Goal! è Kick Off 3.
Dino Dini si perse i diritti a seguito di un alterco consumatosi con Anco, la casa
produttrice dei primi due Kick Off, ma ciò non depriva il presente Goal!
del titolo
di successore di
Kick Off 2,
e seppure quest’ultimo può definire l’inizio di una
assunzione oltremodo matematica (e dinamica) del calcio per simulazione, un’idea che
verte sulla determinazione perimetrale
degli spazi intrinseci, Goal! di fatto ascrive il manifesto del gameplay totale. La fluidità cui eseguire gli scambi e dare il via ai passaggi
filtranti, ai cross e al tiro da fuori sopravanza nettamente gli schemi
elitari dei precedenti Kick Off per introdurre, anche attraverso un percorso
ludico differente, lo stesso tipo di
fraseggio corale più volte lustrato in
Sensible
World of Soccer. Giocare a Goal! è un fatto naturale oltre che
istintivo pure quando s’attesta il coefficiente di velocità della saga: adesso il
divertissement scaturisce
più coerente, a limitazione dello smanettare schizofrenico che s’era consumato
tre anni
prima. In un certo senso Goal! realizza la certificazione della raggiunta
maturità calcistica di Dino Dini.
È noto che
Sensible Soccer
rivendichi il metodo di scarico multidirezionale palla a terra, che è però rimasto
grossomodo immobile fino al capitolo più recente. Ora, in Goal! si decide
per il ripensamento parziale delle tecniche di proiezione.
Potremmo definire il sistema di controllo del terzo soccer come una
intelligente
via di intermezzo tra lo schema a passaggi concatenati di
Sensible Soccer e la
essenzialità direzionale di Kick Off 2. Solo che, al contrario di quest’ultimo,
effettuare il cambio di direzione risulta pratica enormemente
snellita, in virtù di
questa ricodifica delle routine di collisione che vuole lavorare sui tempi di
reazione e rendere la scienza del possesso palla. Quindi in Goal! è possibile adottare
tanto la tecnica dei “passaggi fitti” quanto il principio della
sgaloppata in solitario
sulla fascia con sassata finale da fuori area. L’after touch – ovvero la possibilità di imprimere
l’effetto al pallone subito dopo il tiro – è qui aggravato per fare che si
realizzi paraboliche di superiore efficacia. La fisica dinamica del pallone
è oggetto di revisione. I rimbalzi, i rimpalli e gli stessi impatti
della sfera con i pali sorprendono per verosimiglianza (assai apprezzabili le carambole quali
“palo interno/portiere/goal” o anche “traversa/goal”).
Per cui, ancora una volta, la commistione tra manovalanza tattica e identità arcade corrisponde
all’unicità dello stile calcistico della generazione Amiga, status che
nemmanco le console giapponesi potevano permettersi d’invocare.
Tra le opzioni, per altro assai
complete, si rivela centrale la possibilità di mutare l’inquadratura da
verticale standard a laterale, ed è curiosamente quest’ultimo visus che meglio identifica
le meccaniche di gioco per la resa grafica più funzionante nell’isometria di
porte e calciatori, e per via di un grado di performabilità delle azioni
che, apparentemente, sovviene meno gravoso nel gestire il peso della
confusione. In quanto a tecnica Goal! vuole il meglio: grafiche generalmente a tutto schermo, animazioni fluidissime,
scorrimento a sessanta fotogrammi, velocità costante e intelligente uso dei
colori. Il manto erboso, malgrado le sole quattro varianti avvistabili,
dispone il dettaglio. Rimarchevoli le strutture del perimetro, gli spalti e
cose come il movimento dei calciatori, i quali fanno le rovesciate e
colpiscono di testa a dare sfoggio di anatomie realistiche, all’atto del goal,
e ci si appaga della sensazione di potenza che dà la
sfera quando si insacca dopo un tiro sferrato da trenta metri, poiché la caratteristica che
rende grandissimo un gioco del calcio sta proprio nella capacità di saper rendere
l’atto della segnatura, il momento apicale per cui il codice è compilato.
Meno impressionante il suono. Oddio, i campionamenti fanno il loro e gli
effetti restituiscono moderato il realismo del contatto con la palla, eppure
si è udito di meglio anche sul versante dei titoli Audiogenic, che erano
notevoli anch’essi per il gampelay a ibridazione. Sontuoso, Dino Dini. Nello
spettro della pura consumazione del videogioco Goal! regge eccome il
raffronto con un mostro sacro qual può essere
Sensible
World of Soccer, il quale è comunque tuttora non riferibile sul
discorso della pura quantità, visto lo smisurato database calcistico cui è
rifornito. La cosa da fare d’urgenza è di procurarsi i due titoli e disporli
di fianco, in libreria, in modo di ottenere l’apice calcistico non solo di
Amiga ma dell’intero panorama di genere degli anni Novanta.