SHIPPUU MAHOU DAISAKUSEN: Kingdom Grandprix di @Luca
Abiusi
Sorto per essere
diverso dal resto Kingdom Grandprix (Shippuu Mahou Daisakusen: Kingdom
Grandprix) succede a tanto Mahou
Daisakusen, che ebbe meritevole port X68000, ed è interessante come non
si tratti solo di sparare e passare di livello ma bensì di partecipare a una
gara velocista fra otto schiere di contendenti assai fantasy, i quali poi
vengono inseriti da Raizing dentro a un mondo ugualmente fantasioso
e alquanto pieno di castelli, navi da guerra, foreste magiche. Un
fantafantasy. E se non altro si manovra in azione di singolarità sul
concept dello sparatutto, che pur senza disperdere i suoi gesti riesce con Raizing a innescare qualcosa di apparentemente nuovo
nel bisogno di correre,
andare veloci, gara a chi arriva prima allorquando tutto scorre via velocemente
pur senza dimenticarsi di sparare agli avversari. Perché racing a parte non
possono venire a mancare i power-up,
le smart bomb, i boss giganti di fine livello, gli slalom serrati.
Kingdom Grandprix è attestazione bidirezionale dello sparatutto nipponico per la
duplice essenza del gameplay, ma anche in virtù del fascio di sparo, che userà
diramarsi in accordo con l'acquisizione di detto “Libro della Magia”.
Allora il sistema di upgrade delle
armi si concentra sul colore di ogni libro magico perché agli occhi del
manovrante avvenga strategia e si realizzi chiaro il carburante della
azione. Ma l’aspetto essenziale dell’opera verterebbe nel modo in cui il sistema di accelerazione
viene pensato, il
quale, evidentemente, terrà conto del nostro posizionamento a schermo. Restare alla base
del display determina il ritmo di crociera. Al contrario, accampare sulle zone superiori
cagiona repentino l’aumento di velocità. Ma attenzione: stazionare in alto
allo schermo contestualmente impedisce una visuale periferica estesa, complicando
notevolmente il compito demolitivo; il divertissement è proprio questo, poiché
mentre si dovrà tenere a bada i concorrenti – la cui posizione viene
determinata
da un radar laterale – si dovrà altresì prestare
riferimento agli attacchi nemici e ai proiettili traccianti. Al che sarà un continuo
accelerare e decelerare, scansare e riportarsi al di sopra del quadro per
cercare di conquistarsi il piazzamento di prestigio; se si arriva in ritardo
si resta vivi, ma si otterrà anche un significativo declassamento del
punteggio. Più che uno spara e fuggi sembra un videogioco d’azione, ma di
quelli notevoli che ti tengono incollato al giaciglio per un periodo di tempo
abbastanza prolungato da realizzare la gratifica dell’ultimazione. Se
possibile al primo gradino del
podio.
Senza il MAME, e con la pcb
originale venduta a peso di diamanti, Kingdom Grandprix sarebbe stato
shooting per collezionismo d’elite. Si scopre inoltre di questa
meritevole edizione Saturn assai fedele al coin-op e la vita comincia a
sorridere. Si insedia futuro medievale. Gli scenari rimandano a certe
architetture castellari per rispondere al bisogno di schermaglia del cielo
in cui la velocità dello scrolling rende gli sfondi supersonici, allorché il
character design si manifesta giapponese e oltremodo sfarzoso (osservare
l’abbigliamento di Nirvana, prego). Raizing s’immagina questo territorio di
nuovi cavalieri che fanno i tornei a bordo di navi spaziali munite di
reattore nucleare e vuole esplorare i benefici dell’incrocio di razza. Vuole
superare Mahou Daisakusen, che già esperiva, e dice di non volere
porre limiti al suo percorso visuale. Decide di oltrepassare la letteratura
di genere e di avviarne una di contaminazione. Per cui i suoni scalano dal
tecnico al rinascimento delle liriche trionfali in sostegno del movimento,
sequenziando di escursioni a stereofonia martellante. La
conquista dello stato di grazia segue l’inevitabile deriva creativa della
fase di programmazione, che dall’alto (o dal basso) di una idea di
sparatutto ancora tradizionale trasporta a schermo un agglomerato di notevole
videogioco e considerevole narrativa future punk. Almeno fino al
Duemila, data di immissione del clamoroso Great
Mahou Daisakusen, Kingdom Grandprix sarebbe rimasto shooter
dominante della scuderia Raizing.
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