Discovery Software: ovvero coloro che avrebbero
potuto. Strana casa la Discovery: in potenza avrebbero potuto maramaldeggiare con
Cinemaware e Psygnosis nella lotta per lo scettro di miglior
software house
per Amiga . De facto invece sparirono dopo tre giochi. Ma che giochi ragazzi. Una
conversione arcade perfect (Arkanoid), uno slash em up spezza mascella di
tarantiniana violenza (Sword of Sodan) e poi lui. LO spara spara Hybris
(che in greco significa vendetta) che si dichiarava spudorato clone di Terra Cresta.
Shoot em up essenziale, scorrimento verticale, tre scenari ricchi di sprite grandi
come case ed effetti grafico-sonori spettacolari. Mano a mano che si eliminano i nemici ed
elementi del fondale vengono rilasciate capsule lucenti che permettono alla nostra
astronave di diventare più grande e più resistente. Sempre di più. Ottenute tutte le
capsule la dimensione della navicella occupa
di fatto un quarto dello schermo.
Il vero protagonista del gioco è proprio lastronave:
fredda, metallica e soprattutto senzombra. Solo la recente navella bianco-nera del
sommo
Ikaruga
potrebbe tenergli testa per fascino e capacità ammaliante. Il motore grafico di Hybris
non prevedeva infatti la presenza di ombre ma presentava uno stile volutamente esagerato e
kitsch. Esplosioni multiple, look plasticoso. Ledonismo fatto spara e fuggi. Un vero
parto degli anni Ottanta. I colori potevano rifarsi alla definizione morettiana
rosso rosso, azzurro azzurro, nero nero
.troppo accesi..troppo accesi.
Paradigmatico esemplare della categoria ancora una partita e poi smetto Hybris
non passò inosservato nel panorama degli spara e fuggi a scorrimento verticale. Certo,
nella categoria ci furono giochi più vari e sostanzialmente migliori come
SideWinder
e Battle Squadron che sebbene più ruvidi e meno patinati permettevano una
maggiore modularità nellapproccio al gioco ed una longevità ben maggiore,
garantita da un numero esponenziale di mondi da esplorare e distruggere. Hybris si poneva
invece come escort-game. Quello che agognavi per una vita e che poteva lasciarti con
lamaro in bocca una volta provato, ma sicuramente in grado di esercitare un fascino
speciale, fuori del comune.
Allo stato di allucinazione in-game contribuivano
pesantemente anche le musiche: un concentrato di techno/lounge che oggi sarebbe ai primi
posti delle classifiche underground tipo Suburbia. Altro che
Buddha-Bar. Hybris esercitava un forte potere coercitivo nei confronti
del giocatore. Il problema era trovarlo. Anche i più onesti, integerrimi, ben
intenzionati avversori della pirateria, causa contemporanea dello sviluppo e della morte
dellAmiga e di molte case che producevano software per il computer di casa
Commodore, ebbero molte difficoltà a reperire una copia originale del gioco. Di fatto
nonostante i pellegrinaggi di diversi negozi di diverse città, chi vi scrive ignora
tuttora la forma e limmagine della confezione originale del gioco. Il
pronipote di Hybris? Non cè. Ikaruga forse, ma solo per la magnificenza
grafico-sonora. Non certo per la complessità: Hybris, pur nelle sue esagerazioni
stilistiche, nel suo scrolling pressoché impeccabile, nel potere distruttivo del display
e nei suoi cromatismi assoluti era molto semplice. Immediato, dal carattere
tradizional-popolare. Nessuna chain, nessuna strategia particolare per fare fuori i boss
finali di turno, per altro davvero impressionanti nella loro pachidermica
rappresentazione. Sotto un certo punto di vista un gioco, oddio, anonimo. Ma dotato di un
grande carattere. O era solo chiacchiere e distintivo? Ai posteri lardua sentenza.
Strana casa la Discovery. Chissà che fine hanno fatto.