NADIA: The Secret of Blue Water
di @Luca Abiusi

E se anche smunito di titolo si dimostra luccicante il manoscritto di Hayao Miyazaki sulla fantastoria. Glie lo aveva chiesto la Toho a metà dei ’70 per un serial televisivo di natura verniana. Ma era presto perché diventasse Fushigi no umi no Nadia. Che dicono che si abituasse rabbrividire al solo distante pensiero di isole sperdute sulle cui spiagge infatuarsi al chiarore della luna, anche malgrado che “Laguna blu”, in uscita non prima del 1980, non potesse cronologicamente ancora designarsi a modello di scherno. Si è adusi a credere che Nadia è opera di ordinaria supervalutazione ben di là delle schiere fanatiste dell’internet, quando ascolti gli entusiasmi di coloro che parevano saperne, i quali hanno invero un che di motivo fondante se Noi persino si è trovati nella serie Gainax/Kabushiki Kaisha Gurūpu istanti di elevatissimo cinema. Ed è pur vero che almeno fino a che non si vinca un director’s cut di eradicazione degli episodi girati a terzi – e sottratti a Hideaki Anno: equiparabile sorte, ma con risultati meno catastrofici in ragione del fatto che di mezzo vi era Kazuya Tsurumaki, sarebbe toccata a Le situazioni di Lui & Lei – si persisterà sulla linea del risentimento, per quello che la serie doveva eccepire al broadcast infantilista suggerito dalle epoche.

Rinnoviamo obiezioni verso il quadrupede occupante lo spazio d’inquadratura, fastidioso che da direttive serviva a frodare i remunerativi target iscritti alle terze classi elementari della Inagakuen Public High School, situa nella prefettura di Saitama, pure che se dopo si ritrovi un’animazione posteriore, innovatrice e di spanne sopra gli standard televisionisti d’inizio ’90 quando che il colore rosso dei fluidi certifica la morte reale, realistica per un pubblico a cui vien chiesto di crescere, di maturare conseguendo attestati di presa coscienza nel decorso di ventidue puntate, ché dalla ventitreesima in poi, escludendo il finale, Hideaki dice che si astiene; ciò nonostante, l’abbondanza episodica di queste due diecine di archi pare che è quanto basta a investire sui temi della meccanizzazione marxista, per opporvi un naturalismo d’imperativo preservamento del vivente e continuare sulle fantomanti tecnologie dell’antica Atlantide, esplorando nientemeno che le radici del genere umano nonché le origini del primigenio “Adam”, per potervi ricavare argomenti utili alla scrittura di Neon Genesis Evangelion. Si esplora bene la psicologia dei chiamati in causa. E si può dire che non è la circense Nadia il centro decrittivo dello storyline ma più realisticamente il Nautilus, che reso umano dalla figura del capitano Nemo personifica le contraddizioni che il progresso scientifico si trascina nel baratro del “fine superiore”, a nome del quale sacrificarsi e perire.

Estroso a differire le maschere degli avventori su requisito temporale, il chara design di Sadamoto recherà eclettico una evolutissima versione del Nemo suddetto, capello lungo heavy metal di chi, da sopravvissuto, rende cronache d’inimmaginabili fossili parlanti, e d’incavi dove costruirsi fantascientifiche Corazzate Spaziali Nautilus conquistanti le stelle, non più l’abisso degli oceani, a modo che il racconto proseguisse di suo conto a contare di letterature avveniristiche dopo che dall’ucronico inizio si era sconfinati nel romanzo di avventura globale, seppure di risvolto ambiguo, antieroico, negazionista; il futuro dell’uomo, e la vasta eredità dei traguardi dall’uomo raggiunti assume per nemico la forma del Creatore, fosse il Dio dei Patriarchi o l’ultimo discendente della città di Tartesso, e sembra che la stirpe umana è un errore cui lei stessa dovrà riparare, discreditandosi, e rinunciando alla sua centralità. Di questo si parla. Non di luoghi esotici, Ventimila leghe sotto i mari o cartigli Perugina da imbottigliare e poi depositare al largo della Costiera Amalfitana, sulle indicazioni fornite da quel blocco di pellicola attaccato nel mezzo con lo sparatrac. Ultimate le riprese, a Hideaki Anno era tuttavia riuscito di estorcere il parziale editing della edizione Laserdisc, che farà da riferente per i riversaggi in DVD e Blu-ray, di seguito al quale avrebbe supplito a diverse inesattezze sul lato delle animazioni, pur senza cavarne il rimontaggio che certe voci fuori controllo darebbero esistente sotto lo special The Nautilus Story”, una riduzione di 337 minuti che a onor del vero non si sarebbe spinta oltre la battaglia tra il Nautilus e Gargoyle.  









  Classificazione Serie TV
  Titolo originale Fushigi no umi no Nadia - ふしぎの海のナディア -
  Provenienza Giappone
  Prima immissione 1990 - 1991 / Televisione
  Produttore Gainax, Group TAC, NHK
  Regia Hideaki Anno, Shinji Higuchi
  Fotografia Hiromasa Ogura, Hiroshi Sasaki, Masanori Kikuchi
  Soggetto Hayao Miyazaki, Hisao Ohkawa, Yasuo Tanami, Hideaki Anno
  Character design Yoshiyuki Sadamoto
  Mechanical design Hideaki Anno, Shoichi Masuo
  Dir. animazione Hideaki Anno, Akira Takeuchi, Hidenori Matsubara, Hiroshi Kugimiya [....]
  Compositore Shirō Sagisu
  Sito produttore www.nhk.or.jp
  Formato Blu-ray Disc
  Edizione UK [Animatsu / Sentai Filmworks]
  Anno edizione 2015
  Numero supporti 5
  Lingue JP / EN
  Sottotitoli EN
  Rapporto 1.33:1
  Compatibilità Region B
  Durata 2045 min
  Episodi 39
  Reperibilità Buona
  Prezzo 30 € circa
  OST Sì [The Secret of Blue Water Nadia Complete Sound Collection, 1993, Toshiba EMI]

 

Raggiunte partnership con gli studi di animazione Gainax e Group TAC, all’inincirca nel 1989 il network Nippon Hōsō Kyōkai ordina una trentina di episodi da completarsi su di uno script di proprietà della Toho, che consisteva a sua volta in una commissione degli anni ’70 cui aveva attivamente partecipato Hayao Miyazaki. La serie, che viene intitolata Fushigi no umi no Nadia (Nadia del mare misterioso), avrebbe in corso di sviluppo conseguito una estensione di dodici episodi (dal 23 al 34), per il componimento dei quali NHK incaricò un terzo studio di animazione dislocato in Corea; Il cambio del team creativo e quindi della regia generale implicherà il drastico crollo del disegno come dello scritto, talché il ritorno di Ganaix per le ultime fasi del girato sarebbe intervenuto utile solo marginalmente. Edizioni home video per VHS e Laserdisc seguiranno a ridosso della conclusione delle trasmissioni televisive. Sempre in Giappone, a un primo versante DVD serializzato in volumi singoli all’inizio del 2000, ne seguirà uno ulteriore, nel 2007, ripartito in due box. Attraverso telecinema frame by frame da originale pellicola in 35mm, nel 2011 si riscala sino a risoluzioni di 1080p su sette Blu-ray Disc. Sennonché, a causa dell’occorso deterioramento di parte dei nastri sorgenti tirati fuori da NHK, talune sequenze vengono completate attingendo ai materiali home video in SD. Nel 2014 Sentai Filmworks realizza per il Nord America su cinque Blu-ray sulla base di quest’ultima edizione. Seguirà una equivalente release prodotta da Animatsu per il Regno Unito. Per l’Italia, una versione censurata dell’anime viene trasmessa sulle reti Fininvest intorno al ’91 col titolo “Nadia - Il mistero della pietra azzurra”. Yamato Video, nel 2003, produce per l’home video senza censure su dieci DVD, altresì riadattando i dialoghi. Lo stesso editore, in risposta alle numerose richieste degli appassionati, ha promesso dell’anime il box Blu-ray Disc per il 2021.