TEENAGE MUTANT NINJA TURTLES di @Valentino
Conti
Donatello è sempre stato il mio
preferito: bandana viola, carattere razionale e specializzato nell’uso del bo (bastone
rende poco l’idea). Poi c’erano Leonardo (il capo) armato di doppia katana, Raffaello con
i sai, Michelangelo coi nunchaku ed il mitico Maestro Splinter. Le tartarughe
ninja erano il frutto di una mutazione di 4 tartarughine d’acqua mentre il maestro
Splinter era un umano trasformato in ratto. Tutto si può dire della serie di Peter Laird
& Kevin Eastman fuorché che fosse banale. In un fumetto di chiara matrice americana
si possono estrapolare elementi della cultura giapponese (l’esilio del sensei Splinter è
fondamentalmente una questione di onore) e proiezioni fantascientifiche sulla mutazione,
formando una serie intrigante e piena d’azione. Non a caso il cartone animato (grazie
di esistere, Italia 7) fu un grande successo. E pensare che il fumetto era ancora più
bello: solamente era stato riadattato affinché potesse essere proposto, sotto forma di cartoon,
ad un pubblico più giovane. Il periodo delle tartarughe ninja corrispondeva grossomodo,
ludicamente parlando, all’esplosione nelle sale giochi del genere inaugurato da Double
Dragon e benedetto da Final Fight.
Non stupisce quindi che la licenza delle quattro tartarughe
mutanti ninja fosse stata sfruttata da Konami con un bel picchiaduro a scorrimento. E si
tratta probabilmente di uno dei picchiaduro più sottovalutati delle storia forse per la
sua eccessiva semplicità o forse perché le tartarughe Ninja passarono presto di moda,
salvo poi tornare recentemente con un bel refresh decisamente intruzzito. In
realtà T.M.N.T. era (e rimane tuttora) un gioco con tutti i crismi, a partire dalla
magnificenza del cabinato dedicato, davvero enorme e con tante postazioni per permettere
di giocare con tutte e quattro le tartarughe contemporaneamente, che lasciava davvero
basiti. La storia è facilmente intuibile: Shredder rapisce inizialmente April, la
giornalista amica delle tartarughe, poi si porta via il maestro Splinter: infine, non
contento, cerca di conquistare il mondo. Nei panni di una delle tartarughe ninja
massacreremo, uno dopo l’altro, gli adepti del foot clan, soldati robotici
differenti per colore e per tipo di armi utilizzate. Non mancheranno i personaggi
caratteristici della serie animata quali Bebop, Rockstaedy, l’uomo mosca Baxter fino ad
incontrare Krang ed il fedifrago Shredder. I comandi non sono molti, anzi il gioco si
dispiega in soli due tasti: uno per le randellate e l’altro per il salto. Con la pressione
simultanea di entrambi si performa una “spazzata” più potente delle altre ma
dalla velocità di esecuzione rallentata.
Teenage Mutant Ninja Turtles si presenta
quindi come un picchiaduro vecchio stile ancorato al classico gameplay “ammazza orde
di nemici che ti assalgono contemporaneamente” senza particolari innovazioni di
sorta. L’approccio agli avversari ricorda un po’ il paradigma creato da
Golden Axe,
in cui la cosa migliore da fare era cercare di isolarsi ed affrontarli uno per volta.
Tuttavia sia la supermossa che la possibilità di attaccare tramite salto suggeriscono
soluzione alternative agli scontri. Ed è nella scoperta dei pattern d’attacco che esce
fuori il potenziale di questo gioco. Se infatti smanacciando a casaccio si è portati a
credere che si tratti del classico “picchiaduro mangiasoldi truccato” che
costringe il giocatore a inserire n gettoni (con n tendente all’infinito), prestando
maggiore attenzione ci si accorgerà che in T.M.N.T. ogni avversario e ogni boss, a prima
vista inattaccabile, ha il suo ben definito pattern d’attacco: e qui scatta la sfida nel
terminare il gioco consumando il minor numero di crediti possibili. A tutto ciò fa da
coreografia una grafica coloratissima e dalle animazioni impeccabili che, assieme alle
musiche, contribuiscono a ricreare a pennello l’atmosfera del cartoon (ovviamente
ci riferiamo alla serie originale e non a quella nuova). L’unica pecca riscontrabile è
nella poca varietà dell’azione: nonostante infatti la distruttibilità di molte parti dei
livelli (possiamo scassare pali, idranti, cartelli stradali e lanciarli contro i nostri
avversari) manca quella folta schiera di power up che rende titoli come
The Punisher o
Cadillac &
Dinosaurs una spanna sopra tutti. Ciò non toglie che T.M.N.T. sia meritevole di più di
una sessione di gioco sul MAME, ancor meglio se in buona compagnia. Un piccolo
consiglio: evitate le recenti produzioni per PS2, GC e XBOX dei Ninja Turtles, adattamenti
poligonali della recente serie animata. Potreste rimanerne fortemente delusi.


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