Dovevano
trovare uno disposto a testimoniare per loro, qualcuno che in qualche modo li
accompagnasse a quando usavano di chiamarsi Namcot e facevano cose da turchi
puranche sempre alla giapponese, tra una ciotola di udon e l’altra, cose
riassumibili in Pole Position e Rolling Thunder che si poteva solo rimanere a
contemplare per la loro semplicità d’uso, una stravaganza di sprite che faceva
capire all’istante di stare a interloquire con videogiochi intramontabili che
surclassavano lo schema dell'ordinario e per cui il duemila e undici
vede allestire il marchio
ShiftyLook come
diffonditore del verbo Namco uno punto zero ai popoli, un avvenimento capitale
per il destino di Wonder Momo dal momento che sarebbe stata ShiftyLook a
pianificarne il ritorno in gigantissimo stile a esempio di revival
trasversale veramente ambizioso, fior di artisti da mettere sotto contratto per
il webcomic, l’anime e un videogioco da disegnare per ordigni Nvidia Tegra
freschi di brevetto. Lo sapevamo che sarebbe finita a momenti, un esperimento di sittale
levatura umanista non poteva durare ma vuoi mettere: hanno per davvero
realizzato un Wonder Momo in HD.
Esistevano virtuosi della scultura
bidimensionale sul genere di WayForward che chiedevano di essere
scritturati per acclamazione ed è quel che accadde. Commissionando loro il “progetto Typhoon Booster” si
otteneva inoltre facoltà di saltare il tavolo del brainstorming per un
diretto approdo allo stadio della programmazione, ch’è risaputo da quelle parti
di non bisognare spiegazione né di elaboramento particolare, e lì, semmai, si
conosceva anzitempo i criteri che il giuoco avrebbe dovuto assumere a supporto
del Prediletto, scorrimento d’orizzonte con trasformazione, discorsi vari di
giapponeseria, studentesse-idol, alieni, e loro sapevano anche di avere licenza
di osare sul lato della prorompenza dell’originale character design di
Omar Dogan, che oltreché rimanere intatto doveva vincere di per lui ulteriori
innesti intorno alle zone di sporgenza ma tuttavia senza disarmonizzare,
nossignore, l’esteriorità dei corpi in atto di locomozione. Viene a consumarsi
una assai scherzosa circostanza d’incontro tra due idee artistiche almeno, e a
non voler considerare il fattore umano adempiente, ché lo sarebbe anche, l’opera
di WayForward agisce come reincarnazione della Namco a menzionarvi la perfezione
del tempo scenico, di un palcoscenico dal quale s’intravvedono i bracci degli
spettatori che sbraitano, che ambiscono a diventare componenti attive
dell’evento al pari dell’estroso
Tommy Pedrini [Tatakae! ☆ Mecha Meccha Tirano!
vuol catturare vent’anni di serie tokusatsu, riuscendoci] e di rimarchevoli
altre personalità quali Jake “Shovel Knight” Kaufman e Alex Culang.
La ripetizione definitivamente simmetrica delle
azioni che fu del primo Wonder Momo si afferma di nuovo in Typhoon Booster
su richiesta di WayForward, che davanti a un meccanismo che vede assumere di
identità proprio in funzione di certi necessari limiti circostanziali non trova
un singolo motivo per un cambiamento sensibile, e succede che lo sviluppatore
aggravi e rilanci il sistema del picchiatore a scorrimento appunto per annullare
il rischio della manomissione estetica, sicché tutto scorre secondo un
prestabilito ordine di fluidità in Typhoon Booster di sopra una manovra di
assoluta precisione formale che prevede un numero indeterminato di calcioni
volanti da sferrare in spaccata e una serie di wonder hoop da lanciare
come premio di trasformazione contro i mostri mascherati a scatenare la reazione
del rimbalzo multiplo – il chain system – sino a ottenere token extra da
consumarsi nel “Momo Catcher”, il minigioco che serve a completare le gallerie
dei premi, i quali comunque sono niente a confronto di una modalità per due
giocatori che ti fa istantaneamente regredire allo stato di automa-scimmia e
avrai capito perché, consistendo quest’ultima in un infinito omaggio alla
“golden age” del videogioco arcade ottantesco dove il divertimento non manca
mai, dove il più delle volte è la scintilla del nonsense a sostenere il
consumo, una qualche figura-stereotipo che barcolla e produce versi, una caduta
accidentale nel fosso a un pixel dal completamento, le ragazze particolarmente
svestite che tirano randelli. Wonder Momo: Typhoon Booster è come la Coca-Cola:
effervescente e sexy, riveste il mondo di zuccheri.