DOOM di @Emilio
Rocchi
“Così attraversi eternamente i reami dell’oscurità,
affrontando il Male dove altri hanno fallito.
Possa la tua sete di vendetta mai estinguersi;
Possa il sangue della tua spada mai essiccarsi;
Sperando che noi non avremo mai più bisogno di te.”...Corrax
Entry 7:17
Cattiveria.
Il nuovo Doom del duemila e sedici ne sprizza da tutti i pori. Sebbene il
gameplay si fondi sul classico sistema da first-person shooter, ambientazioni,
storia, il sistema di glory-kill e nemici, che seguendo la story-line provengono
direttamente dal “afoso” Inferno, contribuiscono a far sviluppare al giocatore
un approccio volto a farsi circondare da pezzi di carne e sangue ovunque. Ma
andiamo con ordine. La sequenza iniziale mostra il protagonista risvegliarsi e
liberarsi dalle catene di una bara runica. Si inizia quindi a maciullare i primi
demoni-zombi, in quanto viene da subito inserita la modalità glory-kill: se si
infligge a un nemico una quantità di danni sufficiente, il nostro Doom-Guy
potrà afferrarlo per poi smembrarlo con le proprie mani. Un sistema che ricorda,
per chi scrive, le fatality della serie Mortal Kombat, con le
dovute differenze tra i due giochi. Ovviamente. La storia poi segue le vicende
del Doom-Guy che deve chiudere il portale per gli inferi, per evitare che le
creature infernali invadano la nostra dimensione.
Le ambientazioni di gioco, così come i nemici, creano un contesto da
survival horror; ma, a differenza dell’ortodossia, in Doom si percepisce un
approccio per cui alla cattiveria si deve rispondere con altrettanta cattiveria:
un gruppo di Imp ci attacca, noi lo maciulliamo con shotgun e il sistema di glory-kill; un Mancubus ci mette alle strette, quando
si è carenti di vita e proiettili, allora utilizziamo la nostra motosega per sbudellarlo, letteralmente,
e acquisire così munizioni e vita extra. Senza contare i numerosi power-up, come “Haste” ed “Invulnerability”, che ci aiuteranno a
districarci nei vari scontri. Ah, quasi dimenticavo, il power-up “Berserk”:
altra cattiveria aggiunta.
Passiamo al gameplay. Vi sono due elementi che contribuiscono alle possibilità
di approccio al gioco, ossia il nostro arsenale con i relativi potenziamenti
delle armi e un sistema runico che ci fornirà abilità aggiuntive che meglio
si prestano al nostro stile. L’arsenale verrà arricchito progressivamente
attraverso l’esplorazione, per il ritrovamento delle varie tipologie di armi, coadiuvato a droni
con cui si attiveranno due tipi di fuoco secondario per
ciascun arma – da notare, anche questa volta da chi scrive, come il cambiamento
nell’armamentario in funzione ai vari tipi di scontri strizzi l’occhio
alle meccaniche da shoot’em up: basti pensare alla Plasma Rifle,
che con il suo flusso
continuo può essere affiancato a tecniche di gioco
volte a evitare contemporaneamente i proiettili avversari. Per quel che riguarda
invece i potenziamenti runici, oltre al fattore esplorativo, si dovranno
ottenere superando una serie di prove: diverse missioni, in stile
arcade, dove il giocatore deve soddisfare determinate condizioni, e quindi ottenere
in premio la relativa runa. Per quel che riguarda il comparto grafico, quest’ultimo si rivela
eccellente non solo riguardo agli effetti in sé, ma soprattutto perché la
tecnica si sposa perfettamente con le tematiche di storia e gameplay,
basti pensare al livello “Titan’s Realm”, cupo e lugubre come
dev’essere.
Lo sfondo musicale è un Heavy Metal nudo e crudo che anche se non si è fanatici del genere si
fa ampiamente apprezzare, in quanto scandisce il ritmo delle sessioni
di mattatoio, sebbene si sarebbe potuto meglio attingere alle librerie dei suoni,
non sempre coerenti con quel che si vede a schermo.
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