KETSUI: Kizuna Jigoku Tachi di @Luca
Abiusi
I tempi di gioco
dello spara e fuggi contemporaneo sembrano riferirsi a
Dodonpachi e
quindi a Cave, la software house che ha determinato il nuovo corso
dello shooter di concezione classica e che ha fatto in modo che il
genere divenisse una quantomai sofisticata variante del puzzle game.
Ketsui è tra questi nuovi shoot ’em up concernenti
l’accumulo, le chain,
le tecniche di avvicinamento al bersaglio, l’arte della moltiplicazione del
punteggio. Realizzato per i mercati arcade nel 2002 e inspiegabilmente ignorato
dai reparti interni ad Arika, che è aduso di occuparsi
delle trasposizioni domestiche dei titoli Cave, Ketsui è l’ennesima prova di
consistenza di questo gruppo di ricercatori osservanti la controcultura del
videogioco arcade, questa pratica di sviluppo che vede il flusso di sparo
assumere la disciplina della tecnica e seguire un ordine di spostamento
scientifico che sia in diretta negazione al lineare deflagrare di Capcom,
Technosoft o Seibu; per tale ragione, questo genere di guerra bidimensionale fa storia
a sé. Puoi essere un amante dello shoot ’em up e finire invece per detestare un
titolo come Ketsui, che ingigantisce il numero dei proiettili, che
ingigantisce la dimensione dei guardiani.
Se si adopera il manic shooter
e si cercano rivoluzioni, Ketsui non ne offrirà. La struttura verticalista e
la quantità di materiale sparato a video appartegono al retaggio della Cave,
sicché di fianco a una sezione a sparo continuato si aggreghi un sistema di lock-on
a mirino automatico; in quest’ultimo caso la distanza tra la navetta e gli
obiettivi dovrà essere accorciata. Ed è giusto rispetto a una missione
d’avvicinamento allo stormo che Ketsui
mette a luce le sue idee di accumulazione; quanto più ci si incolla alle astronavi nemiche,
tanto maggiori sono gli items dalle stesse rilasciati. Nel caso specifico,
la routine di sistema elargirà certi box numerati da uno a cinque che
allorché acquisiti realizzeranno il countdown entro cui il fattore
combo dovrà essere scatenato. Il metodo di
controllo è come da tradizione assai puntuale, e la difficoltà generale
sembra ancora orientarsi sul professionismo. Anche se non poi troppo di
confronto agli ultimi due
Dodonpachi, nonostante il ritmo di gioco veramente alto e la frequenza con
cui le navi nemiche apprestano in missione suicida. Il volume di fuoco resta impressionante
a creare quale marchio di fabbrica una struttura di policromia nella quale per
prevalere si debba isolare il campo visivo utile e distinguere i propri proiettili
da quelli avversi, che arrivano a grappoli di cinquanta unità traccianti.
Questo sconfinato Nostro amore per gli
episodi a sparatutto della Cave ci farà necessariamente assumere una posizione di parte.
Per quanto il concept di base non sia variato significativamente dai tempi di
Guwange,
è inconfutabile la figura
stilistica di oppressione, la tradizione che va oltre qualsiasi mero concetto di settorialità. Ketsui è la continuazione
della filosofia iconografica di Junya Inoue:
egli dice a Tomoharu Saito di corrompere il video e di servirsi di visioni meccaniche ora moderne e
di cemento corazzato, ora futuristiche e
addirittura pronosticabili nell’assemblaggio dei bastioni, e insinua la bidimensione della grafica
imponendo sparatutto di fotografia altamente industriale, di evidente isometria
spaziale, di edifici e forzature di prospettiva. Di momenti di armamento
delle basi di terra che montano i siluri. Di sequenze di riconoscibile
leggenda all’ingresso delle EVAC Industry. Tutto scorre via fluidamente in
un mare di fotogrammi di animazione e il rallentamento, quando avviene, è
programmato. Sicché il character
design e il mecha design si fondono per innescare una volta
ancora quest’idea di costruzione espressionista che appartenne a Fritz Lang,
che fu di Metropolis e che adesso acquista il colore. La colonna sonora,
adiacente le caustiche visuali e in accordo alle detonazioni, consegna il
suono techno e intruduce vertici di heavy metal. Un grande gioco. Che si sia
o meno estimatori dello shoot ’em up, si dovrebbe
considerare Ketsui come L’obiettivo da conquistarsi prima della definitiva
estinzione del genere.
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