NINJAKUN Ashura no Shou di @Luca
Abiusi
Tre anni dopo
Majou no
Bouken UPL allunga la saga con Ninjakun Ashura no Shou (Ninja
Kid - Le Cronache di Ashura), seguito questa volta ufficiale dopo lo spinoff apparso su
Nes nell’85. Approdato qui da noi col titolo di Ninja-Kid II, l’arcade
di Tsutomu Fuzisawa – Nishizawa era già migrato a Westone – dispone variazioni
sulla forma originale portando il platform a soluzioni dinamiche anche orizzontali.
Questa volta il percorso risulta multiplo. Quindi tre risultano i tracciati
di iniziale opzione: superati altrettanti tre livelli questi confluiscono in una
struttura a più stage
unificata. L’intenzione di UPL è di affilare le visuali a evoluzione verticale
del precedente su di un motivo di annessione a nuove situazioni, nuove idee,
nomi cose città. Ninjakun deve adesso affrontare prove di variazione, improvvisandosi
sommozzatore e anche scalatore grazie alla nuova capacità di attaccarsi alle pareti come
un ragno; la apertura verso il platformista tradizionale, necessaria allo svecchiamento
delle meccaniche a singolo quadro che furono della prima metà degli Ottanta, porta
il videogioco a taluni eccessi di affollamento.
Urge analisi.
Pupazzo gnappo può usufruire di un rinnovato parco
armi. Oltre agli shuriken dovrà allora lanciare boomerang e cerchi di fuoco ad
ampio raggio da preservare per le occasioni di pericolo. I controlli di base
ritornano gli stessi: l’unica novità, seppure già introdotta in
Jajamaru-kun,
riguarda la discesa alle piattaforme sottostanti, adesso performabile premendo
lo stick
in giù. Vi è più azione in Ashura no Shou. Succede di iniziare un livello
precipitando da una altura, e all’impatto col suolo di rimanere storditi: situazione
comunque evitabile
producendo una capriola da 1000 punti prima dell’atterraggio. Il level design è stato
rivisto. Se per passare al quadro successivo bisognava, nell’84, affrontare il boss
posizionato in cima, adesso si deve trovare la via d’accesso, che può essere una porta o una
caverna. Il posizionamento di queste ultime, nel caso si affronti un livello verticale,
non è immediatamente riconoscibile: disposte su piattaforme isolate per
conquistarle
bisognerà sovente effettuare un balzo nel vuoto e per cui calcolare
chirurgicamente il luogo dell’impatto. L’estensione dei nuovi stage
viene rispetto a Ninjakun pressoché triplicata.
Più nemici, più boss a distanza di centimetri, più metripixel da coprire
in multidirezione. Naturalmente, questo determina automatismi non
prevedibili e nuove strategie di
avvicinamento al nemico, eppure è qui che Ashura no Shou rivela alcuni limiti di
programmazione, ché già dal sesto livello può accadere di venire circondati dagli sprite.
Nonostante la possibilità di continuare la partita
(opzione non presente in Ninjakun), il platform UPL è vittima di una certa
pratica di manomissione del gameplay, tipica degli anni ’80, che fa pagare dazio al
giocatore all’atto del passaggio di quadro. Lo stesso livello subacqueo, che arriva presto, cede
alla legge della routine comportamentale fissa, laddove per ultimarlo bisognerà
fotografare e memorizzare il posizionamento dei polpi e dei pesci e prevenirne
l’invasione al nostro campo direzionale. Ci perdemmo sacchi di monetine a quei tempi. Ci
perdiamo sacchi di frustrazione adesso, che possiamo giocarlo col MAME. Meglio non parlare
della sezione delle caverne, in cui i pipistrelli si mimetizzano allo sfondo torturando i
Nostri riflessi già appannati dall’età. Ciò nondimeno, se si è qui a parlarne significa
che il gioco continua a convincere pur con tutti i suoi limiti di bilanciamento. La brillante
realizzazione tecnica aiuta a perseverare. Allevia i colpi subiti dalla A.I. discutibile e
provvede ad alleggerire il prosieguo. Ashura no Shou è titolo dai meccanismi arcaici sottostante a processi di apprendimento astrusi,
di articolazione. Insistendo
nell’avventura si avrà il privilegio di avvistare scenari per l’87 eccelsi, e
notevoli per il motore Z80 a 6 Mhz della scheda da bar. Spazi ampi, disegni dettagliati di
fondali e pupazzi, allegria cromatica assoluta. Vale la pena di farsi maltrattare, perché
il premio oltre la porta d’accesso ai nuovi schermi diffonde una microlandia di esseri
surreali e mostri interessanti. Le musiche, realizzate dallo stesso Fuzisawa, fanno il
possibile per non rovinare l’atmosfera e vorrebbero intrufolarsi nell’azione
senza intaccare la corrente visione di sarcasmo giapponese. Gioia e sacrificio per questo Ninjakun
Ashura no Shou. Lo si giochi ancora, per la storia e per la gloria. Lo
spessore arcadista.
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