F17 CHALLENGE di @Luca
Abiusi
F17
Challenge arriva nell’estate del 1993 come risultato di un accordo di distribuzione tra Holodream Software e Team17.
Quest’ultima fu evidentemente folgorata dalla beta e dal suo impianto grafico da
cui si evinceva talento per la programmazione dell’Amiga e disse «va bene,
procediamo, tanto dobbiamo limitarci a mettere scatolame budget per ricavarne
comunque più di Holodream, che è italiana e l’Italia sta vicino all’Africa e gli
africani sono tutti schiavi uh uh e vedi che si accontentano di una frustata». Si realizza
invero per F17 Challenge un disegno fiorente e si dispensa con disinvolutura tocchi di
notevole animazione.
Doveroso annotamento: all’inizio del gioco è data possibilità di
opzione tra l’aggiornamento a
50 o 60Hz, fatto alquanto insolito per un videogioco Amiga di
origine europea.
F17 Challenge è il classico racing game di
Formula 1 di conformazione arcade: strutturalmente simile a
Continental Circus ma
occasionalmente più estroso nell’ambito del design dei tracciati il corsista
consente di
affrontare i percorsi del mondiale, circuito di Monza compreso, e di
scegliere tra diverse modalità. Allora nel Single Race si opziona da subito
il circuito su cui concorrere senza doversi preoccupare delle
qualificazioni, ma partendo in questo caso dall’ultima fila; avvistabile un
Trial Mode mediante il quale correre in solitario per un numero di
giri prefissato, accorrenza assai ultile all’assorbimento di ogni Gran Premio in
preparazione del campionato del mondo, tale
World Championship, che dunque rappresenta la direzione di gioco più
cospicua: ci si
deve cimentare al fine di ottenere il piazzamento nella classifica costruttori nonché realizzare,
di conseguenza, la scalata al mondiale piloti. Per chi fu assiduo dei corsisti
funzionanti a gettone non è automatico entrare in simbiosi
con F17 Challenge, dato che si
introduce un sistema di rilevamento danni e il pit stop, benché sempre in
ordine a una struttura manifestamente incline all’azione, per cui il gameplay
non deve mai defluire nella corsa realistica, benché si rilevi una sporadica
umanizzazione della A.I. delle autovetture, che una volta superate
tendono a non opporre la dovuta resistenza.
A livello di estetiche ci abbiamo uno scrolling
che sovviene particolarmente fluido. I fotogrammi delle macchine –
in proposito rimarchevoli i
testacoda e le scintille che fuoriescono dal retrotreno – si determinano mirabili
in capo a questi ultra definiti fondali di grattacieli, montagne e spalti
gremiti che usano sovrapporsi agli asfalti in parallasse in modo da
disegnare uno schermo di armoniosa incollatura di elementi scenografici
assai funzionanti, ché Lotus II e Jaguar XJ220 avevano alzato lo standard e
si teneva l’obbligo di rimanere su versanti cromatici in half brite
a 64 colori ECS. Nondimeno, il corsista intrattiene compatibilità coi più
evoluti sistemi dotati di chipset AGA, e ancorché non vi si ravvisino
migliorie tecniche in sede di 256 colori, che non vengono supportati, si
registra il sensibile incremento della velocità scalare dovuta alla
superiore performabilità dei motorola montati sugli Amiga 1200 e 4000.
Dobbiamo parlare di questa memorabile musichetta introduttiva di
Nicola
Tomljanovich. Il quale provvede inoltre a rifornire il chipset audio di una
serie di sintesi di perforante pulizia in sede di effetto sonoro delle
sospensioni, non che per i fuochi provocati dagli attriti della scocca e che cosa
altro dire ancora riguardo a questo F17 Challenge, se non che si affermi
assieme a
Wroom Multiplayer come titolo amighista di genere da non farsi mancare, visto
che la conversione di Continental Circus non è tutta ’sta gran cosa, e che
Pit Stop 2 lo trovi solo per il Commodore 64.
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