Ti
si chiede per onore di galanteria di lasciare che il rash del laser dell’extermination
bonus filiatore della fotosintesi conceda a
interrogarsi a modo di innumerabili cadimenti formato pentagramma, e d’intorno
ci sarà una sinfonia immensurabile daccanto il cielo paradossale di
Revolver360 quando passi di lì per volontà del caos, e di grazia ti si
chiede di fare in modo che l’incorrente mutazione della geometria dello spazio
avveda a trasformarsi in una catena di azioni inerenti lo spostarsi degli
elementi fotostatici, qualche cosa che ha origine dai vulcani, l’iridescenza
della manovra la coerenza della manovra: è tuo dovere di riuscire a incanalare
quest’onda di energia che orbita attorno al corpo celeste e di commutarla in un
esercizio di riflessione dell’inerzia funzionale al conteggio degli oggetti
solidi che si allineano sulla rotazione; il videogioco velocissimamente propelle
presso la muraria dello scatolo visuale, reagisce con forza alla forza d’impatto
di nuovo inasprendo il confluire dei proiettili a funzione di vedersi restituito
su linee di tiro diametrali un triliardo e mezzo di spigolosi zaffiri in tenuta
di overdrive, col cielo elettrostatico che propende dritto a tempestare
il quadro di almeno cento varianti di scaglie.
Revolver360 rientrerebbe nell’emisfero del
manic shooter ma non è vero, se lo dici rischi di mandare in errore
irreversibile Windows 7 in seguito a speculazioni di sottostimatura di intenti
poiché – eppur sebbene in Cross Eaglet recepiscano eccome il meccanismo della
sovraesposizione del punteggio rispetto al gameplay essendosi loro ripassati uno
a uno gli shooter della Cave – è l’amministrazione dello spazio a
scacciar via quegli indicatori di pertinenza attraverso i quali si identifica il
ristretto settore del bullet hell, ed è la conduzione pre-determininista
ingenita a un livello di programmazione preciso oltre il pensabile a provocare
il sovvertimento di Revolver360 sul campo della ricognizione della misura
distensionale, vistoché il videogioco si affranca d’ogni vincolo di antecedente
appartenenza allorché sa ritrarsi dai vizi del programma-utensile imponendosi a
genere di shoot ’em up reversibile, di recupero estremo, di ribaltamento
dell’energia al pari del visus che ribalta il suo asse per distorcere il
senso della navigazione bidimensionale; la capsula volante, dunque, trasferisce
libertà allo schema di overboost numerico come direttiva di
multiplicazione dei punti su base di cancellatura sulle linee di arrivo, e per
quanto l’assembramento assuma formazioni di ritorno e non minori forme di
aggiramento a schema fisso si arriverà sempre a produrre soluzioni di attacco
alternative a strisce di power-up dual laser, a laser
bidirezionale, a super propulsione.
L’astanteria malata di sparatutto si trova per le
mani due ricche iniezioni di sostanze eccitanti: la prima, con soluzione al 5%,
agisce subito e si consuma a minuti realizzando un rank system attivo che
in prima istanza conduce alla Raizing di Armed Police Batrider ma ci sentiamo
tuttavia in dovere di consigliare la siringa numero due di azione prolungata che
se per volontà degli dei s’indovina il giorno ti fa stare lì tutto il giorno a
sparare finché non entri in coma quindi sì, Revolver360 ha preso casa sul Monte
Olimpo. Siede alla destra di
Re:
Actor amministrando grafiche residenti nel girone del colore a venticinque
bit con l’espansione di memoria incorporata, a modo che la normalizzazione del
raggio d’intermittenza che lo spettro di luce convoglia al deposito dei minerali
provenienti dai pianeti conquistati nell’anno 360 d.C. da un’astronave
fuoriuscita dalle orbite sintetiche del pianeta Andromeda acquisti traiettorie
di tale violenza che manco lo vedi scorrere lo scorrimento, ed è un po’ lo
stesso di quando voli a bordo di un Airbus A380 a una quota di crociera di
13.700 metri assai fuori la curva massima di spinta e ti sembra che il cielo si
immobilizzi, è questo l’effetto, a venirti addosso non è il cielo ma il resto,
le scorie, i detriti, i pezzi i frammenti, i proiettili, i frammenti dei
proiettili, i triangoli, i giroscopi, i pezzi di giroscopio, le cose che
ruotano, le palle di luce, gli effetti di luce, le cose piene di luce, le
scariche di luce i cristalli, le onde sonore gli effetti del suono digitale,
suono elettronico che ti viene addosso devi stare fermo se no succede che ti
manca sorpassa il confine del videogioco va a finire altrove, fa irruzione
nell’abitazione del vicino che ti odia perché stai sempre col volume
alto. Che gioco possente.