DRAGON BLAZE di @Luca
Abiusi
Psikyo anno Domini 2000. Guerra a scrorrimento verticale in accordo
alla
tradizione: Dragon Blaze è universo fantastico che racconta di eroici
cavalieri in sella a poderosi draghi volanti. Per estrazione si ritorna su
Strikers
1945 II pur se in un territorio difforme, a consumare comunque le
dinamiche degli sparatori Psikyo. Hanno recentemente annunciato una collection per
PlayStation 2 che conterrà Sol Divide e
Dragon Blaze. Bene.
Si potrà infine giocarsi il titolo su console, visto che non fu mai portato
sui 32 bit. Quindi Dragon Blaze diventa titolo portante nome tra gli shooters
della Psikyo, e ciò implica che in assoluto può appartenere alla elite
del videogioco di genere, sicché a mettere le mani avanti si definisca in
funzione degli sviluppatori il motivo della recensione e si metta a risalto
questa loro innata predisposizione a eccellere. Ora, quattro anni dopo
essere approdato in sala giochi Dragon Blaze
produce un genere di gameplay retroattivo che si pone al di sopra delle parti
concedendo distruzione terapeutica diffusa.
Assai interessante la intro
animata coi quattro draghi e rispettivi cavalieri che sfilano in successione
focalizzando sul design. Si raccontava: struttura
Strikers 1945
II. Ma anche struttura Psikyo, che Sengoku Blade a parte è
pressoché la stessa. Ci dicono di riferire che
gli eroi Quaid, Sonia, Rob e Ian
saranno provvisti di un sistema di sparo triplicato che prevede il fascio
verticale, la smart bomb e, cosa importante, l’attacco distruggitore del
drago. A partire da quest’ultimo i programmatori mirano a rinnovare puranche
in misura minore il di loro sistema di gioco arcade, per quindi creare
discreta la variazione sulla tecnica di attacco. Premendo
così il tasto B la creatura dispone davanti a formare una
specie
di barriera/scudo, e fintanto che lui sarà invulnerabile, Noi cavalieri si
potrà realizzare il corpo a corpo sinuoso – ma limitato negli spostamenti – tra
i proiettili pervenenti in diagonale e le creature che calano in verticale. La velocità
è assai veloce ma non velocissima. Psikyo ha disposto che anche nelle
condizioni di
appesantimento della confusione sia possibile previa sessione di
apprendimento far piazza pulita
acquisendo punteggio sulla base della intensità di fuoco a produzione. Vi è
sovraccarico di scorie. Il primo quadro è nulla. Dal secondo avviene il
caos, e si dovrà essere professionisti, se no arriva Psikyo e ti mangia.
Videogioco di uccisione medievale di professionismo, Dragon Blaze è intriso
di mostri.
Vi è questo misuratore delle
magie, sotto. In conseguenza della pressione continuativa del pulsante A,
e a riempimento avvenuto, questo rifornisce un super magic attack
con intercorrente modifica: quindi con il dragon
shoot montato si concorre a eseguire un incantesimo alternativo e di
superiore potenza. Di fatto Dragon Blaze è l’accrescimento oltremodo
organico delle saghe novantesche di non cumulazione; trattandosi di Psikyo l’approccio al
videogioco è di semi-ostilità. La tempesta di proiettili viaggia a velocità sostenuta
a provocazione dello slalom, che attraverso la trasformazione del pattern
diventa l’unica via di fuga verso la sopravvivenza:
Dragon Blaze si rivolge principalmente a un pubblico di veterani conoscitori. Con questo
si fa largo l’interessante struttura del punteggio, che quasi a voler celebrare
Guwange si addossa la caratteristica delle
monete preziose. D’argento e d’oro sulla base del fascio di sparo con cui si
affonda – con quello standard si ottiene argento, col dragon shoot
attivato i mostri diventano aurei – queste moltiplicheranno i punti in
funzione di abilità e a relazione di strategia, allorché l’acquisto
sequenziale di preziosi azionerà l’overboot in tabella di hi-score
e contestualmente renderà basilari vite aggiuntive. Grandi estetiche per Dragon Blaze,
che può essere romanzo illustrato di Poseidoni che ruotano a schermi,
draghi, orde di arpie. Le musiche,
ancestrali sostenitrici dell’azione, diventano orchestre. Una Psikyo
all’apice dell’ispirazione concede quindi al genere il meglio che il genere
potesse attendersi sul luogo del suo tramonto, e chiede agli dei un barlume
di misericordia. Prima della fine.
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