DISPOSABLE HERO di @Luca
Abiusi
I Boys
Without Brains erano ascesi con
Hawkeye, platform
game d’avventura che dà sfoggio di un parallasse definibile
sofisticatissimo sugli otto bit
del Commodore 64. Ora, avendo a disposizione un Amiga ECS costoro vogliono
realizzarvi sopra un qualcosa come Disposable Hero, uno
sparatore definibile avveniristico sul sistema di upgrade delle
armi,
che devono venire agganciate nelle capsule di ripristino disposte ingame: la
notevole possibilità di potenziamento mirato porta lo shoot em up
su accezioni inedite lì dove il prototipo dello sparatore giapponese
consentisse per convenzione l’innesto dell’arma giusto appena in atto di gameplay.
Il grado di difficoltà di base vuole uccidere, ma dolcemente. Euroshooter. Ma non tipo
Armalyte ma bensì tipo Disposable Hero invero, poiché il titolo se ne va per
la sua strada e sembra in linea di massima non temere il diretto confronto con le altre cose di
navicelle fuoriuscite nel frattempo sulle console del futuro; importunamente sottostimato dagli
esseri umani medi, Disposable Hero realizza in verità una interessante nuova via di
percorrimento in merito allo sparatutto euroatlantico, il quale era aduso
mostrarsi più sotto forma di malriuscito ricalco dei cabinati coin-op che come
stretto veicolo di creazione.
Significativa l’opportunità di ottenere una nuova
astronave altressì montante equipaggiamento differente dall’oggetto standard
per mezzo di compravendita dei materiali, i medesimi utili per
l’upgrade dell’arsenale. Quindi in virtù della necessità di adottare un differente metodo di
sparo in funzione del mezzo, sussiste tecnica. Ci si trova al cospetto di uno shoot
’em up innovativo
che vuole portare la scalata ai congegni esterni e ancora a mid-boss la cui carcassa sia demolibile a seguito dello
studio scrupoloso di tempi di offesa – generalmente la centratura del punto nevralgico è
meno rilevante che nel tipico sparatore da sala giochi – nei quali
introdursi col
cronometro, per evitare di venire colpiti senza possibilità di
controffensiva. Il ritmo si allinea alla acciaieria dei suoni sì da
sembrarne avvinto alla radice, come a volere appoggiare una idea di gioco
che sia da subito sinestetica, assai condizionante i ricettori stereoscopici
in forza all’udito e alla vista, per addestrare i luoghi futuristici
ed esserne i diretti artefici, suggendo presto da una colonna sonora portante
che intende dispensare acid techno a secchiate, e che fa scatenare l’emicrania, e
che indulge verso a tonazioni abbastanza sconosciute ai contesti della modulazione
programmata per i videogiochi.
Una grafica possente, che si insinua come una spirale
claustro-biologica nella forma nichilista degli scenari. Si è tra i più complessi
sparatutto degli anni Novanta a cagione di una genesi progettuale costata flaconi di
Seroxat; in ogni singolo scenario si riconoscono microdettagli anche subdoli, cellule di
un universo schifoide mischiante l’horror degli esperimenti genetici alla fantascienza
tradizionale di mostri che danno luogo a sequenze costruite su più fasi, quando
che alla disgregazione degli stessi corrisponde una
macabra animazione dei loro resti organici zampillanti di fluidi. La opera
dei Boys Without Brains, scritta in un codice assembly che equivale una
sinfonia di stringhe, sovviene ostile solo in superficie. Sulla via del
perfezionamento delle manovre d’attacco da portare alle routine che
muovono i boss di fine livello si crea
avvistabile la linea d’uscita, un piano di fuga che determini questa
progressione che giammai vuol cedere al fattore casualità. Se vi è un difetto in Disposable Hero che sia
definibile tale, lo si ha nella mancanza dei
continue. Perdute le tre vite ce ne torniamo alla base, e questo
è male anche in virtù dell’esiguo numero di gettoni extra recuperabili durante il
massacro. Una maggiore elasticità sarebbe stata opportuna ma in fondo, con
perseveranza, è possibile conquistarsi lo scontro finale per guadagnarsi la grandezza,
o ripiombare all’inferno. Disposable Hero è un titolo centrale nella storia dell’Amiga,
infame dentro ma indubbiamente sontuoso nel mettere in opera le tecniche di sparo e
le geografie stellari.
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