Attenzione:
è stato un bene. Ci mancava solo che Sega si mettesse a scrivere
conversioni-olocausto formato PlayStation 2, dopo quel che riuscì a non fare in
sede di trasferimento da Dreamcast per cui sì, non ci fosse
stata Sumo Digital si realizzerebbe adesso di cose in movimento non
identificabili e di tessiture d’alta approssimazione e morte. Invece Sumo.
Sede a Sheffield. Hanno portato GTI Club su PlayStation 3, ché Namco se
lo era eccome lustrato l’OutRun 2 SP giapponese, in Giappone, per infine
decidere che meglio di Sumo poteva esservi invero Yu Suzuki in carne, che però
lavorava per Sega. Ma forse neppure per Sega, a partire dal secondo millennio.
2006: in Europa esce OutRun 2006 Coast 2 Coast ed è tripudio, sull’XBox. Sarebbe uscito
in simultaneo su PlayStation 2 ma con questo grave limite di doversi
sbloccare l’extra in link-up con PSP e buona notte, sicché prendo l’edizione
XBox che ha tutto e che è realisticamente avvicinabile all’arcade, vista la
rispondenza hardware. E invece no. Giappone. Ancora lui a dire che se vuoi
entrare nel club devi agire in edizione di gran lusso, ma non su XBox, che è
una patacca, bensì PlayStation 2, che ha versioni slim ed è glamour: «vediamo se Hiro vuole incidervi qualche remix, si potrebbe riunire
la S.S.T. Band e far loro realizzare il CD color nero, da allegare come
segno di continuità della storia». E intanto Sumo si mette a riscrivere il
codice della precedente versione pal e attua la moltiplicazione dei chip, su PlayStation 2, e vuole
ancora fluidificare e perfezionare finché succede che vengano
ripristinate le sequenze di ultimazione percorso – il lancio dello Shuttle e
l’eruzione del vulcano – che s’eran viste al tempo su coin-op.
Fintanto che il tessiturale si consegna al
poligono crudo Sumo Digital rifà virtuosa il colore realista del versante
Microsoft, e pure le mancanze sul lato della rifrazione sulle superfici
liquide, come può essere il caso della baia di Sunny Beach, che
sterza dal fotografico al cromatista, partecipano presto a riferire la
scuola della traduzione da sala giochi quando si rimarca che in effetti su
PlayStation 2 OutRun 2 SP è saturo, assai a tinte luglio-agosto. C’è il sole.
Secchi di giallo-quattron su macchinari sgommanti in obliquo in sessanta
superframes saranno la tradizione AM2 del correre felici ed è vero, i dodici
mesi di rifinitura son serviti a snellire routine e vettori anche oltre il
raffronto diretto da Chihiro, tal che il paradosso del trasbordo
revisionista attuato a partire da codesti hardware per due volte performanti
nonché a cinque misure più grassi in quanto a RAM video e schede custom
della NASA si manifesti irreversibile a comparazione di stabilità coi già
esistenti Coast 2 Coast XBox e PlayStation 2 pal nell’azione dell’azzeramento del
microrallentamento, che era cosa da niente ma che per i giapponesi doveva
essere questione di urgenza. Potevano dirlo subito, ché per anni ci avevano
fatto credere si trattasse di mero esericizio di localizzazione, modifica il
titolo e metti kanji, lì dove si è in verità smossi mari e monti e
determinato il fronte definitivo dello stile OutRun.
Nel 2007 OutRun 2 SP è il finale a
sorpresa, poiché mica ti aspetti che Sumo prenda a ripulire il raster, che
immetta l’antialiasing e i 480p, che estenda la compatibilità ai volanti con
force feedback (GT Force Pro) e renda tracce audio inedite, oltre che
sistemare il loop della OST di Turbo OutRun. Non l’avevi calcolato.
Al contrario, la messa al bando del mai così inutile sistema di salvataggio
a coabitazione con PlayStation Portable era un fatto prevedibile in ragione
di assenza di ferraristi giapponesi formato UMD e per dunque, ma con molti
argomenti in più a suo beneficio, OutRun 2 SP dà conferma del super corsismo delle gare di abilità a scalare che si ebbe modo di iniettarsi all’uscita
europea, con il gallone di materiali bonus, piste e autovetture da comprare
allo showroom in forma di premio di conquista, le sfide del derapage
chilometrico, dei palloni e degli ufo, le comete da scansarsi allo slalom.
Lo si era mancato, nel 2007, per Nostra grandissima colpa, il meraviglioso
OutRun 2 SP. Lo si è ripescato in marzo e che meraviglia, di nuovo, la corsa
costa a costa, pure al decadere del tempo degli arcade e della Sega,
come un’ultima brezza d’estate che ti riporta indietro le zone di balneazione
oltre i palazzi, e ti persuadi che lo spazio che scorre di traverso non può essere
giusto il teatro estemporaneo del videogioco e dei suoi generi, ma deve per forza
risolvere il trapasso di una generazione.