OBLITERATOR
di @Andrea Chirichelli

obliterator_cover.png (80349 bytes)Dualismi. Contrapposizioni. Roma e Lazio. Muccino e Özpetek .Duran Duran e Spandau Ballet. Oppure Cinemaware e Psygnosis. All’inizio della favola chiamata Amiga queste due allora neonate software house si scambiavano di mese in mese lo scettro di più valida creatrice di capolavori per il gioiello Commodore a suon di titoli che sono rimasti nella storia dei videogiochi e nel cuore (e nelle dita dolenti) di ogni giocatore. Ogni storia ha un inizio e quella di Psygnosis su Amiga si chiamava Barbarian, titolo discreto, buona grafica e strano sistema di controllo: il mouse era utilizzato per muovere il personaggio attraverso una lunga serie di schermate fisse e per fargli compiere ogni azione tramite un’interfaccia scomoda all’inizio ma incredibilmente user friendly dopo poche partite. Discreto successo. Ma il bello doveva ancora arrivare. Dopo pochi mesi la stessa interfaccia viene utilizzata in un nuovo gioco con una ambientazione fantascientifica. Il suo nome è Obliterator. E la leggenda ha inizio.

La storia di Obliterator racconta di un marine spaziale mandato a liberare una nave alla deriva dalla scomoda presenza di alieni bricconcelli come da tradizione (ma si sono mai ribaltate le parti?). Il prode eroe non solo deve fare piazza pulita di tutto il parentado di alien ma deve uscire vivo ed in tempo dalla struttura prima che un diabolico countdown finale (e l’aggettivo è perfetto… a fra qualche decina di caratteri per la spiegazione) distrugga astronave ed eroe. Obliterator inizia con una musica indimenticabile, una delle tante creazioni del genio dell’epoca, David Whittaker (tra l’altro la colonna sonora del gioco è una delle più scaricate dai siti che offrono la possibilità di downloadare musiche amighiste), e l’eroe di turno che, dopo aver regalato un sorriso ironico al giocatore che osserva lo schermo del televisore con lo sguardo attonito e la mano contratta nel joystick Konix, tira allo stesso una bazookata che mette subito in chiaro chi sarà il vero protagonista del gioco. Obliterator era un gioco bastardo dentro. L’interfaccia permetteva una serie infinita di combinazioni, tra movimenti e spari, e alcune trovate implementate come la capriola e l’appiattimento contro il muro per evitare i colpi nemici introducevano una sostanziale novità nei giochi di azione ragionata.

Alcuni momenti, come la discesa in jetpack all’interno di uno stretto cunicolo, erano di una difficoltà mai provata prima e costringevano il giocatore a un grado di pazienza pari a quello di un monaco zen al più alto stadio di imperturbabilità. Ma nulla era paragonabile alla trovata finale dei programmatori: far partire il countdown finale dal punteggio raggiunto dal giocatore fino a quel momento. Chi tramite recensioni (epica una apparsa su Zzap! ai tempi) era stato avvertito riusciva a compensare la bastardaggine della trovata, ripetendo alcuni schermi e aggiungendo impreviste carneficine porta-punti. Gli altri generalmente rifacevano il gioco daccapo visto che il tragitto per uscire era lunghissimo. E spesso si schiattava prima di raggiungere l’uscita. Cool come pochi altri titoli dell’epoca, con una grafica stupenda ed un sonoro da frattura del miocardio, Obliterator diede il là ad una serie di titoli storici che resero giusta fama e fortuna ad una delle più illuminate etichette del tempo. Nella memoria del giocatore resteranno per sempre impresse le stupende schermate statiche in stile gigeriano nella fase di caricamento, la desolante visione del nostro corpo fluttuante nello spazio dopo un fallimento (omaggio al capolavoro Kubrickiano, 2001 Odissea nello spazio) e ogni singolo istante, durante il countdown, che ci separa dal portello della navetta di salvataggio. A distanza di tanti anni la civetta della Psygnosis ci guarda ancora, e ancora cupi e forti risuonano i passi metallici nell’astronave…









  Piattaforma Amiga OCS
  Titolo Obliterator
  Versione Europea
  Anno immissione 1988
  N. Giocatori 1
  Produttore Psygnosis
  Sviluppatore Psygnosis
  Designers David H. Lawson, Garvan Corbett, Jim Ray Bowers, Roger Dean
  Compositore David Whittaker
  Sito Web develop.scee.net
  Sist. di controllo Analogico - Mouse
  Numero tasti 1
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Verticale
  Formato Floppy Disk
  Numero supporti 1
  WHDLoad Sì [link]
  Genere Platform
  Rarità
  Quotazione 40 - 50 €
  OST No

 

Si deve presumere che l’iniziale programmazione avvenga su Atari ST, più che altro poiché è quel che accadde l’anno prima con Barbarian. Rispetto ad Amiga si avvista un differente stile nel pannello dei comandi e qualche colore in meno. Il riversamento PC MS-Dos è discreto in EGA, dove il display introduce rossi e verdi. Gli 8 bit sono penalizzati dall’assenza di un mouse. Ciò nondimeno, Melbourne House ricava dall’Amstrad CPC – come aveva fatto col precedente Barbarian – una diversione di grafiche che in effetti salverebbe il port dalla modestia assumibile su Spectrum ed MSX. La versione Commodore 64 doveva uscire dietro sviluppo di Lothlorien, ma non fu mai ultimata.