VIDEO GAME ANTHOLOGY VOL. 9: Argos no Senshi
di @Luca Abiusi

Non esiste che si dica adesso che il diskarmor ha fatto il suo tempo. Sarebbe come dire un’azione disonesta portata verso di Noi medesimi, che nel 2004 si erano pure messi a frignare quando gli venne detto che la Tecmo Hit Parade della PlayStation 2 avrebbe sì contenuto Tehkan World Cup ma non Argos no Senshi (Rygar), platformista che avevano consumato in sala giochi e anche sul Commodore 64, non potendo da infanti ambire a un Atari Lynx. Ma soprattutto a uno Sharp X68000. Difatti nel Novataquattro, grazie a Dempa e ai prodigi del freelancer Masatoshi Hashimoto – il quale avrebbe sviluppato il motore grafico di Last Blade e la traduzione Saturn di OutRun – viene prodotto questo sensazionale port di stringhe custom Z80 per la rassegna “Video Game Anthology”, che poteva già vantare pubblicazioni potenti quali Terracresta/Mooncresta, Dragon Buster e diavolerie namchiane altre, così per sopperire alla mancata realizzazione di conversioni per sistemi giapponesi, ché l’Argos del Master System non era esattamente un port.

Il flusso dell’assuefazione. Viene automatico di contestare al prode Rygar il suo adagio in linea orizzontale di ripetizione, pur realizzando che vi siano sezioni di arrampicamento verticale, eppure la dinamica continuità dell’azione costringe il gameplay dentro gli argini della dipendenza e mette le basi per una progressione che è solo marginalmente defraudata degli schemi di contatto col platformista di matrice Capcom. È la velocità, il flusso continuo a determinare la differenza. Argos no Senshi dispone per un organismo di sprites che divenga annullabile a mezzo di piazzamento, visto che lo spartiacque tra una sessione riuscita bene e una partita dissipata in leggerezza verte proprio sulla idoneità al saper come e dove saltare, quando e verso cosa scatenare il diskarmor. La meccanica del pattern, spinta verso l’eccesso, funziona qualora istigata a compensarsi in acquisto di amuleti di potenziamento accordanti a Rygar fino a cinque abilità extra, e si avvertono concreti i vantaggi del diskarmor a raggio multidirezionale, o della barriera dell’invincibilità, verso il livello 19. Zitto zitto, Argos no Senshi declama le patologie comportamentali che hanno condizionato il settore dei coin-op almeno fino all’Ottantanove, allorché Daimakaimura concorse a sancire l’apogeo generazionale del platform game.

Esteriormente si è ancora su livelli d’apprezzabile bidimensione. Rygar si anima altero, superbo. Manovra agile verso i nemici e sferra i suoi colpi balzando d’estremità, muovendo istrione in falcata continua allo scorrere dello sfondo differenziale, che è dettagliato quanto il design del bestiario, chiaro rimando ai miti dell’antica Grecia. Per essere un titolo concepito nell’Ottantasei, con la Capcom che giostrava su processori Z80 a 3 MHz e che era ancora distante dall’evolvere i metodi di lavorazione del 2D via schede CPS, Argos no Senshi riferisce di un notevole livello di complessità in regione di coloramento e in regime di applicazione dello sprite hardware; questi, sebbene riciclato in più fasi, viene rifornito di un buon numero di fotogrammi omaggio. La fase di conversione su X68000 risulta immune al compromesso. Quindi l’oggetto bidimensionale viene riportato in scala 1:1 e su schermi a frequenze 31kHz per determinare il vademecum del pixel perfect. Dempa ha pure rifatto il meccanismo dell’insert coin, consegnato al tasto B, e se non era per l’imponenza delle torri gemelle del Nostro XVI HD, lì a ricondurci in epoche antidiluviane, avremmo giurato d’esser davanti all’ultima installazione del MAME. Colonna sonora portante e suoni vengono ricostruiti nota per nota, è anzi possibile che gli stessi, acclarata la rispondenza dei chipset Yamaha, siano stati prelevati dal codice sorgente e immessi nel disco da cinque pollici e mezzo così com’erano. Nel Novantaquattro, a qualche mese dallo smantellamento della divisione home computers della Sharp e prima che Saturn e Playstation venissero immessi sul mercato, Argos no Senshi riafferma la supremazia tecnica dell’X68000 rispetto alle piattaforme concorrenti. Il computer sarebbe rimasto in produzione fino al Novantacinque.








  Piattaforma Sharp X68000
  Titolo Video Game Anthology Vol. 9: Argos no Senshi - アルゴスの戦士 -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1994
  N. Giocatori 1
  Produttore Dempa / Micomsoft / Tecmo
  Sviluppatore Dempa / Micomsoft
  Designer Masatoshi Hashimoto
  Compositore ??
  Sito Web www.micomsoft.co.jp
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Multidirezionale
  Formato Floppy Disk
  Numero supporti 1
  Frequenza video 31kHz
  Sound MIDI No
  Genere Platform
  Rarità
  Quotazione 90 - 100 €
  OST Sì [Tecmo Game Music, 1986, G.M.O. Records / Alfa Records]

 

Argos no Senshi viene naturalmente inserito nella scatola conforme allo standard Videogame Anthology. Accedendo all’esauriente menu di configurazione – tasto F1 – è possibile selezionare l’edizione “overseas” del coin-op  – Rygar – nonché modificare i classici parametri relativi il livello di difficoltà e il numero di continue utilizzabili. È inoltre opzionabile una modalità di gioco denominata “extended”, che prevede un loop di livelli aggiuntivi. Il titolo non supporta la modalità video a 15kHz.