MATRIMELEE
di @Luca Abiusi

Matri0.gif (43685 bytes)Per quanto il titolo non si avvii a un riferimento diretto Matrimelee appartiene a Power Instinct, la serie che un tempo sapeva generare opere di eccentricità alla stregua di un Groove On Fight, che fu anche giocondo. Di quest’ultimo si ritrova adesso una manciata di personaggi, parte delle meccaniche iniziali e qualche intrusione a livello di gameplay e...basta. In effetti da Noise Factory, dopo Sengoku 3, ci si attendeva un titolo che gli fosse quantomeno all’altezza. Al contrario, Matrimelee è un prodotto che sembra realizzato per appagare i fan del picchiaduro bidimensionale per NEO GEO e per ghettizzare allo stesso modo le utenze rimanenti. Un titolo da collezione. Eppure il trastullo persiste e vi è questo preludio interessante che vuole premiare il vincitore del torneo con un "matrimonio da sogno", che può essere il ripiego ideale per l’acquirente medio di cartucce NEO GEO da mille dollari l’una. Sta di fatto che Noise Factory non smentisce il suo caratterizzare, il realizzare di personaggi altamente carismatici e il costruir di mosse spettacolari, coreografie che cominciano con un calcio e ottengono culmine in bolle infuocate e fuochi d’artificio.

A livello di gameplay risulta essenziale la Stress Meter, barra energetica a riempimento che una volta giunta all’orlo esplode in devastanti super mosse. Ma diversamente da quanto avviene per la stragrande maggioranza dei picchiaduro in 2D, la barra di accumulazione non si misura sul numero di colpi che si riuscirà a infliggere ma bensi sulla facoltà di assorbimento degli stessi. Praticamente più si subisce, più la barra si accresce e maggiori sono i rischi, per l’avversario, di ritrovarsi al tappeto dopo aver messo a segno una serie di colpi assestati. Sia chiaro: nulla di realmente rivoluzionario, ma si è apprezzato il gesto. L’arbitro che appare in secondo piano può essere utilizzato – l’intuizione migliore del gioco – come arma di attacco per apportare ulteriore danno, mentre a contrapposizione di attacchi simultanei si farà largo la Bloodline Battle, una sorta di sottogioco che detta i tempi delle mosse fin quando uno dei due non sbaglia. Ma ancora: si doveva osare di più. Malgrado la buona volontà, e lo stile inimitabile di Noise Factory, qualcosa non torna, ed è precisamente la sensazione di incompiutezza strutturale che permea il fluire dei combattimenti, che dispone personaggi astrusi o dal sin troppo agevole metro di utilizzo. Si rileva uno stadio di lavorazione frettoloso sulla via della definizione potenziale del roster, problema che viene fuori nel single player, in principal modo, ma che sussiste anche sfidando un amico.

In quanto a caratterizzazione Matrimelee si lascia lustrare con gaudio. La classe di Noise Factory si ritrova nel design dei personaggi e le rispondenti animazioni, nelle loro pose plastiche e nelle super mosse pirotecniche, nella schermata di selezione che introduce il combattente al duello. Quando vedi il gioco per la prima volta sembra di essere ritornati ai fasti della migliore Sunsoft, immersi come si è in quest’aria di frizzantezza e stile manga e donnine. Ma poi si deve iniziare a interagire e realizzi che gli stage sono solo cinque, contro un totale di venti personaggi utilizzabili, e che gli sfondi risentono di una mancanza cronica di dettaglio. I programmatori hanno investito sul disegno dei lottatori trascurando però la restante componente estetica, e il fatto sovviene abbastanza grave quando si dispone un diretto raffronto con Power Instinct 2, che seppure sviluppato molto tempo prima di Matrimelee sembra battere quest’ultimo per variazione come anche sulle tecniche di coloramento opzionate da Noise Factory. Gran sonoro: a brani di rimarchevole spessore strumentale si affianca una frastagliata libreria di effetti e sintesi, sebbene la pulizia acustica di un Rage of the Dragons o un Mark of the Wolves sia ancora distante. Il maggior limite di Matrimelee staziona quindi nel fattore persistenza. Interagire in assolo è veramente frustrante, e malgrado i primi lottatori siano battibili in destrezza, prossimi al finale ci si troverà a fronteggiare intelligenze artificiali rigide più del marmo, per una incoerenza di manovra che vede gli attori resistere al diversivo o alla stessa pratica dello spamming. Si dovrà esercitare autismo e l’accumulo di esperienza potrebbe altresì non servire a meno di non imparare a memoria le mosse del singolo lottatore, e nondimeno le sue routine di controffensiva. Per essere un picchiaduro bidimensionale di pretese moderniste, Matrimelee va appena oltre l’idoneità.









 

  Piattaforma Coin-op
  Titolo Matrimelee - 新豪血寺一族 闘婚 Matrimelee - [....]
  Versione Giapponese
  Anno immissione 2003
  N. Giocatori 1/2
  Produttore SNK Playmore / Sun Amusement
  Sviluppatore Noise Factory
  Designers Keiko Ijuu, Marohie. M, Hidenari Mamoto, Tomokazu Nakano, Tomoyuki Kotani
  Compositore Studio Aqua
  Sito Web www.noise.co.jp 
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 4
  Orientamento Orizzontale - Yoko Mode
  Scrolling Laterale
  Risoluzione 320 x 224
  Formato Cartuccia - NEO GEO Multi Video System
  Emulazione Completa [testato su MAME]
  Genere Beat ’em up
  Rarità
  Quotazione 300 - 350 € [AES]
  OST Sì [Shin Gouketsuji Ichizoku Toukon - Matrimelee -, 2005, Noise Factory]

  Nel 2006 Noise Factory realizza in formato PlayStation 2 Shin Gōketsuji Ichizoku: Bonnō Kaihō. Benché questi debba essere classificato come sequel ufficiale di Matrimelee si piazzerebbe più credibile in veste di suo spinoff, poiché di fatto il titolo è il medesimo se non per i marginali cambiamenti nel roster iniziale (vengono reintrodotti Angela Belti e Kinta Kokuin e omessi i personaggi di Rage of the Dragons) e la rimozione del precedente boss, che viene rimpiazzato da tale Bobby Ologun. Tecnicamente inferiore alla controparte NEO GEO per l’assenza delle pose animate in selezione e la mancaza di un filtro di scanline, il picchiaduro sarebbe rimasto confinato in territorio giapponese.