti freddo poi caldo, il tramonto delle cento lune stazioni di
sopravvivenza terraformazione di Marte, tu attacchi Darius io ti distruggo
l’acquario è questo, questo il senso di tutto: lo sparatutto che diventa una
missione di prosecuzione del genere con cui si è diventati quel che si è, che
non sarà tanto, ma è qualcosa. Chi sei, Zuntata. Da dove l’hai estratta fuori
quella voce che all’inizio canta freedooooom...