SEGA AGES OUTRUN
di @Luca Abiusi

Che poi è venuto fuori che Sega non pagò a Ferrari alcun diritto d’autore, non per caso gli OutRun avvistabili in Shenmue II e nella collana Sega Ages 2500 avrebbero dispensato macchine differenti. Perché diciamo che nel frattempo Ferrari se n’era accorta e fatto sta che nel Novantasei si guida ancora la Testarossa, sul Sega Saturn, dove il corsista di Yu Suzuki è decisamente lui; un’edizione basilare dal momento che hanno provveduto a inserirvi un discreto quantitativo di oggetti nuovi per rendere omaggio al mito e, simmetricamente, allungare il consumo. Meglio dell'emulatore, OutRun Saturn piega la discriminante del tempo a volere rivendicare, dieci anni dopo l’uscita del coin-op, una cultura arcade a quadri multipli forse prematuramente insabbiata dalla stessa AM2 dopo Daytona USA e quindi a conseguenza dell’introduzione della Model 2 e delle avanzate tecnologie poligonali in texture mapping. Ma se l’estetica può apparire vetusta – ma non lo è, visto come il titolo sembra resistere all’obsolescenza – è la qualità della corsa, questa velocità estrema e questo infilarsi tra camion al limite di sterzata che fa l’eccellenza. Che fa la storia.

Oltreché determinare un’accurata riproduzione del coin-op, OutRun Saturn offre eventualità di selezione dei tracciati “Overseas” e “Japan”, che sono discretamente differenti sulla disposizione dei bivi e durante fase iniziale della bagarre; se in Overseas – la versione distribuita nel resto del mondo – non si rivela nulla che non si conoscesse rispetto all’arcade, in Japan la A.I. delle auto sa essere più affilata nel primo settore, come non ti aspetti di vederti a breve i quadri che al tempo dovevi affrontare alla fine. Accade rielaborazione. Fattore che procede a influenzare in maniera generalmente sensibile il rateo di ostilità, che “in Giappone” parrebbe orientarsi verso l’alto. Diventa possibile ottenere un diverso framerate selezionando “smooth” dal menu di configurazione criptato attivabile attraverso cheat mode essenziale come X+Y+Z+Start dal primo controller; tale modalità consente di usufruire dei sessanta fotogrammi al secondo e d’influenzare il precedente scorrimento, adesso pressoché privo di artefatti, ma è anche riscontrabile in tal forma una generale diminuzione percettiva sul refresh del raster, che risulta compromesso lì dove il super scaler del coin-op garantisse l’illusione di correre a mille all’ora. In diversi termini, l’opzione “smooth” rende il gioco più fluido, ma anche più lento. Si resti sulla configurazione iniziale. Vi è inoltre modo di ottenere il layout della versione da sala visualizzante la scritta di “Insert Coin” che lampeggia eseguendo combinazione di A+C+Start dal secondo controller, quando compare la schermo del titolo.

Va detto che codesto OutRun è rivoluzionario ancora, nel ’96. E lo è nel momento corrente per la di lui brillantezza, l’innovazione che adesso non ti puoi permettere di comprarti, ché un approccio uguale in un racing game non s’è veramente più visto, se non in maniera pedissequa in uno o due tentativi non così riusciti d’imitarne il rosso; è di nuovo notevole sfrecciare ottanteschi di fianco al mare e attraverso le rocce pur anche se l’opera di Suzuki mette a dura prova i Nostri riflessi un po’ meno ottanteschi e aggressivi di quanto si auspicasse ma comunque, questa luccicante edizione Saturn rende merito a un videogioco capace di dominare il settore corsista fino alla metà degli anni ’90. Meglio dimenticarsi dell’apprezzato adattamento per Mega Drive: qui si tratta di essere, letteralmente essere davanti al videogioco del 1986, e di provare per cui sensazioni che si pensavano cadute dopo la caduta delle sale giochi e adesso mi dirai ci che sta il MAME: sbagliato. Poiché l’emulatore non prevede l’uso dell’Arcade Racer. Il quale non avrà il force feedback del cabinet nè il pedale dell’acceleratore, ma che tuttavia rivela precisione e stabilità dello sterzo in curva, a sollecitare l’inclinazione grauduale accurata e realizzare la prescrizione del joypad digitale, pur supportato. Vi è l’arrangiamento del suono. Che risulta eseguito pro bono dallo stesso Kawaguchi come OST alternativa al chiptune, le cui tracce sono a ogni modo ascoltabili di default, e in effetti il remix costruito a studio – che in Europa e Nord America avrebbero inspiegabilmente tagliato – è un virtuoso ripensamento autocelebrativo strumentale delle musiche portanti. Gli effetti risultano in egual modo potenti malgrado i rilevanti anni accumulati dal microchip Yamaha a 4 MHz della scheda da bar e te ne avvedi ascoltando i campionamenti delle sgommate o l’effetto del vento, al sorpasso. Sei molto più che semplicemente bello, Sega Ages OutRun; in quanto luogo di formazione per qualunque essere vivente che abbia l’ardire di accostare Saturno tu sei, semplicemente, perfetto.









  Piattaforma Saturn
  Titolo Sega Ages OutRun - SEGA AGES アウトラン -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1996
  N. Giocatori 1
  Produttore Sega
  Sviluppatore Rutubo Games
  Designers Masatoshi Hashimoto, Shinichirou Mukaigashira, Tetsu Matsushima
  Compositore Hiroshi Kawaguchi
  Sito Web www.rutubogames.co.jp
  Sist. di controllo Analogico - Volante
  Numero tasti 3
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Sprite scaling
  Formato CD-Rom
  Numero supporti 1
  Compatibilità NTSC-J [] NTSC-U/C [No] PAL [No]
  Genere Driving
  Rarità
  Quotazione 40 - 60 €
  OST Sì [Out Run, 1992, Pony Canyon]

 

La conversione viene realizzata da Gêmu no Rutsubo [Rutubogames], team di formazione Dempa Micomsoft specializzato in conversioni da arcade già coinvolto nello sviluppo di After Burner 32X e nei port Saturn di After Burner II, Fantasy Zone e Fighter’s History Dynamite. Si rileva piena compatibilità con le periferiche Arcade Racer e Sega 3D Control Pad. In Europa e Nord America il videogioco sarebbe stato raccolto nella Sega Ages: Volulme 1 assieme ad After Burner II e Space Harrier. Le tracce audio della versione giapponese sono ascoltabili direttamente da CD.