LE SITUAZIONI DI LUI & LEI
di @Luca Abiusi

Si è restii a distribure risa; uno se la prese in virtù dell’esserci astenuti dal plaudire a una sua storiella con le pernacchie, e un altro ancora arrivò a scompagnare solo perché gli dicemmo che era meglio se i testi glie li scriveva Makoto Shinkai, così da gloriarsi d’involontaria comicità almeno e a esser larghi, negli ultimi vent’anni si è accondiscesi nove volte. Cinque delle quali in occasione della visione de Le situazioni di Lui & Lei, terza direzione televisiva di un Hideaki Anno in vena vacanziera, e che ha il dovere morale d’improvvisarsi mattatore dopo essersi per anni sorbito il piagnisteo di Shinji Ikari, ché le sue intenzioni sono chiare: fare intrattenimento. L’introspettivo sentimento che si avrà più avanti occasione di investigare, i fermoimmagine che traducono la staticità emotiva, e i semafori e le strade strette, i tralicci della corrente possiamo dire che fanno parte della promozione tutto compreso che il regista propende di offrire da quando venne folgorato dall’idea di Punta al Top! Gunbuster, e son cose che ci si aspettava di ritrovare, ma d’inverso non si poteva presagire questa brillante linea ironica di fonosimbolismi che aumentano la recepibilità delle battute a scarto di fotogramma, così che l’onomatopea sostituisse il verso, le animazioni, il suono parlato di fuori campo.

Il nuovo Hideaki Anno consumato scrittore di commedie giuoca il tempo dello sketch, e privo di uno straccio di manuale d’uso declina la dialettica stramboide di Urusei Yatsura. Ch’era successo di riconoscerla tanto in Nadia come in alcune fuggevoli righe di Evangelion l’occasione di genere scherzoso, una Misato Katsuragi che sa intrattenere più di quanto il copione non raccontasse, e il cui protocollo comportamentale resta utile a questa versione estremamente customizzata dell’opera di Masami Tsuda; la mangaka, colta da irrefrenabile egotismo, e sebbene che Anno non avesse di fatto intenzione di emendarne lo stile ma bensì di svilupparne uno a norma di percezioni mentali e metaforiche, fece in modo di ottenere il cambio della regia generale, che a partire dal diciannovesimo episodio passa nelle mani di Kazuya Tsurumaki. In ritardo rispetto al disegno radiante dell’autrice, che suo malgrado faticherà a ottenere dal regista di FLCL – nel ’98 in corso di produzione – il radicale cambio di traiettoria che si era auspicata là dóve diceva di volere situazioni più shōjo, meno complicate ignorando tuttavia che Tsururiri era uno che se voleva astraeva quasi peggio di Hideaki-san, cosa intuibile dal suo aguzzo resoconto finale, atto premeditato, sospeso e fisso a uno strato nebbioso di serendipità e indeterminazione, incertezza sui vincoli che cristallizzano in gioventù, e che dissolvono al transire della età adulta.

Ma resta notabile la perdita di ritmo “vocale” sui rimanenti nastri. Con tutto l’impegno che il supplente ci mette nel mantenere vigile lo spazio d’incollatura con i precedenti diciotto, mancherà, al nuovo lavoro di regia, il tocco umoristicamente stralunato di quel tizio lì che era stato fatto fuori per eccesso di competenza, dimodoché si imporrà quest’anime di caratterizzazione frizzante da estimare in luce di penombra, carrello a precedere Lei che scappa via alle sette di sera con media apertura di finestra dōjinshi superdeformante autografata Tadashi Hiramatsu che però non è abbastanza; in elenco stavamo cercando il numero di telefono della Gainax che le si voleva chiedere perché mai da un certo specifico tratto la serie diventa così pericolosamente addomesticata, non brutta ma in verità carente di un che di fluenza narrante tale che sembra di stare a leggersi un manga sentimentale scritto secondo un punto di vista femminista, ma sarà stata l’impressione. Menzioneremmo il tastierismo di Shirō Sagisu, così per protesta. Ne udimmo il suono a un raduno segreto di cinefili dell’anno scorso dove veniva proiettato il DVD di Ai City - La notte dei cloni, l’esatto contrario di Kare Kano ma che nondimeno dà un quid sul retroterra compositivo del musicista, il cui apporto è affatto marginale nell’intonarsi al vestito di Yukino Miyazawa. E al suo stato d’animo, dobbiamo supporre. Serie degna di culto. Ce la siamo di recente guardata di nuovo poiché bisognevoli di risa, restii come si è a distribuirne. 









  Classificazione Serie TV
  Titolo originale Kareshi Kanojo no jijō [Kare Kano] - 彼氏彼女の事情 -
  Provenienza Giappone
  Prima immissione 1998 - 1999 / Televisione
  Produttore Gainax, J.C. Staff
  Regia Hideaki Anno [#1-18], Katsuya Tsurumaki [#19-26]
  Fotografia Yutaka Kurosawa
  Soggetto Masami Tsuda, Hideaki Anno, Hiroyuki Imaishi
  Character design Tadashi Hiramatsu
  Mechanical design //
  Dir. animazione Tadashi Hiramatsu, Hideyuki Usutani, Hiroyuki Imaishi, Katsuichi Nakayama [....]
  Compositore Shirō Sagisu
  Sito produttore gainax.co.jp
  Formato DVD-Video
  Edizione Italiana [Dynit]
  Anno edizione 2010
  Numero supporti 4
  Lingue JP / IT
  Sottotitoli IT
  Rapporto 1.33:1
  Compatibilità Region 2
  Durata 650 min
  Episodi 26
  Reperibilità Buona
  Prezzo 20 € circa
  OST Sì [KARE*KANO SOUND TRACKS, 2005, Starchild Records]

 

L’omonimo manga di Masami Tsuda viene in Giappone serializzato tra il 1996 e il 2005 sulla rivista LaLa. In Italia, invece, conseguirà pubblicazione bimestrale tra il 2002 e il 2006 tramite Dynit (al tempo Dynamic Italia), che avendo altresì acquisito i diritti del rispettivo anime siglerà un accordo con l’emittente MTV per la messa in onda televisiva. Il doppiaggio, diretto da Cinzia De Carolis, risulta estremamente curato. Si fa addirittura in modo di adattare i filmati di anticipazione a chiusura degli episodi, per i quali si arruolano le doppiatrici Domitilla D’Amico e Francesca Manicone (le voci di Tsukino e Kano). I diritti di distribuzione home video per il Nord America vengono ceduti a Nozomi Entertainment, che nel 2009 pubblica in un unico raccoglitore DVD. In precedenza, la serie aveva ottenuto passaggi televisivi attraverso Enoki Films USA.