FLCL Collector’s Box
di @Luca Abiusi

Consentiteci di menzionarvi la sterminata pubblicazione epistolare de La révolution surréaliste, tra i Nostri baluardi da quando convenimmo al credo che il pensiero, per dirla à la Breton, è un organismo che non sortisce effetti sullo spazio reale, né ancora percepisce le coordinate morali del raziocinio. Un argomento Furikuri, sì. Una tempesta di stridii che quintuplicano a titolo di ragazzette in Vespa e pachidermici ferri da stiro medicalmeccanici che si ergono sulle genti: al suo debutto alla regia, Kazuya Tsurumaki spiralizza la linea di scrittura sul collassamento delle parole, disintegrate in polveri una ad una, e poi dagli addetti alla computer graphics ricondizionate nella forma di scansioni digitali ad alta risoluzione. Non un affare un tanto al chilo. Ma oseremmo dire, nevvero, un maxi dosaggio di locura somministrabile a intenzione riproducente, una pandemia che si manifestasse a pustole e protuberanze dalle quali potessero aver crescita certe creature catodiche specializzate in economia domestica e combattimento robotico avanzato; il potenziale pastiche, inseguendo le controtempistiche del basso – elettrico – di codesta Haruko, mina vagante/detonante dell’anime, deterrebbe più in accortezza il metodo della “realtà superiore” ritrovabile in Rimbaud, così a voler scomodare i pionieri.

Ma non si pensi che Gainax, rimasticante il tema dell’ambiguità molesta, intendesse con FLCL limitarsi ad arringare gli sfrenati seguaci di Sadamoto, quegli otaku a piede libero che solevano struggersi a tutto il ’99 sulle semi-nudità di Fushigi no umi no Nadia. Di sicuro, il character designer – ma anche il direttore dell’animazione Imaishi: nel 2007, prima dello Studio Trigger, avrebbe diretto Gurren Lagann – non si tira indietro neppure minimamente; certuni sfrontatissimi primi piani si caricano di eroticità e proverebbero a infierire, se potessero, ma pure è il bipolarismo di Tsurumaki a porre sottosopra l’ordine di causa-effetto e a mettere in dubbio i fondamenti della narrativa seriale, ora che i disegni, pur sperimentali, altresì avanguardisti non sarebbero da soli arrivati a servire uno scenario di tale scomponimento della struttura diacronica del verbo, che suòle decantare le sottoculture pop, indi commettersi di un’accezione sovraunitaria e definitivamente staccarsi dal predicato. Gli usi e i costumi del mero cinema conservatore, a distanza di un anno dall’uscita di Hana-bi (Takeshi Kitano, voto 8.5, ma forse anche 9), vengono bollati di tossicità; i tempi erano fertili per tentare di fuoriuscire dal seminato filmico linearista, che non si doveva aver timore di zoomare, roteare, tagliare, scarrellare, storybordare alla cazzo di cane gli intervalli dello script, incavando con pennino surface pro direttamente su monitor Philips CM8833-II.

Al montare della seconda metà degli anni ’90 i “The Pillows” influenzano il pattern teen-ager modaiolo delle borghesie giapponesi più sterilizzate, tipico cravattismo hipster e un timbro elettrorock archetipale dobbiamo ammettere meritorio, ma non quanto le tracce che il gruppo incise per FLCL, un’onda a distorsione radio qual è “Sleepy Head” o il “Ride on Shooting Star” che li avrebbe consacrati al visibilio delle platee internazionali. E al privilegio del vinile doppio, stampato nel 2019 da etichetta Anime Limited come rimando alla coscienza analogica dell’anime, che malgrado l’uso della post-processione digitale resta disegnato a mano. Lo stato di culto dell’opera di Tsurumaki è un evento sinergico. Si consuma col sovrallineamento dei suoi fattori in proporzione di fracasso sembrante, nel dove il dislocarsi del compartimento scenografico segue il tempo delle trame acustiche frementi, che son quelle degli strumenti Gibson che divengono testate a gittata balistica o altrimenti mazze con le quali spedire gli autogeneranti corpi di polizia speciale agli inferni delle robe psicotermiche, ma va fatto con stile, magari riesumando il completo a giacca rossa di Lupin III o anche il vestimento da coniglietta di Playboy del Daicon IV, ché l’omaggio a Hideaki Anno era tra le clausole del contratto siglato presso l’antica sede ubicata in Koganei-shi, che è possibile intravvedere ai titoli di coda un po’ simili a quelli de Le situazioni di Lui & Lei.









  Classificazione Serie OAV
  Titolo originale FLCL [Furikuri] - フリクリ -
  Provenienza Giappone
  Prima immissione 2000 - 2001 / Home video
  Produttore Gainax, Production I.G
  Regia Kazuya Tsurumaki
  Fotografia Natsuko Mori, Miki Sakuma, Shinsuke Oshima, Takeshi Ando
  Soggetto Yoji Enokido
  Character design Yoshiyuki Sadamoto
  Mechanical design Shinji Higuchi, Yoshitsune Hizuna
  Dir. animazione Tadashi Hiramatsu, Hiroyuki Imaishi, Nobutoshi Ogura, Hideaki Anno
  Compositori Shinkichi Mitsumune, The Pillows
  Sito produttore gainax.co.jp
  Formato DVD-Video
  Edizione Italiana [Dynit]
  Anno edizione 2005
  Numero supporti 3
  Lingue JP / IT
  Sottotitoli IT
  Rapporto 1.33:1
  Compatibilità Region 2
  Durata 180 min
  Episodi 6
  Reperibilità Bassa
  Prezzo 100 € circa
  OST Sì [FLCL Soundtrack, 2019, Anime Limited]

 

L’original anime video viene in Giappone serializzato su DVD tra l’aprile del 2000 e il marzo del 2001. Nel 2005 verrà raccolto in un unico box da collezione con le precedenti sei uscite singole, diversamente dal versante Italiano Dynit, che nel corso dello stesso anno pubblicherà su tre supporti contenenti due episodi ognuno. La serie avrebbe altresì ottenuto un passaggio televisivo sulla emittente MTV. Sarà Synch-Point, in Nord America, a occuparsi di una prima distribuzione su tre DVD, finita “out of print” abbastanza celermente. Ciò nondimeno, a partire dal 2011 Funimation ri-pubblica su formati Blu-ray, ristampando con una certa regolarità. Risulta di un certo interesse il Blu-ray box giapponese, datoché prevede l’opzione dei sottotitoli in lingua inglese. Il manga di FLCL viene commissionato all’autore dōjinshi Hajime Ueda, che tra l’ottobre del 2000 e l’agosto del successivo anno serializzerà sulla rivista “Magazine Z”. L’adattamento italiano di quest’ultimo arriva nel 2003 dietro acquisizione Play Press.