Ad
esempio le gomme sono inchiodate: è assente l’animazione delle ruote che girano.
Non puoi varcare i cordoli: la macchinina fa tunz e rimbalza come in
Ridge Racer. Il brano di inizio gioco è feccia: fa la
cosa giusta e disattiva le musiche prima che l’apparato uditivo collassi, ma lascia gli
effetti. Ecco gli unici limiti di fabbricazione imputabili a Super Skidmarks,
il gioco di corse arcade che nel Novantacinque forniva all’Amiga le ultime gioie derivanti
l’esclusività. Il titolo monopiattaforma realizzato ad hoc. Viene da chiedersi dove le
trovassero le motivazioni quelli di Acid Software, che non è che avessero venduto chissà
quante copie di
Skidmarks, l’anno
prima, pure con gli apprezzamenti della stampa. Epperò poi ti ricordi che Amiga era
qualcosa di diverso e che spesso era la passione, ossessiva, dei fautori della ex demo
scene a generare le opere più interessanti e disallineate; poveri in canna e anche
emarginati, con null’altro che uno stanzino e un Amiga 1200 rimediato servendo ai tavoli
della birreria del quartiere, questi programmatori di Blitz Basic trovarono il modo di
riscrivere la storia del corsistico isometrico nell’arco di un semestre.
Brillantone il rimorchio – il caravan – da portarsi a zig
zag come zavorra, allegra variazione della corsa standard che, diciamocelo, rimane
seminale pure se al posto delle auto gli metti delle mucche a rotelle. Si acconsente.
Hanno introdotto la funzione di hi-res allontanando la telecamera e modificando
– questa
volta sì pesantemente – il gameplay originale, che adesso decide di accostare
Indy
Heat e BadLands per largire generosità a campo largo al sistema di guida
convenzionale. Super Skidmarks è macchininismo in plusvalenza dopoché se ne è acclarato
il disuguale funzionamento stilistico in fase di comparazione fra pilotaggio classico e
microbico; due giochi, non uno. Con lo zoom attivato è d’obbligo ricordarsi le curve, i
dossi, i trampoli. Con la alta risoluzione applicata, al contrario, si sa già quando
svoltare, anticipare, slittare. Ma se si è microbi succede che la distanza fra le
micromacchine si percepisca meno e che si debba produrre traiettorie millimetriche a
fiancheggiare il bordo entro una linea di condotta proporzionalmente più rigorosa, e
quindi sistemicamente rivolta al tradizionalismo hardcore. In sala ci avrebbe
sguazzato, anche a inizio anni Novanta, il Super Skidmarks delle macchinine poligonali
personalizzabili, benché da un coin-op non ti aspetti mai una analoga ricchezza
strutturale.
Pacchi di opzioni e configurazioni attendono polposi
l’apprezzatore di corse leggere ad angolatura, abbandonate un po’ velocemente a partire
dall’ultimo decennio, seppure il Driift Mania del Wii abbia di recente riportato
in superficie questo tanto apprezzato genere. Si asseriva di polposità. Super Skidmarks
presenta otto tipi di autovettura e ventiquattro percorsi. Il numero dei giri può essere
portato fino a venti ed è possibile modificare la direzione iniziale di percorrimento.
Ogni macchinina segue altrettanti campionati monotematici – si va dal rilassante Mini
Magic al forsennato Formula Finale – da cui andrà poi determinandosi lo stato di pendenza
della cpu in funzione della tortuosità dei tracciati e della capacità di accelerazione.
Sviluppatori capaci. I modelli tridimensionali dei macinini sono pressoché perfetti e si
muovono in fluidità anche quando persistenti massivamente sullo schermo a 320x256 puntini
colorati in trentadue tonalità. Il design delle piste, particolarmente ispirato,
provvede a inserire lungo i bordi quei dettagli che ti illuminano l’ambiente e ti creano
la simpaticheria dei microgiochi sala giochi – ci sono anche i micropupazzi, che sono
fissi, come fissa è la interezza delle microstrutture, ma non ne faremo una diatriba
–
cui i grafici attingono con onestà per copiare lì dove opportuno e potervi creare sopra
delle estetiche assolutamente personali. Il baco delle musicacce resta non grave e sebbene
gli effetti siano anch’essi di basso livello riteniamo che la opera corsistica di Acid
Software riesca a esibire disinvolta il profilo genetico di un monolito.