Nel periodo in cui Jaguar
fu dato in pasto all’Amiga vi era da competere con
Lotus 2, che
era il mostro sacro del racing arcade per personal computer con le sue
grafiche fuori misura, questo suo essere veloce. Si avrà modo di realizzare,
alla fine, che il Jaguar XJ220 di Core Design riesca in effetti ad
avvicinare il corsista di Magnetic Fields per assonanze sul lato del gameplay
e per competenze grafiche, eppure Noi si ritiene ancora che a
Lotus 2 debba essere risparmiato l’onere del raffronto diretto, in quanto
oggetto non raffrontabile, poiché troppo avanti al restante, ché se male
male gli si dà un volante analogico sembra che stai in sala giochi. Però
Jaguar fa il suo. Esce nell’estate del Novantadue per suggellare una annata
memorabile sul territorio dell’Amiga, dove c’era la Psygnosis all’apice della sua produttività
e quando anche Thalamus poteva dire qualcosa di interessante, dopo tanta
carriera sul Commmodore 64. Prima ancora che il 1200 venisse immesso sul mercato le
software house di
mezza europa erano impegnate su almeno tre titoli esclusivi per Amiga 500:
Palace annunciava Super Barbarian. Da non credere.
Jaguar XJ220 è strutturato
come un tipico racing game a più livelli, di influenza pesantemente arcade.
Si dovrà partecipare al campionato mondiale, quindi scalare la classifica al fine di
acquisire punti e danaro, altresì amministrando le vincite per poi essere in grado di
sostenere le spese dei pezzi di ricambio. Difatti le collisioni cagionano
presto il danno sui componenti, e se non si provvede a riparare per tempo
questi influiranno a livello prestazionale, e quindi sulla classifica. La posizione
utile all’ottenimento del premio in danaro è la decima, sebbene sia
consigliabile affermarsi entro i cinque, onde evitarsi l’imbarazzo del dover
mendicare crediti proprio quando s’abbisogni di un nuovo treno di gomme.
Gran velocità. Intrattenimento che si accentua laddove siano rilevabili più di
quattro macchine simultaneamente a video, a far gara aperta con lo slalom
continuo e i tamponamenti, il taglio della strada, il testa a testa sulla
curva a gomito o a ridosso del dosso, il saliscendi che rende lo spettacolo
della corsa sportiva. Va detto che per quanto l’aggiornamento video può
affermarsi elevato, è riscontrabile sconveniente la disfunzione in atto di
curvatura, visto che la macchina sembra completamente ignorare la variabile
della forza centrifuga in fase di
sterzata, dacché accelera irrealisticamente verso l’interno anche coi
tornanti più estremi. Sensazione che
limita la virilità corsistica delle gare, sebbene in modo non così radicale da sminuire
il senso di appagamento dopo un sorpasso effettuato a 250 km all’ora.
Tra le opzioni si avvista un
tutorial
che rende fattibile personalizzarsi track design e scenari. In accordo a
ciò, gli oggetti di bordo-pista saranno posizionabili liberamente.
Presenti anche l’immancabile modalità per due giocatori simultanei tramite split-screen (peccato non sia previsto il collegamento tramite cavo link di due Amiga, cosa
che avveniva in Lotus 2) e una utilissima funzione di switch del
metodo di accelerazione (a pulsante premuto a mezzo stick in su). Ciò detto,
è opportuno dar lustro alla realizzazione tecnica. Il disegno delle
geografie è assai notevole. Sussiste elevato il grado di dettaglio
perimetrale, per le strutture di bordo pista, e gli schermi fluiscono a
rapidità sostenuta grazie a questo scorrimento in bitmap che non concede
l’indecisione del rallentamento manco in modalità a due giocatori. Il design
delle autovetture avversarie è soddisfacente, anche se poi è la Jaguar a
dispensare la migliore verosimiglianza automodellista. La medesima eccellenza la
si ritrova nel comparto sonoro: musica ed effetti sono il meglio. Si sta parlando di una colonna sonora sontuosa
che realizza un commento strumentale altamente campionato e che attinge ai
generi più disparati. Va fatta menzione del brano della intro, avente il basso sintetizzato
a pompa, e dello stereo di selezione del background in pre-gara,
grazie a cui accedere a una moltitudine di tracce techno, pop, heavy metal
(indimenticabile il devastante Blood Thirsty). Non meno riuscito il
compartimento degli effetti, talché il
rombo del motore diventi plausibile e il suono del freno riferibile. Il
rumore del tamponamento tra carrozzerie è un po’ messo così, ma ci può
starvi.
Jaguar XJ220 non è Lotus 2,
di nuovo. Ma però è pur sempre esemplare di classe all’interno del genere
corsista arcade, e andrebbe acquisito senza troppe riserve.