SHOCK TROOPERS di @Luca
Abiusi
Un
po’
Ikari
Warriors e un po’ Commando, ma anche abbastanza
interessante da permettersi un
gameplay estraneo alla linearità dello shooter dritto per dritto, Shock Troopers di
Saurus porta il genere d’azione su scale qualitative importanti. Gli otto componenti della
squadra d’assalto hanno effetto concreto sulla risposta artificiale degli automi nemici,
dimodoché l’alter ego selezionato possa tradurre le esigenze di un ampio spettro di
giocatori. Si spara con appagamento puntando l’arma in qualunque direzione e fissando il
fascio, se la condizione di gioco lo impone, con la semplice pressione prolungata del
tasto di fuoco. La zona di guerra è in costante mutazione: partendo sempre da terra, ci
improvviseremo in seguito scalatori, equilibristi, motociclisti. In Shock Troopers il
giocatore è protagonista di una offensiva logistico-comportamentale studiata a sequenze,
per un montaggio che avvicina la opera di Saurus a un blockbuster d’azione con Nicolas
Cage. Nel ’97 il titolo ottiene un largo consenso tra gli arcadomani militanti, benché il
declino della grafica a mappatura piana ne limitasse invero la visibilità.
A supporto delle tecniche di sparo
tradizionali, da espletare evitando le palline esplose dai cattivi, vi è lo
scatto laterale a rotolata, che risulta poi centrale nel conseguire il
bilanciamento del gameplay. Oltre a schivare normalmente si dovrà quindi
calcolare il tempo di proiezione laterale e di reazione
del nemico, il quale attacca da tutti i lati e che spesso attrezza carri
armati o elicotteri.
Di tempo per respirare meglio non parlarne visto l’ammassamento di sprite a schermata,
le valanghe di molotov da dover eludere prima che queste atterrino al pixel sui nostri crani;
l’abbondanza, è bene precisarlo, non costituisce un vizio di forma. L’esauriente arsenale
che ogni personaggio si porta dietro, calcolando anche l’eventuale upgrade volante,
è pensato non solo come strumento di variazione delle geografie ma in
principal luogo quale
atto di compensazione rispetto a un modello di A.I. evidentemente capace di
allinearvisi in via proporzionale. Shock Troopers si intrattiene sul
catastrofismo istrionico cumulativo; questi mette assieme la distruzione seria
e l’ironia
scapestrata, sicché a impugnare il lanciafiamme si vedrà i nemici arrostire in allegrezza
mentre a sfondo gli improbabili barellieri abbandonano i feriti sul campo,
terrorizzati. La giostra
della guerra mercenaria rinnova il divertimento belligerante di
Metal
Slug inquadrandone le misure geoludiche essenziali sulla scia di un perfezionamento
strutturale tangibile. Shock Troopers è più giocabile di
Metal Slug. E se
vogliamo anche più appagante nella funzione dei controlli.
Saurus gioca sulla affermazione embrionale del gameplay.
Nella apparente ovvietà dello spara e cammina neogeista, il team creativo
trasfonde al cassone sacche di emoglobina in pixel, flebo intravenose di EPO a 60hz,
iniezioni di megabit a chili. L’area si riempie al novanta per cento, e malgrado ciò l’impressione di poter dominare il mondo
è stazionante per merito di un sistema di sparo
goniometrico e complessivo, che copre interamente le diagonali a video
riducendo la frustrazione a margini ininfluenti. La tecnica grafica è
soddisfacente. Non si è ancora sui parossismi in pre-rendering di
Shock
Troopers 2nd Squad, tuttavia traspare una bidimensione complessa nel disegno
degli sfondi e nelle animazioni, efficace nel character design di nemici e
protagonisti, brillante nelle colorazioni di strutture fisse e sprite. Il motore 2D
sembra masticare ingordo decine di personaggi in animazione piena su fondali
rifiniti a mano, senza subire la possanza dei boss grandi metà schermo. La fluidità è
assoluta, e sebbene mai si perdonerà a SNK Playmore la superficiale conversione
formato
PlayStation 2 inclusa nella
SNK Arcade Classics Vol. 1,
l’MVS targata Saurus dice che la cartuccia è migliore anche per il suono
impagabile, oltreché più oggetto di lustro per musiche a campionatura facenti
largo uso di voci cantate su silicio; il genere delinea un action casual d’accademia che
vuole accostare l’azione esaltandone i momenti chiave. Un titolo ampiamente cool
codesto Shock Troopers di Saurus che sembra non avere difetti. L’unica,
reale riserva che gli si potrebbe sollevare interviene entro i limiti
intrinseci del videogioco di azione – possibilità di assuefazione, pericolo
di ridondanza, generico senso di frustrazione o dipendenza, morte – e non
influenzerà i parametri di valutazione preposti. Shock Troopers è ciò che il
cultore del NEO GEO è solito definire come “coin-op essenziale degli anni Novanta”. Per una volta possiamo essere d’accordo.
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