Anche
se Yoshimura-san figurava altrove da diversi anni – nell’85 se n’era andato coi
ricavi di Thunder Force per mettersi in proprio e fondare la software house
“Arsys” – il Thunder Force II sostiene indizi di presenze bilogiche gruppo zero
negativo importanti del programmatore in questione alla fase alpha, nel quando
il disintegratore muove a soprelevarsi di visuali aeroplastiche serrate d’inizio
Ottanta presupponendo un’idea di sequel derivativo cui metter sopra
impulsi mirati di nuovissime e splendenti grafiche a sedici bit; eppure a sedici
millisecondi dal sentenziare che il giuoco fosse nulla di più di una
riprogrammazione del Thunder Force dello Sharp X1 il Thunder Force II si
materializza pesante iniziando a introdurre discontinuità alla fase beta in
istanza di configurazione laterale al parallasse con la volontà di non subire
declassamento a stare più bassi di marchingegni come Gradius o R-Type, visto
ch’era intanto subentrata la cosiddetta corrente dei siluratori sinistra/destra
insigniti di pachidermi brutali buttatori di siluri e superbomba, ed
effettivamente il portatore di forza tonante X68000 sarebbe stato forte in sala
giochi in mezzo alla marmaglia, al posto della versione Mega-Tech.
Lo scatolame del nuovo Thunder Force, che è un
essere vivente, domanda che gli venga attribuito un encomio di supremazia
tecnica al momento dell’acquisizione così sulla fiducia, e dobbiamo ammettere
che Noi glie l’avremmo anche offerto se solo negli Ottanta fossimo esistiti in
forma di giapponesi e avessimo detenuto abbastanza denari da poterci mettere il
supercomputer della Sharp tutto dentro lo scroto poiché il videogioco Technosoft
è decisamente un mostro di potenza che usa i suoi poteri di essere vivente per
condizionare l’attraversamento bidimensionale a matrice di profondità,
all’arrivo della gigantesca sezione differenziale con la sua autocisterna di
spettri emozionali vertiginosi e trasparenze color acqua e all’innesco dello
strappo direzionale, quando s’incomincia a percepire il flusso d’aggiornamento
dei 15kHz nemmanco dall’iride ma proprio dall’atrio uditivo a figura di quel
sibilo che il monitor CM8833-II della Philips sprigionava all’accensione, prima
di trasformarci in uomini radioattivi; noncurante della sua mortalità, il
nebulizzatore insterstellare sposta ordunque grondanti secchi di estetismi
spaziali orizzontali et verticali sovrapponendovi spartiti PCM di sfavillanti
suonamenti ramificati che decollano veloci e stazionano veloci – il metallaro,
velocissimo segmento di avvio sarebbe diventato iconico – fino a precipitare in
una turbolenza di piastre, circuiti stampati, vibrazioni-stoner. Mancanza di
ossigeno.
Sovviene strumento di atomizzazione di
versatilità inattesa per il settore di competenza, l’atomizzatore Technosoft,
difronte all’esistente sua nuova condizione di alternanza di fuoco esente da
rispondenze altre in arcade quanto in celle di contenimento di alta
computisteria Sharp fornite di allarme di rilevamento di soggetti esterni come
esseri viventi, tantoché quando si è cercato di introdurvi il soggetto Thunder
Force II è partito un suono così potente da potersi avvertire dal quartier
generale della Technosoft – qualcuno che passava di lì giura di aver assistito a
scene di mobilitazione generale, pokémon in fuga, femmine incinte che urlavano,
bambini inseguiti da pokémon in fuga, sirene spiegate prima che un razzo-sonda
si distaccasse a velocità warp verso chissà dove – a sintomo della centralità
che l’organismo in esame si carica in funzione delle sue funzioni di
trasformazione funzionale di prospettiva, da sopra e poi lateralmente ma
doverosamente conservando il medesimo arsenale scambiabile on the way rispetto a
una generalmente inedita posizione di strategia dell’attacco in cui il singolo
settore del raster venga liberato sul riconoscimento del pericolo vigente e non
solo, quindi, a intercorsa identificazione della traccia del proiettile. Thunder
Force II si radicalizza con l’impianto di un transgene progettato per mutare in
contingenza di stress precisamente dove l’Accademia di ricerca e sviluppo dello
Shooter intercede ai criteri più evoluzionisti; una volta ancora, seguendo gli
insegnamenti di Yoshimura, Technosoft scrive la storia dello shoot ’em up.