POPULOUS & The Promised Lands
di @Andrea Chirichelli

populouscover2.jpg (392508 bytes)“Nascita di una nazione” è un capolavoro di David W. Griffith, uno dei registi più importanti della storia del cinema. Populous è un capolavoro di Peter Molyneux, uno dei più importanti game designer della storia dei videogiochi.
Posto questo, le lancette si spostano al 1989 allorquando, con un Amiga oramai già padrone del mercato degli home computer, il nome di Bullfrog, uno degli studios più importanti nella storia ludica degli anni ’90, diventa all’improvviso sinonimo di qualità, estro ed originalità e il gruppo di giovani talenti, capitanati dal già allora mezzo stempiato Mulinello, piazza il colpo vincente dopo un paio di produzioni anonime e prive di nerbo. L’idea è semplice: mettere il giocatore in condizione di crearsi un proprio mondo e avere su esso il più assoluto controllo.

Come un dio, del resto l’unico modo per descrivere Populous è proprio quello di utilizzare il termine “god-simulation”, è possibile appiattire montagne, scavare vallate, creare le condizioni per lo sviluppo della civiltà, farsi adorare e lanciare terribili castighi sulle popolazioni avversarie, al fine di fare prosperare i propri adepti. L’obbiettivo del gioco, permettere alla nostra comunità di progredire e sopravanzare quella rivale sia dal punto di vista numerico che tecnologico, può essere raggiunto in molti modi diversi che spaziano dalle continue incursioni nei villaggi nemici che siamo in grado di incenerire o sommergere d’acqua, all’utilizzo di tattiche meno bellicose, che puntano sulla colonizzazione intensiva del terreno e relativo boom demografico. Qualunque sia l’approccio, il divertimento è assicurato. E, fortunatamente, anche la semplicità: Populous, nonostante un invidiabile spessore ludico (che sarà ulteriormente ampliato dal sequel) è anche e soprattutto un gioco immediato e di facile comprensione. Gradevole oltremodo la componente scenografica, visualizzante una semi terza dimensione isometrica, e immersivo il sonoro misterioso, azzeccato in tutte le sue manifestazioni. Tuttavia la grandezza della opera di Molyneux va ben oltre il semplice aspetto grafico...

La pletora di icone a disposizione diventa familiare dopo poche partite e l’immediatezza dell’azione permette anche ai non appassionati di giochi di strategia di approcciare ed imparare ad amare il cult Bullfrog. L’impatto di Populous sul mercato videoludico è paragonabile a quello del meteorite che estingue i dinosauri. In Italia, uno sbigottito Francesco Carlà, patron della Simulmondo, unica casa di software italiana di effettivo rilievo durante il periodo Amiga, parla in un programma televisivo domenicale di questo gioco, proprio prima che la stessa emittente ceda il collegamento al Vaticano per il consueto Angelus papale. È il delirio. Blasfemia, oltraggio alla religione sono solo alcune delle accuse che muovono dal largo fronte di “quelli che benpensano” al titolo Bullforg che, scrollate le spalle, continua imperterrito la sua strada, ponendosi come pietra miliare ludica per gli anni a venire. La riconosciuta mitomania di Peter Molyneux trova in Populous uno sbocco fecondissimo per i giocatori, che si ritrovano tra le mani un titolo originale, longevo, divertente ed innovativo in tutti i comparti. I cloni di Populous non si contano: eredi diretti (Populous II, Powermonger) o indiretti (Civilization, SimCity, The Settlers), figli bastardi o adottati in tarda età, ma l’originale, quello da cui nacque tutto resta il primo, indimenticabile capitolo. Oggi si parla tanto e spesso a sproposito di originalità venuta a mancare nel magico mondo dei videogame. Finché ci saranno game designer come Molyneux capaci di osare (sempre), cadere (raramente) e vincere (spesso) la comunità ludica potrà dormire sonni tranquilli…









  Piattaforma Amiga ECS / OCS
  Titolo Populous & The Promised Lands
  Versione Italiana
  Anno immissione 1993
  N. Giocatori 1
  Produttore Electronic Arts / Jackson Libri
  Sviluppatore Bullfrog
  Designers Peter Molyneux, Andy Jones, Dan Wheeler, Glenn Corpes, Sean Cooper
  Compositore Rob Hubbard, David Hanlon
  Sito Web www.ea.com
  Sist. di controllo Analogico - Mouse
  Numero tasti 1
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Assente
  Formato Floppy Disk
  Numero supporti 2
  WHDLoad Sì [link]
  Genere God simulation
  Rarità
  Quotazione 15 - 20 €
  OST No

 

Tra l’89 e il ’91 Populous ottiene i data disk di aggiornamento “The Promised Lands”, “The Final Frontier” e “World Editor”. Quindi nel ’93 esce Populous & The Promised Lands come raccoglitore dell’originale e della rispondente espansione. Notevole il blocco delle conversioni. Su ST e Archimedes – port diretti – si riscontra identicità. Su PC MS-Dos si rileva diversità allo schermo dei titoli e nel suono, ma il resto è uguale. In Giappone, l’ottima Imagineer si occuperà delle versioni FM Towns, PC-98 e X68000, tutte grossomodo riferibili pur con qualche marginale miglioramento delle estetiche in luogo Sharp. In Nord America il port Macintosh (Electronic Arts) è convincente. Sulle console dovevano inserire il mouse dentro le scatole, dacché via joypad il controllo della mappa risulta lento. Ma le estetiche convincono, soprattutto sul Super Nes. Ne faranno anche una versione Game Boy (ancora Imagineer). L’edizione oggetto del test – facente parte della collana “Big Games”, edita da Jackson Libri – è acquistabile nelle edicole italiane verso metà anni Novanta al prezzo budget di 10.000 Lire. Per la medesima striscia di pubblicazione sarebbero comparsi Another World e Xenon 2.