THUNDER SPIRITS
di @Luca Abiusi

Tutti gli uomini della Invictus rallentarono senza manco minimamente opzionare di chiedere il permesso, ma pure inoltrando in verità richiesta verso ignoti a modoché si propulgassero tra pixel sanzioni di turbolenze a marchevolissime quote di sopra dei tremilacinquecento, cinquecentomila chilometri dalle prime atmosfere della colonia extraterrestre denominata “02”. Si rinviene in codesto modo una replicazione di scatti quanto d’improvvisi attacchi d’alzheimer e di fermo dell’immagine, esecrazioni d’instabilità col tempo che si ferma, frazioni di codice che si staccano dal codice, anomalie, paradossi che pur nonostante che non sembrassero di voler trasferire l’influenza del tecnicismo dello scorrimento perfetto dei migliori shooter del Mega Drive al problematico chipset del Super Nes si eligerano improvvisamente ad arma vincente dell’attrezzatura del Novantuno detta Thunder Spirits le cui strutture sono riduzione del Thunder Force AC; la diminuzione della frequenza di spostamento degli oggetti doddisfa per quindi un vago requisito di perequazione sull’algoritmo di variabilità e collimatura come ad annichilire preventivamente la questione dell’accelerazionismo spaziale di qualcuno che si chiamava *****kado.

Thunder Spirits gronda. Si sono messi a riscrivere il suono originale per farne suoni d’immanente dimostrazione di velocizzazione progressiva nell’impossibilissimo “Venus Fire” del secondo quadro dove ti viene anche di venire su chi l’ha riscritto ma sempre in forma di rispetto in quanto sai che dopo altressì avverrà codesto cristo di “His behavior inspired us with distrust” e che per cui non potrà essere la colonna sonora di Thunder Spirits una cosa tanto per fare la conversione che il ciccionerd si mette solitamente nella vagina in omaggio al disegno sullo scatolame con l’astronave, assolutamente no anche dopo che a video s’è determinato l’abbassamento del frame rate da sessanta a quarantacinque da che si è a conoscenza del disagio che il microprocessore grafico del Super Nintendo manifesta in occasione di affollamento una specie di fobia, gli abbiamo indicato uno psicanalista di famiglia uno che sa guarire le cose. Il quale gli ha prescritto 16MHz di overclock della CPU. Thunder Spirits è un Thunder Force III significativo. Arriva del materiale grafico nuovo. Apprestano schermi che non si erano visti neppure presso la sala giochi malfamata che stava all’inizio del Corso, un garage con due tende a fare da ingresso e i colori vivono. Sul Mega Drive non erano stati così vivi, i colori. Invece adesso vivono. A un certo punto il videogioco Toshiba EMI è abile a disinnescare i rischi derivanti una eventuale comparazione diretta, presto riservandosi la facoltà di proclamarsi stato indipendente con un suo governo, un suo apparato militare, una sua carta dei diritti.

Ma piuttosto parliamo di quanto Dino Dini’s Kick Off Revival è capolavoro. Viene instaurato questo giuoco a tutto campo attraverso un motore che imprime alla sfera una specie di propulsione a ellisse. I Nostri Sacri Scroti avranno modo di argomentare, possibilmente dopo Thunder Spirits, videogioco dove si spara che non deve essere messo in ombra dai precedenti (e succedenti) Thunder Force poiché lui rivendica di suo sterminate situazioni di sterminio di guerra tra ferri; le bestie meccaniche arrivano anche quando stai sott’acqua e il design suggerisce distopia, cessazione di civiltà, un futuro descritto che è proiezione di un futuro che mai esisterà, mecha design senza senso ma bello, monster design mostruoso cadenza di fuoco che è sequenza di sparatorie una dopo l’altra col cambio shimano che provvede lì a selezionare la sparatoria più alta, quella a cui si è detto di uccidere anche in salita. Il vaporizzatore della Invictus trasmette impulsi convincenti di fantascienza metallara col suo fuoco potente e il suo gameplay capace di ridestare l’inerzia del consumatore dal primissimo schermo, e non è che tutti gli sparatori del Novanta potessero permettersi di farlo. Lo facevano quasi tutti a dire il vero, ma non sul Super Nes. Sulla console Nintendo si materializzavano al massimo i videogiochi di Super Mario, e si realizzavano semmai platform e ruolismi utili a sostituire le roccaforti arcade rimaste operative dal 1978; si deve investire sull’obliquo imperfetto di Thunder Spirits in forza a una direttrice di celebrazione rituale residente a est, e di fuori del contesto di Nintendo. La colonna sonora ce la porteremo dentro per sempre.









  Piattaforma Super Nes
  Titolo Thunder Spirits - サンダースピリッツ -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1991
  N. Giocatori 1
  Produttore Technosoft / Toshiba EMI
  Sviluppatore Invictus
  Designers ...?
  Compositori Toshiharu Yamanishi, Tomomi Ohtani
  Sito Web www.tecnosoft.com
  Sist. di controllo Digitale - Joypad
  Numero tasti 4
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Laterale
  Formato Cartuccia
  Numero supporti 1
  Compatibilità NTSC-J [] NTSC-U/C [No] PAL [No]
  Genere Shoot ’em up
  Rarità
  Quotazione 40 €
  OST Sì [ThunderForce III 2014 Original Sound Track, 2014, Twenty-one Tecnosoft div.] [MD]

 

Il videogioco, port diretto di Thunder Force AC, viene nel ’91 affidato al team di sviluppo esterno Invictus, sussidiario di Toshiba EMI (EMI Music Japan). In ragione del pendente copyright Sega si decide quindi per la modificazione del titolo, ma invero la conversione differisce altresì dal modello arcade al livello 6, dove si riscontra il completo revisionamento dell’avamposto spaziale nemico. Inoltre, Thunder Spirits inserisce nel finale un quadro bonus non presente in sala da gioco.