RISKY WOODS
di @Luca Abiusi

riskywoods_cover.png (28911 bytes)Fu un gigante come Electronic Arts ad acquisire Risky Woods, titolo sviluppato da Zeus Software, una software house formata da cinque o sei persone. Il gioco piacque al punto che EA ne pianificò le conversioni Atari ST, PC e Mega Drive. Ma la versione venuta meglio sta sul computer della Commodore, anche perché l’intero programma fu inizialmente svilupato e ottimizzato per i 64 colori in half brite dello stesso. Risky Woods è un ulteriore platform di grande levatura che vede Amiga competere sullo stesso campo da gioco delle console nipponiche a 16 bit, che sulla carta dovevano essere più attrezzate. In effetti il titolo ingloba i canoni dello scorritore bidimensionale formato cartuccia, ed è un esempio di eccellenza se si tiene in conto che Zeus Software era una esordiente e non poteva avere i mezzi di una qualsiasi softco giapponese. Ma con ciò, il gameplay arcade dai richiami fantasy convince e l’azione offre una panoramica dei cliché del platform giusto per misurare l’abilità del frequentatore di sale giochi, il quale coglierà in Risky Woods gli stilemi che il genere abitualmente dispone.

Inserito il primo dei due dischetti, e dopo un brevissimo caricamento, appare la sobria schermata dei titoli che poi offre l’opportunità di settare le opzioni e le configurazioni del sonoro. Ci si lustrerà, dopo lo start, della spettacolosa mappa che prelude ai livelli, che scrolla orizzontale come in Ghosts’n Goblins e Ghouls’n Ghosts, benché qui si ravvisi superiore l’attenzione al particolare. E ingame l’iniziale impressione ottiene conferma: alta qualità globale del programma, col protagonista eroe concepito come un istrione manga e che si muove in fluidità. Il fondale mostra dettaglio e si distende in parallasse e nondimeno il disegno dei nemici realizza la classe del caratterizzare. Eppure è negli scontri con i mostri di fine livello che si agguanta la culminazione grafica delle creature giganti che incutono terrore, che scuotono lo schermo e fanno il frastuono di un suono che adempie egregiamente e che suona musiche di sfondo assai buone. Curiosamente, l’intera colonna sonora venne aggiunta quasi all’ultimo per rispettare i dettami di produzione (Electronic Arts impose ai suoi musicisti di inserire musiche diverse per ogni livello, visto che nella versione consegnata da Zeus non erano presenti) e non a caso i primi dischi pirata del gioco – copiati in fase beta – non possedevano il soundtrack. In effetti denunciavano altressì lo scrolling incerto, ma questo non deve interessare.

Il sistema di controllo, come in gran parte dei platform disponibili su Amiga, prevede che il salto avvenga a pressione di joystick e si scansa di concedere a menu l’alternativa dei due tasti separati, e non è che cambi molto sul lato della consumazione, ma è in ogni caso un fatto sconveniente in quanto il computer oltre a essere compatibile coi controller Mega Drive i suoi joypad multitasto ce li aveva, a magazzino. È comunque brava Zeus a marcare il coefficiente della sfida: il numero di continue limitati, una difficoltà ascendente che non vuole distrazione, la resistenza testarda del nemico e del boss, il grado di tensione all’atto del balzo alla piattaforma e non meno il level design di amministrazione delle monete, che andranno spese al negozio, spronano il manovrante al raccatto, per non rimanere a corto di argomenti al quadro avanzato, che qualora muniti di armamento base si fa prima a non affrontare, ché si cade. Per cui, sebbene occasionalmente, ci si trova a dover gestire le situazioni ingestibili di quando il cattivo inizia a portare guerra da entrambi i lati dello schermo e non si possiede la potenza di contrasto opportuna, ma è una condizione cui si fa l’abitudine e che si impara a evitarsi incassando esperienza. Piuttosto, il gesto vincente Risky Woods lo concede nel suo avvicinare le pratiche del coin-op, vista la struttura evidentemente mutuata dai classici di Taito e Capcom. Non a caso, il tratto somatico del protagonista vorrebbe evocare i disegni filo-nipponici di un anime, talché si potrebbe addirittura scambiare Risky Woods per il personaggio di un qualche OAV giovanile di supereroi. L’opera di Zeus Software, che in definitiva è un alquanto riuscito action d’intrattenimento, andrebbe resa come esempio di programmazione a chi vive di Amiga, in ragione del virtuoso utilizzo delle sue risorse, come pure in forma di materia di studio a coloro che per tutti i ’90 si sono votati alla meglio corrente del platformismo.









 

  Piattaforma Amiga ECS / OCS
  Titolo Risky Woods
  Versione Italiana
  Anno immissione 1992
  N. Giocatori 1/2
  Produttore Dinamic Software / Electronic Arts
  Sviluppatore Zeus Soft
  Designers Ricardo Puerto, Raúl López
  Compositore Jose Antonio Herrán Martin
  Sito Web www.ea.com
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 1
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Laterale
  Formato Floppy Disk
  Numero supporti 2
  WHDLoad Sì [link]
  Genere Platform
  Rarità
  Quotazione 35 - 40 € [senza orologio] 120 - 150 € [con orologio]
  OST No

 

Zeus Software opera modificazione su tutti e tre i port. Su Atari ST, sebbene fluente come su Amiga, il platform fa quindi a meno dello sfondo in funzione di uno strato in copper. Sul Mega Drive – conversione riuscita, si ravvisa un marginale impoverimento del colore – il protagonista indossa allora un mantello da elfo. Su PC MS-Dos si fa uso di fondali alternativi, ma il gioco sembra realizzare una palette più estesa. Per contro, lo scrolling è qui assai incerto e le musiche, anch’esse sostituite da un missaggio alternativo, sono inconsistenti. Nelle scatole della prima tiratura Amiga è avvistabile uno “sports watch” targato Electronic Arts.