PAPRIKA - Sognando un sogno
di @Luca Abiusi

Si parla di un dispositivo, la DC Mini, col quale si scardina la mente. Poi Cristopher Nolan se ne sarebbe appropriato per montarvi un film tutto suo, magari un po’ meno intricato di Paprika e bisogna dire valido, in taluni suoi risvolti dove sembrava che non ci si dovesse risvegliare mai. Tuttavia Paprika è meglio. Abbiamo un Satoshi Kon particolarmente delirante che decide di fare il gioco delle tre carte, una cosa di abilità manuale di vedo non vedo, lo faccio velocemente dimodoché il giocatore-spettatore non realizza che il jack di cuori che stava al centro lo si è abilmente incollato sotto il banco, un che di baro non baro che bastaché non scopri le carte ti riesce di rendere credibile, poiché conta quanto è percepito e non ciò che è, che esiste, sempreché la menzogna che pensavi di avere orchestrato non diventi anch’essa una macchinazione. Finzione della finzione. Che si avrà comunque modo di confutare, dopo. E non ti riesce di tornare indietro. Devi rimanere, nel sogno. Dovesse anche trasformarsi in un incubo cosciente in cui vedi delle cose e ne accadono altre, e rischi di essere investito da un camion o di precipitare dal decimo piano, avendo scambiato l’inferriata del balcone per il cancello d’ingresso a un parco divertimenti.

Ma si necessita di sporgersi. E di usare l’estensione DC Mini pure ignorando che il regista ne abbia disposta la connessione a cascata, che è verosimilmente questo il punto su cui formulare un provvedimento di accusa che rimandi all’uso improprio di tecnologie potenzialmente corrosive, e ma prima bisogna essere sicuri che il circostante visivo corrisponda effettivamente a una illusione. Del resto Satoshi Kon lo conosciamo bene. Le sue opere, escludendo Tokyo Godfathers, avevano assunto l’indagine del pensiero ed è un miracolo che la visione di Paranoia Agent non ci abbia causato danni permanenti al cervello, altrimenti ci ritroveremmo adesso a scrivere parole scarne di cognizione e a dire che in verità Paprika non possiede un finale, e che si rigenera in un loop di cui Noi si è complementari artefici. Invece il Nostro io sano bisogna di punti di riferimento reali. Richiede che vi sia un caso di omicidio con un detective, un maggiordomo reo confesso e un capo della polizia che dispone tutti i tasselli del puzzle al loro posto, mica codesto assillante crimine parapsicologico dove c’è un detective, una dottoressa con un alter ego cibernetico che si chiama Paprika e un criminale che è capace di impiantare allucinazioni collettive da sudore freddo, tipo una processione di giocattoli animati che prosegue in avanti verso la città, facendo gran chiasso.

Il film è un complesso di piani scomponibili. E mutabili in funzione dell’uso della prospettiva, a continuare il discorso di Millennium Actress, che in Paprika sedimenta verso l’irrisolvibile inscatolamento dei settori cinematografici, i quali s’inglobano escalando nel metasogno, che sta dentro al metacinema, che sta dentro la metamorfosi della coscienza di sé come se la domanda da porsi non sia tanto chi è chi, ma chi si è reincarnato in cosa, a suffragio del verificarsi d’interazioni bidirezionali tra dimensione primaria e suoi comprimari specchi, poiché il film chiaramente esonda, e rincara invertendo l’ordine di proiettabilità dell’immagine riflessa, che anziché cunearsi all’interno inizia a espellere i suoi vitrei frammenti contro una obliqua zona d’ombra nella quale finzione e realtà coesistano liberamente, ché Satoshi Kon si sente in obbligo di stralciare il meccanismo della logica induttiva, nel momento in cui decide che il parametro di riconoscimento dell’oggetto fisico (e filmico) altro non è che uno strumento di ri-codificatura della luce. Il cui raggio deve veicolare paradossi spaziodimensionali, schizofrenie, stati vegetativi. Da che "tutto ha principio dalla follia”. Il disegno è sfarzoso, principesco. Pleonastico dire che character design, trame di pigmentazione e animazioni stiano all’estremità della tecnica in cel, e si deve comunque riportare di una colonna sonora sintetica altrettanto significativa.












  Classificazione Film d’animazione
  Titolo originale Paprika - パプリカ -
  Provenienza Giappone
  Prima immissione 2006 / Cinema
  Produttore Madhouse
  Regia Satoshi Kon
  Fotografia Michiya Katou
  Soggetto Yasutaka Tsutsui, Seishi Minakami, Satoshi Kon
  Character design Satoshi Kon
  Mechanical design //
  Dir. animazione Masashi Ando
  Compositore Susumu Hirasawa
  Sito produttore www.madhouse.co.jp
  Formato Blu-ray Disc
  Edizione Italiana [Sony Pictures Home Entertainment]
  Anno edizione 2015
  Numero supporti 1
  Lingue IT / EN / CE / FR / JP / PL / SP / DE
  Sottotitoli Multi
  Rapporto 1.85:1
  Compatibilità Region ALL
  Durata 90 min
  Episodi //
  Reperibilità Buona
  Prezzo 9 € circa
  OST Sì [Paprika: Music from the Motion Picture, 2007, Milan Records]

 

Il 2 settembre del 2006 il film viene presentato in anteprima mondiale, in concorso, alla 63ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Durante lo stesso anno ottiene proiezione al New York Film Festival, nonché al Tokyo International Film Festival e al TIFF Animation CG. Nel 2007 concorre al Montréal Festival of New Cinema (Premio del pubblico), al Fantasporto (Portogallo, Premio della critica), al National Cherry Blossom Festival (Washington D.C.), al Greater Philadelphia Cherry Blossom Festival, al Sarasota Film Festival, all’International Film Festival di Auckland, al Newport Beach Film Festival (premio di Miglior film d’animazione) per, infine, venire proiettato come film di chiusura alla “Anime Marathon” tenutasi presso lo Smithsonian. È noto che per la colonna sonora del film Hirasawa ricorse all’uso delle applicazioni “Vocaloid” (per le voci) e “Bars and Pipes” (dietro utilizzo di un Amiga 4000). Nelle sequenze del luna park si può notare, all’ingresso, la sagoma della bambina-robot che Satoshi Kon avrebbe rimodellato a personaggio protagonista di Yume Miru Kikai (Dreaming Machine), il suo film incompiuto. Eccezionalmente, una tiratura limitata di 1500 copie del DVD, cui risulta allegato lo storyboard book, viene realizzata per l’Italia nel 2007 prima della release dello stesso Blu-ray.