NEON GENESIS EVANGELION - Platinum
di @Luca Abiusi

Si dice che Evangelion è una serie di Hideaki Anno, quando invece si dovrebbe dire che è una serie su Hideaki Anno. Ergo sullo stato di segregazione cui il disegno doujinshi l’aveva in adolescenza costretto, e vi inseriremmo l’egodistonia latente, che servirà da conduttrice di gran parte dell’opera, e questo pur sebbene che si dovesse far passare quest’idea che l’anime era niente di diverso da un anime di robot e femminazze con le plug suit stringenti a misura dell’inguine; per l’esattezza, la trabordante Cybernetic art coscrivibile all’iperstruttura degli Eva – e alle divise iperfuturistiche di chi ne avesse assunti i comandi – avviene di transito al Progetto per il Perfezionamento dell’Uomo, quindi a una perpendicolare teoria evoluzionista secondo cui presentire la eventualità di un processo di palingenesi per autodistruzione. Va da sé che dietro l’impianto di un determinato “cinema” distopico-disconnettivo, non esattamente lynchiano ma nemmeno insensibile all’influenza del primo, illuminante George Lucas che aveva diretto “THX 1138”, il regista di Punta al Top! GunBuster si appresti a defenestrare le narrative del citazionismo e del fanservice alla maniera di quanto Yoshiyuki Tomino contribuì a sancire, nel corso del 1979, allorché disse che i mazinghi erano intrattenimento per cerebrolesi, e che le generazioni “promesse” avrebbero dovuto fare i conti con un nuovo giocattolo chiamato Mobile Suit Gundam.

Deve tutto subordinarsi alla stilografia. E alle succedenti caratterizzature. La tecnica del telecinema, i materiali specifici per le diluizioni, le inchiostrature sul ventiquattresimo di fotogramma stabiliscono un precedente grafico di precisione geometrica, a ripresa esterna, di contro alla scurità di un certo liquido violaceo in cui annegare e attraverso cui assurgere a divinità furiose e vendicatrici, surclassato il picco di connessione ai giganti-nemesi che ne dispensano la forma; il vangelo del nuovo secolo, malgrado che la guerra tra “children” e “angeli” si consumasse materialmente là fuori verrà scritto all’interno dell’Entry Plug, terminale sacca di contenimento della specie, placenta imperforabile dove il ricordo ultrapotenziato di sé defluisce a congiunture ignude e chimeriche, incontro a paradimensioni dalle quali i complessi, e le paure e le debolezze tracimano in atti d’insospettabile coraggio. Hideaki Anno coopta alla figura di Shinji Ikari campioni di metareferenzialità. Da vivisezione del suo non essere, come del divenire adulti mai a costo dell’ostentare a oltranza il ruolo del liceale ordinario di cui si faticasse a percepire la presenza si libera dell’effimero, in accordo con l’acuto drammatico dell’episodio ventisei, nel quale il regista, più o meno pateticamente ma senza mancare di un senso di lucida introspezione augura al mondo ogni bene, commiatandosi con un inchino.

È consigliabile recidere i legami che Neon Genesis Evangelion: The Feature Film intrattiene con la serie televisiva, dovendo di questa riferire le negligenze affioranti in superficie, a dispetto di qualsiasi tentativo di revisionamento super terminum. Grava un che di approssimazione sulla scrittura degli episodi avanzati, e non stiamo parlando degli arcinoti ultimi due: quelli sono a posto. Caso mai, è il mezzo sbrigativo con cui ci si arriva a sollevare questioni circa i legittimi propositi di eviscerazione della letteratura freudiana, rispetto a un primo girato che si astiene dal praticarne il vilipendio, e a un secondo che, seppure astutamente, vorrebbe esserne audace accostamento dottrinale. È di grazia pensabile che la svolta filo-determinista eligibile tra le pieghe della Introduzione al narcisismo, subentrante all’urgenza di ricondizionare le sceneggiature di quattro/cinque episodi il cui ultimo termine di consegna era per ieri sarebbe intercorsa egualmente, e che Hideaki Anno si fosse di per lui mentalizzati i tormenti che avrebbe dovuto aggredire (e possibilmente vincere) sin dagli iniziali stadi della progettazione. La qualità dell’animato rimane comunque indiscutibile. Per quanto si debba censire in itinere un avanzante decremento del numero di linee trattate per frame, i soggetti alteri concepiti da Sadamoto conservano in loro il potere della fotogenìa universale, e s’incastrano allo spirito dei pachidermi umanoidi, che prestanti tripudiano la resurrezione della carne.









  Classificazione Serie TV
  Titolo originale Shin Seiki Evangelion - 新世紀エヴァンゲリオン -
  Provenienza Giappone
  Prima immissione 1995 - 1996 / Televisione
  Produttore Gainax, Tatsunoko Production
  Regia Hideaki Anno
  Fotografia Yôichi Kuroda, Yoichi Kurato
  Soggetto Hideaki Anno
  Character design Yoshiyuki Sadamoto
  Mechanical design Hideaki Anno, Ikuto Yamashita
  Dir. animazione Shinya Hasegawa, Takeshi Honda, Shunji Suzuki, Nobuhiro Hosoi, Satoshi Shigeta [....]
  Compositore Shirō Sagisu
  Sito produttore gainax.co.jp / khara.co.jp
  Formato DVD-Video
  Edizione Italiana [Dynit]
  Anno edizione 2013
  Numero supporti 5
  Lingue JP / IT
  Sottotitoli IT
  Rapporto 1.33:1
  Compatibilità Region 2
  Durata 750 min
  Episodi 26
  Reperibilità Bassa
  Prezzo 300 - 500 €
  OST Sì [NEON GENESIS EVANGELION, 1995, Starchild Records]

 

La serie, preceduta in ordine di uscita da un omonimo manga di Yoshiyuki Sadamoto, viene trasmessa da TV Tokyo tra l’ottobre del 1995 e il marzo dell’anno seguente. L’anime andrebbe tuttavia catalogato come originale, da che l’opera di Sadamoto, posteriore, doveva viaggiare parallela all’hype insinuatosi tra le sottoculture otaku del Comiket, dopo le prime voci su di una “rivoluzionaria serie robotica” fatte intenzionalmente trapelare da fonti interne a Gainax. Di dominio pubblico si assumeranno le problematiche cui lo Studio dovette far fronte in corso di serializzazione, non potendo da un certo punto in avanti onorare i tempi di consegna stabiliti dal palinsesto televisivo, e trovandosi costretto a operare il riciclo di numerose sequenze animate. La qualità palesemente bassa dell’ultima tranche di trasmissione ne costituisce conferma, ancorché vi si sarebbe posto parziale rimedio in luogo dei successivi riversamenti su VHS e Laserdisc. Il Renawal of Evangelion, ovvero l’edizione DVD realizzata in Giappone nel 2003, ripulisce il segnale video – che viene rimasterizzato in progressivo – di gran parte degli artefatti dell’originale pellicola in 16 millimetri, proponendo inoltre una chirurgica ricostruzione in Dolby Digital 5.1 della pista audio, oltreché il director’s cut degli episodi 21~24. Qui da noi, l’anime viene tempestivamente acquistato da Dynamic Italia, che tra il 1997 e il 2001 distribuisce su tredici VHS di qualità mediamente alta, nondimeno licenziando, a seguire, un approssimativo (e prematuro) versante DVD. Nel 2008 Dynit fa uscire Neon Genesis Evangelion - Platinum Edition, una seconda edizione DVD basata questa volta sul Renawal of Evangelion, e quindi inclusiva di tutti i miglioramenti tecnici che nel 2002 erano risultati mancanti. Riconduce invece al 2013 l’edizione Platinum oggetto d’esame, priva degli extra della precedente tiratura numerata ma allo stesso modo completa a livello di contenuti audiovisivi. Una versione rimasterizzata in HD di serie TV e film cinematografici, da pellicole originali (eccettoché per il sedicesimo episodio, che risulta upscalato da sorgente DVD, avendone Gainax smarrita la bobina in 16 millimetri), viene da Khara prodotta nel corso del 2015 in formato Blu-ray. Nel 2019 la stessa edizione HD viene resa ai server di Netflix, che distribuisce – e ri-localizza, anche in presenza di già esistenti doppiaggi – a livello planetario. Tra l’imbarazzo generale, e la frustrazione dell’incolpevole staff dei doppiatori, il nuovo adattamento italiano, praticamente un meme, sarebbe stato rimosso a distanza di qualche giorno dalla messa in onda. La faccenda si conclude nel luglio del 2020 con l’immissione di un secondo adattamento, questa volta commissionato a dialoghisti di comprovata competenza.