Tutti
gli uomini della Invictus rallentarono senza manco minimamente opzionare di
chiedere il permesso, ma pure inoltrando in verità richiesta verso ignoti a
modoché si propulgassero tra pixel sanzioni di turbolenze a marchevolissime
quote di sopra dei tremilacinquecento, cinquecentomila chilometri dalle prime
atmosfere della colonia extraterrestre denominata “02”. Si rinviene in codesto
modo una replicazione di scatti quanto d’improvvisi attacchi d’alzheimer e di
fermo dell’immagine, esecrazioni d’instabilità col tempo che si ferma, frazioni di
codice che si staccano dal codice, anomalie, paradossi che pur nonostante che
non sembrassero di voler trasferire l’influenza del tecnicismo dello scorrimento
perfetto dei migliori shooter del Mega Drive al problematico chipset del Super
Nes si eligerano improvvisamente ad arma vincente dell’attrezzatura del
Novantuno detta Thunder Spirits le cui strutture sono riduzione del Thunder
Force AC; la diminuzione della frequenza di spostamento degli oggetti doddisfa
per quindi un vago requisito di perequazione sull’algoritmo di variabilità e
collimatura come ad annichilire preventivamente la questione
dell’accelerazionismo spaziale di qualcuno che si chiamava *****kado.
Thunder Spirits gronda. Si sono messi a
riscrivere il suono originale per farne suoni d’immanente dimostrazione
di velocizzazione progressiva nell’impossibilissimo “Venus Fire” del secondo
quadro dove ti viene anche di venire su chi l’ha riscritto ma sempre in forma di
rispetto in quanto sai che dopo altressì avverrà codesto cristo di “His behavior
inspired us with distrust” e che per cui non potrà essere la colonna sonora di
Thunder Spirits una cosa tanto per fare la conversione che il ciccionerd si
mette solitamente nella vagina in omaggio al disegno sullo scatolame con
l’astronave, assolutamente no anche dopo che a video s’è determinato
l’abbassamento del frame rate da sessanta a quarantacinque da che si è a
conoscenza del disagio che il microprocessore grafico del Super Nintendo
manifesta in occasione di affollamento una specie di fobia, gli abbiamo indicato
uno psicanalista di famiglia uno che sa guarire le cose. Il quale gli ha
prescritto 16MHz di overclock della CPU. Thunder Spirits è un
Thunder Force III significativo. Arriva del materiale grafico nuovo.
Apprestano schermi che non si erano visti neppure presso la sala giochi
malfamata che stava all’inizio del Corso, un garage con due tende a fare da
ingresso e i colori vivono. Sul Mega Drive non erano stati così vivi, i colori.
Invece adesso vivono. A un certo punto il videogioco Toshiba EMI è abile a
disinnescare i rischi derivanti una eventuale comparazione diretta, presto
riservandosi la facoltà di proclamarsi stato indipendente con un suo governo, un
suo apparato militare, una sua carta dei diritti.
Ma piuttosto parliamo di quanto Dino Dini’s Kick
Off Revival è capolavoro. Viene instaurato questo giuoco a tutto campo
attraverso un motore che imprime alla sfera una specie di propulsione a ellisse.
I Nostri Sacri Scroti avranno modo di argomentare, possibilmente dopo Thunder
Spirits, videogioco dove si spara che non deve essere messo in ombra dai
precedenti (e succedenti) Thunder Force poiché lui rivendica di suo sterminate
situazioni di sterminio di guerra tra ferri; le bestie meccaniche arrivano anche
quando stai sott’acqua e il design suggerisce distopia, cessazione di
civiltà, un futuro descritto che è proiezione di un futuro che mai esisterà,
mecha design senza senso ma bello, monster design mostruoso
cadenza di fuoco che è sequenza di sparatorie una dopo l’altra col cambio
shimano che provvede lì a selezionare la sparatoria più alta, quella a cui si è
detto di uccidere anche in salita. Il vaporizzatore della Invictus trasmette
impulsi convincenti di fantascienza metallara col suo fuoco potente e il suo
gameplay capace di ridestare l’inerzia del consumatore dal primissimo schermo, e
non è che tutti gli sparatori del Novanta potessero permettersi di farlo. Lo
facevano quasi tutti a dire il vero, ma non sul Super Nes. Sulla console
Nintendo si materializzavano al massimo i videogiochi di Super Mario, e si
realizzavano semmai platform e ruolismi utili a sostituire le roccaforti arcade
rimaste operative dal 1978; si deve investire sull’obliquo imperfetto di Thunder Spirits
in forza a una direttrice di celebrazione rituale residente a est, e di fuori
del contesto di Nintendo. La colonna sonora ce la porteremo dentro per sempre.