FLASHBACK
di @Luca Abiusi

flashmini.JPG (12841 bytes)Sebbene Cuisset evidentemente creasse un’opera di platformismo di avventura-prototipo in cui si potesse raccontare di invasioni di un certo quantitativo di extraterrestri che vuole insinuarsi sulla terra per assumerne il controllo, dove il protagonista vien prima catturato e poi lasciato andare se no altrimenti non si avrebbe una storia, nel ’93 si ottiene l’immagine del videogioco paradigma ancor prima di capire, quando si è nella foresta e si vede l’omino assumere vita. Avviene Flashback. Bisogna indagare gli avvenimenti precedenti e risistemare i ricordi. Ma si deve anche resettare e rivedersi questo spettacoloso inseguimento su moto volanti, per vedersi ancora restituire lo stato dell’arte del motion capture quando si chiamava ancora rotoscope. L’ombra di Eric Chahi è latente pur stante una avvisabile difformità di stile e colori; veramente notevole in ogni caso il meccanismo d’integrazione delle fasi di azione coi filmati grazie all’azzeramento dei caricamenti – puranche consumando da disco – e succede che ogni singola sequenza in rotoscopio sia naturalmente incollata al tessuto dell’avventura per fare che Flashback diventi l’esperienza cinematica del ventesimo secolo. Dopo Another World.

L’impianto estetico di altissima qualità creerà l’incipit utile a innalzare il livello di attenzione. Quindi i fondali, completamente disegnarti a mano, portano il dettaglio al quasi maniacale così agevolando il discernimento del singolo pixel. Ammirevole il perfezionismo di Cuisset, che traspare anche nei movimenti dei nemici, non inferiori per fluidità a quelli di Conrad B. Hart, in marcatura di un lavoro artistico che volge a perfezionare le tecniche di rotoscoping di Prince of Persia a mezzo videocamere ad alta tecnologia. Si osservino pure le animazioni del nostro alter ego, probabilmente tra le più realistiche che si siano mai viste in un videogioco – nemmeno i più recenti artifizi in motion capture che animano Lara Croft riescono a tenergli il passo – quando si è in corsa e si effettuano dei balzi. La giacca si solleva smossa dal vento, e qualora si cambi direzione lo sprite subisce un elegante dissesto dinamico slittando sulle superfici e mancando sovente l’equilibrio. È possibile eseguire capriole in corsa e da fermi, estrarre e rinfoderare la pistola, raccogliere e lanciare oggetti – i sassi – per attivare fotocellule o interruttori che sblocchino accessi e istruiscano alla risoluzione di enigmi di media complessità. Discreta parte del gameplay sarà dunque allacciata all’esercizio di innesco di elevatori, ponti sospesi, camere per il teletrasbordo.   

Notevole dal principio la stesura della trama, che mette in luce un copione sci-fi carpenteriano, verde-alieno e squamoso eppure pesantemente votato alla azione. Benché l’espletamento delle mansioni di ricerca e dialogo sia congenito ai nuovi metodi di assemblaggio del platform game, mai più tale dopo Another World, e malgrado l’ossequiente proponimento dei principi avventurosi propri dell’autore, i momenti apicali di Flashback si riconoscono nelle fasi di sparatoria furiosa e dai momenti di alta tensione stealth. Appaga traforare uno o più nemici massimizzando gli spostamenti del pupazzo in modo che lo stesso sia al centro di un disegno anche tattico prima che arrischiato al faccia a faccia arcade. È fattibile uscire illesi in situazione di svantaggio di fuoco azzeccando la sequenza sparo prima a quello col jetpack, poi a quello difronte e dopo atterro quello che mi sta di fianco colpendolo col calcio dell’arma e non tanto per esigenze stylish quanto per una effettiva necessità di preservazione dell’energia, per evitarsi di ricominciare dall’ultimo, distante punto di ripristino. Flashback vuole che il manovratore agisca su tempi di reazione ristretti e difatti sembra che la leggerezza degli enigmi sia succube alla idea di velocizzare quanto possibile le fasi di interconnessione delle sequenze nevralgiche, onde esorcizzare eventuali momenti di impasse. Messe da parte talune lentezze di spostamento nei livelli avanzati – si guardi alla macchinosità del trasporto via metropolitana – che sferzano il dinamismo instaurato da Cuisset, Flashback centra l’obiettivo di tessere un sottogenere avventuroso intriso di cinestetica e proiettili.








 

  Piattaforma Amiga ECS / OCS
  Titolo Flashback
  Versione Italiana
  Anno immissione 1993
  N. Giocatori 1
  Produttore Delphine Software
  Sviluppatore Delphine Software
  Designers Paul Cuisset, Benoist Aron, Thierry Levastre, Thierry Perreau, Christian Robert [....]
  Compositori Benoist Aron, Fabrice Visserot, Jean Baudlot, Philippe Chastel, Raphaël Gesqua
  Sito Web ...?
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 1/2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Multidirezionale [Zoom Mode]
  Formato Floppy Disk
  Numero supporti 4
  WHDLoad Sì [link]
  Genere Cinematic Platformer
  Rarità
  Quotazione 25 - 30 €
  OST Sì [Flashback, 1993, Sony Music France] [PC MS-Dos]

 

Il videogioco viene programmato su Amiga 500 e quindi convertito verso i paralleli sistemi di gioco. La funzione a due livelli di zoom – che altresì genera lo scrolling sul movimento del protagonista – è comunque avvistabile unicamente su Amiga. Su Amiga 1200 il titolo gira più velocemente, ma in ragione di questo va anche in asincrono con il suono nella sequenza iniziale. Le edizioni console, fatta esclusione di Mega Drive e Mega-CD, sono consegnate a Tiertex. Alla fine il titolo utilizza bene le caratteristiche delle macchine ospitanti, e sebbene sempre generando la tecnica di pittura che fu del versante Amiga questi può ad esempio manifestare un numero di colori superiore su PC MS-Dos come su Macintosh. La versione Acorn Archimedes conserva la sequenza iniziale estesa presente sui menzionati. Accade lo stesso sui giapponesi PC-98 ed FM Towns. Quest’ultimo sarà anche l’unico port in formato CD a conservare le sequenze bidimensionali in rotoscopio, dacché tutti i restanti (3DO, CD-i, PC CD-Rom e Mega-CD) vedranno una intro rifatta in CG; nondimeno risultando più una forzatura che un reale miglioramento visuale codesta tecnica comprometterà le stesse fasi di raccordo presenti ingame. CD-i è penalizzato sul fronte della risoluzione, ma genera comunque fluenza. Sul Mega Drive e Super Nes il gioco gira più velocemente che su Amiga 500, ma anche accusa un certo numero di rallentamenti. Nei corrispettivi giapponesi di questi ultimi, distribuiti da Sunsoft, il colore dei nemici (non alieni) muta in verde. È probabile che Sunsoft abbia operato una sorta di censura preventiva mirata a esorcizzare il realismo delle uccisioni. Sul Mega-CD viene inserita una traccia musicale inedita per ogni livello. In USA, i manuali delle versioni Super Nes, Genesis (Mega Drive) e Sega-CD contengono un fumetto di produzione Marvel Comics – inedito in Europa – che racconta i fatti che precedono le vicende del videogioco. Nel ’95 Tiertex realizza il port Atari Jaguar: essendo su formato cartuccia, lo stesso risulta salvo dalle intrusioni in CG. Nel 2002 Adeline Software annuncia di essere al lavoro su Flashback Legends, remake di Flashback in melassa criptofantasy per Game Boy Advance col fondale in parallasse e il rip dello sprite principale. La crisi finanziaria della software house ne causò l’abbandono verso gli ultimi stadi, e difatti il videogioco non uscì mai. Ciò nondimeno, nel 2008 una ROM-prototipo di Flashback Legends viene immessa in rete e quindi concessa al consumo tramite emulazione. Nel 2009 l’adattamento per iOS di Flashback inserisce un filtro di scanline, ma il joystick virtuale è scomodo. Dopo aver richiamato a sé il suo vecchio team di sviluppo Paul Cuisset dà inizio al progetto Flashback in HD. Questi viene ultimato all’inizio del 2013 col patrocinio di Ubisoft, che lo concede ai server Live Arcade, PSN e Steam nell’ottobre dello stesso anno. Il videogioco, pur restando di inquadratura bidimensionale, fa uso del calcolo in 3D in motion capture e abbandona il rotoscopio. Scelta che risulterà grossomodo catastrofica nell’atto della ricostruzione icastica del referente vista la carenza dell’iper-movimento che aveva realizzato quest’ultimo a modello dell’animazione per videogiochi. In Francia, l’originale Flashback detiene il primato di videogioco più venduto di sempre.