SCUD RACE di @Fausto
Carà
Sega ci ha in
effetti viziati coi suoi corsisti da sogno, e si guardi ad
OutRun, Daytona
USA e Sega
Rally, ma nel 1996, l’anno in cui uscì Scud Race, la
software house aveva pubblicato uno dei suoi titoli peggiori, tale
Sega Touring Car Championship, racing
possibilmente realizzato da un team esterno che ostentava un
design delle automobili e una fisica comportamentale davvero imbarazzanti per una
opera arcade degna di essere targata Sega. L’azienda del porcospino blu decide
allora di correre ai ripari realizzando quel che poi sarebbe diventato uno dei
più memorabili racing in 3D di sempre, un videogioco capace di far
impallidire anche i recenti titoli da corsa avvistabili su PS2 e XBOX.
Inoltre Scud Race diventa, assieme a
Virtua Fighter 3, il primo videogioco arcade a montare l’hardware Model 3,
il successore del blasonato Model 2. Superfluo quindi dire che
il corsistico da un punto di vista visivo sia davvero spettacolare. Del
resto la scheda Model 3 era a quel tempo la piattaforma arcade più evoluta, con una gestione massima dei poligoni a
video realmente improponibile per qualsiasi console domestica allora in commercio; texture
a risoluzione elevatissima, effetti di filtering eccellenti e capacità di
mantenere il framerate sempre stabile a 60 fotogrammi per secondo anche nelle
fasi di gioco più concitate.
Ciò fu dovuto al fatto che Model 3, a differenza delle
schede video dei contemporanei PC, durante la fase di rendering 3D memorizzava solo lo
scenario tridimensionale che appariva in video, e questo significava un
rimarchevole guadagno in termini di velocità e di prestazioni. Il gioco:
dopo aver inserito il gettone viene richiesta selezione dell’automobile
che si vorrà guidare. Per assicurare l’ampiezza di stili di guida Scud Race
mette a disposizione una Porsche 911, una Ferrari F40, una Dodge Viper e
la McLaren F1 (il cui design è davvero impressionante). Dopodiché si potrà scegliere il circuito in cui
gareggiare. Quindi si ha a disposizione quattro piste differenti, due a un livello facile, una a un
livello medio e l’altra ad un livello difficile. I circuiti risultano tra
loro assai diversi sia come difficoltà che come ambientazione come a
mantenere elevato in tal modo il fattore longevità. Ma quel che subito salta agli occhi,
a inizio corsa, è lo spettacolare paesaggio virtuale in cui si viene immersi
in corsa. Bellissime, in particolar modo, le cascate presenti nel terzo circuito, che
lasciano decisamente ammirati per il loro impossibile realismo e che possono
distrarre, bisognerà per cui rimanere in pista poiché in Scud Race è
concreto il rischio di perdere il controllo proprio a causa
dell’incanto provocato dall’opulenza grafica.
Altra nota di particolar lode va mossa per
il sonoro di livello superiore, pensato per creare entusiasmo, per avvolgere.
Difatti si è letteralmente “dentro” il suono per via di questo uso virtuoso
delle due board a esso deputate: quella
davanti, montante CPU 68000, gestisce due chip SCSP che a sua volta
controllano gli
effetti (il rombo del motore delle auto risulta estremamente realistico);
quella sul retro del sedile, montante CPU Z80, si appoggia sul nuovissimo chip
sonoro Sega Digital Sound Board 315-5762 per sintetizzare musiche che, tra l’altro,
risultano strumentalmente convincenti. L’unica riserva adducibile va al fatto che non vi sia
alcuna
voce che commenti le manovre durante la corsa.
Ma per quanto riguarda il gameplay non c’è molto da dire. Lo stile di guida è quello
caratteristico dei racing arcade Sega, i
quali abitualmente si discostano un po’ dalla
filosofia a là Ridge Racer che mette completamente da parte il reale comportamento fisico
dell’auto. Prendere bene e alla giusta velocità una curva è sicché di fondamentale importanza
per evitare di andare a cozzare sugli avversari o finire fuori strada.
Inoltre bisogna saper scegliere l’automobile che soddisfi maggiormente le
proprie esigenze di
guidatori, dato che a ciascuna macchina corrisponde un comportamento
diverso. Il grado di longevità in un gioco di questo tipo è sempre qualcosa di relativo.
Molto
dipende da come ci si dispone all’esperienza, ancorché Scud Race sul profilo
della curva di apprendimento potrebbe sembrare oggettivamente ostile,
soprattutto per il principiante. Chi è abituato alla
guida spensierata dei corsisti Namco potrebbe rimanerne spiazzato anche
considerando
la possibilità di pilotare quattro bolidi notevolmente distanziati tra loro, e
dentro altrettanti quattro
circuiti con difficoltà variabile; ciò fa comunque in modo che il videogiocatore non
venga assuefatto al gameplay prematuramente. A clausura vi viene allora
chiesto un unico servigio: se
passate davanti a una sala giochi e incappate in un cabinato di Scud Race
fermatevi e fateci una
partita. Potreste addirittura vivere l’esperienza di guida arcade in 3D
della vostra vita.
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