CHOHMAKAIMURA
di @Luca Abiusi

C’era il fotogramma dell'incursione di un principe nella foresta che in gioventù incominciò improvvisamente a essere ricorrente a infestare i Nostri sogni da prima che Rai 1 iniziasse a trasmettere Biancaneve l’avevamo visto prima, lo giuriamo sulla testa di Nettuno, il disegno animato del cavaliere medievale portante Excalibur fra i rovi e i mostri dentro il confine dov’egli infine scova la principessa per vivere con lei e i suoi cortigiani felice e contento forever, nel castello. Mari Yamaguchi ebbe visioni equivalenti. Non ne abbiamo le prove empiriche, dovremmo chiederglielo di persona ma lei è figura talmente schiva non si fa trovare, ma però non ci vuole chissà quale intuito particolare per sostenere la tesi di una di lei predisposizione alla divagazione fiabesca più totale se quantomeno si ha l’ardire di cimentarsi all’ascolto di quanto ella ha da dire in mezzo la tempesta di neve di Chohmakaimura presso le alture, estasi di flauti a canneggio largo sopra le due ottave e sviolinate, oboe, orchestre. Gli zombie sono tipo Frankenstein. Le bare volano. Nel ’92 si era temuto che la cartuccia del nuovo Ghouls’n Ghosts potesse risultar guasta da che non si riusciva a saltare oltre le lapidi. Ma poi si realizzò che bisognava premere due volte. 

L’introvabile manoscritto del XIII secolo “Sul retaggio delle Cronache della Cavalleria e i Racconti di Camelot” detenuto dai primi fondatori di Capsule Computers e verso il Duemila consegnato dai medesimi all’Ordine dei Templari della Sacra Romana Chiesa assieme ai resti del Santo Graal sembrerebbe custodire un’antica profezia di restaurazione del Cavalierato di Re Artù; stando al resoconto verbale di una dettatura degli scritti avvenuta tra il XIV e il XV secolo nell’Abbazia di San Lorenzo in Trento, l’avvento di resurrezione avrebbe dovuto manifestarsi nell’anno del Signore MCMXCI sotto forma di “meccanismi aristotelici pagani a sorgenti di luce” da cui sarebbero fuoriusciti mosaici in movimento di accadimenti soprannaturali a riguardo di presenze demoniache e rapimenti, sacre armature, cimiteri abbandonati, navi fantasma. Per quanto ci concerne, e sebbene le ragioni che spinsero quelli di Capsule a sbarazzarsi del libro ci rimangano tuttora ignote, si è conferito mandato di ritrovamento del reperto a squadre di rinomati archeologi muniti di frusta: finché questi non saranno tornati con testi a confutazione della parola trasmessa si continuerà a credere che il manoscritto intendesse orientare il leggitore verso il videogioco Chohmakaimura. Vi è odore di Necronomicon, di maledizione. Non sono da escludersi passaggi segreti sino ad ora ignorati. Si potrebbe guardare nella stiva della nave o scardinare qualche porta qualche bara; nel fondo del mare del secondo livello ci è parso di vedere un forziere sospetto, potremmo guardarci dentro, magari rinveniamo una chiave d’oro utile ad aprire un varco per una dimensione parallela di morti viventi alla “Aldilà: e tu vivrai nel terrore”.

Qualche rallentamento visibile quando non te l’aspetti non turba l’impatto visuale di codesto Ghouls’n Ghosts al Mode7 facente largo sfarzo di sfondi in multidifferenziale a eccesso di rialzo del colore poiché si sta dicendo di una versione della Capcom, quella dei giuochi arcade in “single player”, che sarebbe rimasta inaccessibile all’avanzante trasformazione del media per ragione d’integrità, per volontà di conservazione di un codice estetico che doveva essere istanza di una nuova deriva tecnica – attraverso animazione – anche usando licenze altre, i luoghi stereotipati o le icone della narrativa popolare; in Chohmakaimura l’adozione del metodo della trasformazione del fantasy si eleva a forma d’arte, e si può in effetti dire che l’incoerenza delle icone tra loro messe (mosse) orizzontalmente in collusione assume un significato di gestualità a conseguenza del direzionamento de-lineare del vigente sprite in armatura, che si immola al salto verticale, che contrariamente i suoi precedenti alter ego si prende in carico l’agilità del penta-atleta contaminando dall’interno la struttura del platformismo arcade. In Chohmakaimura la deformazione bidimensionale induce la sequenza razionale di Super Castlevania IV; l’effetto visivo, per cui, avviene propedeutico alla continuanza dell’atto, risvolto necessario all’innesco dell’evoluzione – e della contestuale muta – dello scorrimento direzionale plurimo fin sulla zattera a cavallo delle onde o nell’antro infernale, che senza avvertire inizia diabolico a inclinarsi a cagione di gravità. Siamo diventati polvere, davanti alle emissioni luminose di Chohmakaimura. Che non per caso è tra i titoli che hanno ammantato di luce il Super Nes. 









  Piattaforma Super Nes
  Titolo Chohmakaimura - 超魔界村 [Ultra Demon World Village] - WORLD: Super Ghouls’n Ghosts
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1991
  N. Giocatori 1
  Produttore Capcom
  Sviluppatore Capcom
  Designers Tatsuya Minami, Kimio Yamazoe
  Compositore Mari Yamaguchi
  Sito Web www.capcom.co.jp
  Sist. di controllo Digitale - Joypad
  Numero tasti 2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Multidirezionale
  Formato Cartuccia
  Numero supporti 1
  Compatibilità NTSC-J [] NTSC-U/C [No] PAL [No]
  Genere Platform
  Rarità
  Quotazione 50 €
  OST Sì [Makaimura Ongakutaizen, 2005, Suleputer]

 

Nel 1998 il Chohmakaimura inciso sul Compact Disc della Capcom Generation 2 – Saturn e PlayStation – è una “più che impeccabile” riproduzione del referente in cartuccia a conseguenza del ripulisti intercorso sui precedenti cali del frame rate; il port induce altressì contenuti nuovi sul versante del suono e degli artwork. Nel 2002, sul Game Boy Advance, Chohmakaimura R mantiene i rallentamenti dell’originale ma anche opziona il gameplay alternativo con le grafiche ricostruite. Capcom Classics Collection Vol. 1 – PlayStation 2 e XBOX – vede in azione il medesimo Chohmakaimura della Capcom Generation 2, ma proprio letteralmente: lo schermo di avvio visualizzante copyright “Capcom 1988 - 1998” tradisce l’utilizzo del codice PlayStation del ’98, che quindi Digital Eclipse si preoccupa di far girare sotto un emulatore proprietario. Le localizzazioni occidentali del videogioco assumono il titolo di “Super Ghouls’n Ghosts” divenendo ingame oggetto di censura in sede d’intarsio cruciforme delle lapidi. Le restanti modificazioni, invero marginali, riguarderanno il cambiamento del nome del boss finale, che da “Samael” diventa “Sardius”, e la correzione di un refuso allo schermo dei credits. Il gioco risulta scaricabile dalle Virtual Console di Wii e Wii U.