THUNDER FORCE II
di @Luca Abiusi

Anche se Yoshimura-san figurava altrove da diversi anni – nell’85 se n’era andato coi ricavi di Thunder Force per mettersi in proprio e fondare la software house “Arsys” – il Thunder Force II sostiene indizi di presenze bilogiche gruppo zero negativo importanti del programmatore in questione alla fase alpha, nel quando il disintegratore muove a soprelevarsi di visuali aeroplastiche serrate d’inizio Ottanta presupponendo un’idea di sequel derivativo cui metter sopra impulsi mirati di nuovissime e splendenti grafiche a sedici bit; eppure a sedici millisecondi dal sentenziare che il giuoco fosse nulla di più di una riprogrammazione del Thunder Force dello Sharp X1 il Thunder Force II si materializza pesante iniziando a introdurre discontinuità alla fase beta in istanza di configurazione laterale al parallasse con la volontà di non subire declassamento a stare più bassi di marchingegni come Gradius o R-Type, visto ch’era intanto subentrata la cosiddetta corrente dei siluratori sinistra/destra insigniti di pachidermi brutali buttatori di siluri e superbomba, ed effettivamente il portatore di forza tonante X68000 sarebbe stato forte in sala giochi in mezzo alla marmaglia, al posto della versione Mega-Tech. 

Lo scatolame del nuovo Thunder Force, che è un essere vivente, domanda che gli venga attribuito un encomio di supremazia tecnica al momento dell’acquisizione così sulla fiducia, e dobbiamo ammettere che Noi glie l’avremmo anche offerto se solo negli Ottanta fossimo esistiti in forma di giapponesi e avessimo detenuto abbastanza denari da poterci mettere il supercomputer della Sharp tutto dentro lo scroto poiché il videogioco Technosoft è decisamente un mostro di potenza che usa i suoi poteri di essere vivente per condizionare l’attraversamento bidimensionale a matrice di profondità, all’arrivo della gigantesca sezione differenziale con la sua autocisterna di spettri emozionali vertiginosi e trasparenze color acqua e all’innesco dello strappo direzionale, quando s’incomincia a percepire il flusso d’aggiornamento dei 15kHz nemmanco dall’iride ma proprio dall’atrio uditivo a figura di quel sibilo che il monitor CM8833-II della Philips sprigionava all’accensione, prima di trasformarci in uomini radioattivi; noncurante della sua mortalità, il nebulizzatore insterstellare sposta ordunque grondanti secchi di estetismi spaziali orizzontali et verticali sovrapponendovi spartiti PCM di sfavillanti suonamenti ramificati che decollano veloci e stazionano veloci – il metallaro, velocissimo segmento di avvio sarebbe diventato iconico – fino a precipitare in una turbolenza di piastre, circuiti stampati, vibrazioni-stoner. Mancanza di ossigeno.

Sovviene strumento di atomizzazione di versatilità inattesa per il settore di competenza, l’atomizzatore Technosoft, difronte all’esistente sua nuova condizione di alternanza di fuoco esente da rispondenze altre in arcade quanto in celle di contenimento di alta computisteria Sharp fornite di allarme di rilevamento di soggetti esterni come esseri viventi, tantoché quando si è cercato di introdurvi il soggetto Thunder Force II è partito un suono così potente da potersi avvertire dal quartier generale della Technosoft – qualcuno che passava di lì giura di aver assistito a scene di mobilitazione generale, pokémon in fuga, femmine incinte che urlavano, bambini inseguiti da pokémon in fuga, sirene spiegate prima che un razzo-sonda si distaccasse a velocità warp verso chissà dove – a sintomo della centralità che l’organismo in esame si carica in funzione delle sue funzioni di trasformazione funzionale di prospettiva, da sopra e poi lateralmente ma doverosamente conservando il medesimo arsenale scambiabile on the way rispetto a una generalmente inedita posizione di strategia dell’attacco in cui il singolo settore del raster venga liberato sul riconoscimento del pericolo vigente e non solo, quindi, a intercorsa identificazione della traccia del proiettile. Thunder Force II si radicalizza con l’impianto di un transgene progettato per mutare in contingenza di stress precisamente dove l’Accademia di ricerca e sviluppo dello Shooter intercede ai criteri più evoluzionisti; una volta ancora, seguendo gli insegnamenti di Yoshimura, Technosoft scrive la storia dello shoot ’em up.  








  Piattaforma Sharp X68000
  Titolo Thunder Force II - サンダーフォースII - 
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1988
  N. Giocatori 1
  Produttore Technosoft
  Sviluppatore Technosoft
  Designers Izumi Fukuda, Shinya Shirakawa, Osamu Tsujikawa, Takashi Iwanaga
  Compositori Tomomi Ōtani, Naosuke Arai
  Sito Web www.tecnosoft.com
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Multidirezionale
  Formato Floppy Disk
  Numero supporti 2
  Frequenza video 15 / 31kHz
  Sound MIDI No
  Genere Shoot ’em up
  Rarità
  Quotazione 150 - 200 €
  OST Sì [ThunderForce II 2014 Original Sound Track, 2014, Twenty-one Tecnosoft div.]

 

Viene del videogioco commissionata una riduzione Mega Drive – Thunder Force II MD, che nell’89 è il primo titolo del sedici bit a essere prodotto da una software house esterna a Sega – da distribuire anche al di fuori del Giappone; il port, prevedibilmente scalfito dall’uso della bassa risoluzione, da un numero di colori a schermo sensibilmente inferiore e dal ridimensionamento del suono, consegue nondimeno ampia accettabilità per gli standard tecnici della console oltreché per il gameplay, che risulta preservato in ogni sua forma. Curiosamente, il raccoglitore Thunder Force Gold Pack Vol. 1 (Saturn, 1996) avrebbe opzionato la sola edizione Mega Drive.