La
grandezza di una software house si misura non solo dalla qualità media dei suoi
prodotti e dalla quantità di giochi che riesce a sfornare ma anche, e
soprattutto, dalla varietà di titoli che crea negli anni, nel modo in cui riesce
a mantenere intatto quell’impalpabile sense of
wonder, quell’invisibile alone di mistero, quell’evidente marchio di qualità che
permette all’acquirente di percepire immediatamente il valore aggiunto di un determinato
prodotto rispetto ad altri. Cinemaware era questo. Sempre produzioni innovative e
originali, sempre un passo avanti agli altri, sempre una cura ed una meticolosità
“nipponica” nel seguire ogni più insignificante dettaglio nelle sue produzioni,
dalla confezione cartonata, al manuale di istruzioni, fino ad arrivare al gioco in sé e
per sé. TV Sports Basketball è epifanico di codesto modus operandi.
Secondo, in linea temporale, di una serie
“dedicata” agli sport americani per eccellenza che aveva già regalato al
pubblico l’eccelso Football due anni prima, TV Sports Basketball
arriva nelle case degli utenti nel 1990 per restarci per parecchio tempo.
Tutta l’NBA è a nostra disposizione, i
nomi dei giocatori sono editabili per mantenere sempre aggiornato il roster. La
giocabilità, una volta scelto il quintetto base e la tattica da mettere in atto, è
perfetta: dotato di un tangibile spessore ludico e graziato da una immediatezza e
semplicità d’uso capace di soddisfare anche il più esigente fan della pallacanestro, TV
Sports Basketball è un tiro perfetto, un “ciuffone” da tre punti segnato allo
scadere di una partita importante. Longevo in solitario, con un’intera stagione e playoff
da disputare, TV Sports Basketball toccava vertici di eternità, se giocato in due. Il
grande spessore di gioco favoriva così una approccio alla partita sia tattico che
“ludico”, per attecchire sia sul giocatore occasionale che sul potenziale
maniaco.
La grafica, straordinaria as usual ed il
sonoro, incredibilmente realistico, erano comunque meri orpelli formali se paragonati allo
spessore ludico offerto e alla quantità di chicche che i programmatori Cinemaware
seminano a piene mani. I giocatori risentono delle fatiche in campo e, se non sostituiti,
perdono in brillantezza, le percentuali al tiro si fanno sempre più basse, gli schemi di
gioco saltano, la corsa è più affannosa, la ricerca del rimbalzo vana. L’impietosa
schermata di selezione mostra il nostro quintetto spompato e senza forze, mentre
sostituiamo i giocatori affaticati con altri più freschi. L’arbitro segue con attenzione
ogni fase della partita ed il regolamento è applicato alla lettera. Certo, la facilità
con la quale un buon tiratore effettua canestri da tre punti è forse eccessiva, ma le
piccole sbavature pur presenti nel gioco, non ne intaccano minimamente la bellezza e la
capacità di divertire.
Cinemaware offre la solita, eccezionale confezione: c’è l’incipit televisivo, le valanghe
di dati, punteggi e statistiche che tanto piacciono all’utente yankee, ci sono le finte
pubblicità, gli stacchi delle cheerleader, gli inserimenti del cronista dal campo e le
schermate statiche/animate che sottolineano i momenti più intensi e spettacolari della
partita ma, soprattutto, c’è il talento di questi programmatori americani capaci, per la
prima volta, di rendere alla perfezione l’atmosfera e le emozioni vissute sul parquet di
gioco. La serie TV Sports vive con Basketball il momento di massimo splendore: gli sport
che verranno, Boxing e Baseball, appartengono ad una fase che l’amighista cerca di
dimenticare e non sono davvero creature Cinemaware. Ma, se la storia del videogioco ha
cancellato Commodore, Amiga e Cinemaware, le emozioni di quei giorni restano indelebili
nei nostri cuori.